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Denatalità, il convegno a Empoli: medici a confronto

Sabato 2 Dicembre, nella Sede della Misericordia di Empoli, gentilmente messa a disposizione dal Governatore Avv.Pier Luigi Ciari e dal Consiglio, si è tenuto il Convegno, organizzato dall’Associazione Medici Cattolici di San Miniato, dal titolo “ La denatalità: cause, conseguenze e prospettive”.

Dopo il saluto del vescovo di San Miniato, S.E.Mons. Giovanni Paccosi che ha prospettato quale sarà lo scenario futuro di una società che sta invecchiando senza un ricambio generazionale capace di trasmettere valori e di far crescere la società, il dott. Sergio De Cesaris, Presidente dell’AMCI, ha introdotto i lavori sottolineando l’importanza di parlare di questo argomento nelle sedi opportune per creare una cultura della natalità .

La dott.Sibilia Gabriella ha esposto tutti i dati Istat riguardanti la situazione della natalità in Italia e, più dettagliatamente in Toscana: rispetto al 2008 oggi si rilevano oltre 183 mila nascite in meno

(-31,8%), con 6,6 nuovi nati ogni 1.000 abitanti la Toscana è tra le regioni con il più basso tasso di natalità e, contestualmente, con 11,9 deceduti per 1.000 abitanti, tra quelle con il più alto tasso di mortalità ; la nostra regione è tra le più anziane in Italia e questo comporta da un lato la minore presenza di donne in età fertile (convenzionalmente 15-49 anni), dall’altro un atteso aumento della mortalità grezza, per la presenza di un maggior numero di anziani e grandi anziani, che hanno un maggior rischio di decesso per il solo effetto dell’età.

La Prof. Linda Vignozzi, docente di Endocrinologia presso l’Università di Firenze e Responsabile del Centro di Andrologia di Careggi ci ha illustrato quali sono le cause mediche della denatalità spiegando dettagliatamente che, nella grande maggioranza dei casi, queste possono essere corrette, rimosse ma, soprattutto, si possono prevenire con una campagna di educazione sanitaria che dovrebbe iniziare nelle scuole.

La dott.ssa Martina Liut, direttrice della UO Ostetricia e Ginecologia di Pontedera ha parlato delle cause ginecologiche ricordando che le donne iniziano troppo tardi a pensare ad un progetto di natalità: l’età media in cui le donne hanno il primo figlio, in Italia, è di 31,4 anni quando la fertilità si è già ridotta dell’ 80 % ; anche tra le donne straniere, contrariamente al passato, è aumentata tale età; questo comporta, ovviamente, l’incremento di gravidanze a rischio oltre al la riduzione di pensare ad una seconda gravidanza.

Le cause del ritardo dell’età delle primipare sono state esaminate e ben relazionate dal dott. Enrico Sostegni, Presidente della III Commissione del Consiglio della Regione Toscana che le individua in una Società volta, molto spesso, alla ricerca dell’utile, al perseguimento di modelli di vita volti al benessere individuale scevro da responsabilità verso terzi e privi dei valori relazionali e familiari che, invece, sono fondanti per una società in crescita: solo politiche della famiglia che attuino scelte concrete possono favorire la natalità.

Il dott. Stefano Giannoni , vicepresidente dell’Amci, ha brillantemente riassunto gli interventi precedenti in una relazione che, partendo da lontano, nella storia, ha ricordato come la famiglia ed i figli hanno contribuito fortemente a tramandare tradizioni, storia e cultura della vita, di quella vita che, molte volte, viene negata prima all’inizio del suo essere mancando gli elementi strutturali che dovrebbero impedire tali situazioni.

Ha concluso i lavori Mons. Andrea Cristiani, assistente spirituale dell’Amci, con l’invito a superare gli ostacoli culturali e strutturali che hanno ridotto numericamente la Società trasformandola in una popolazione anziana volta ad un futuro in cui mancherà loro l’assistenza adeguata.

Le relazioni sono state tutte interessanti ed hanno fatto affiorare uno scenario molto preoccupante cui, ben presto, tutti saremo chiamati a rispondere, ciascuno con le proprie responsabilità

Fonte: Ufficio Stampa

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