BRT indetto sciopero a oltranza del personale viaggiante dal 27 dicembre
Dai sindacati arriva la conferma: indetto lo sciopero a oltranza, fino al riconoscimento dei diritti reclamati, del personale viaggiante dal 27 dicembre a causa del mancato preavviso di esclusione dall’appalto a partire dal 02 gennaio 2023.
Il provvedimento riguarda 25 lavoratori: 15 facchini e 10 autisti che ieri hanno visto arrivare una pec di cessazione rapporto con le ditte appaltatrici del servizio. Comunicazione arrivata con mancato preavviso rispetto delle tempistiche e le modalità degli accordi di 2° livello sottoscritti nel merito dei cambi di servizio di trasporto.
“Il gesto di BRT nei confronti dei 25 lavoratori, la metà esatta di tutto il personale, è davvero grave, perché non ha tenuto in considerazione tempistiche e modalità previste dagli accordi sindacati – spiega il dirigente Cisl Gabriele Brogi – non sappiamo quali saranno le sorti di questi lavoratori il che è inaccettabile. L’accordo di 2° livello prevede che i sindacati vengano avvisati di tali cessazioni con almeno 15 giorni di preavviso in modo da aprire dei tavoli e trovare le miglior soluzioni possibili per i lavoratori. Tutto questo non è stato fatto e con comunicazione il 23 dicembre non è possibile procedere secondo gli accordi”.
Una sorpresa davvero amara per i 25 operatori che a ridosso delle festività si ritrovano con un futuro lavorativo incerto e poche garanzie. La conclusione dei rapporti con le ditte appaltatrici dei trasporti prevederebbe l’assorbimento dei 25 lavoratori sotto altre ditte. Mancato il confronto con i sindacati, non è dato però sapere cosa accadrà.
“Per una delle due categorie ci è stato riferito il nome della nuova ditta che dovrebbe integrarli ma non avendo avuto modo di interloquire con BRT e la nuova ditta, non sappiamo se verranno mantenuti i contratti che attualmente hanno questi lavoratori – spiega ancora Brogi – per l’altra categoria, invece, non è nemmeno arrivato il nominato della nuova azienda che dovrebbe subentrare”.
Tutelare i diritti gli operatori diventa quindi di massima priorità.