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Valpizza, tutti assunti i dipendenti dello stabilimento pratese di Casale

Marco Setti

Nonostante non siano ancora ultimati gli importanti investimenti in essere per l’ammodernamento dello stabilimento di via don Facibeni a Casale, frazione di Prato, tutti i dipendenti ex Gegè saranno assunti dall'impresa Valpizza a decorrere dal 2 gennaio 2024.

"Per tutti i dipendenti è un momento che definirei storico, per l'azienda la concretizzazione di un impegno morale e sociale nei confronti di persone che da quasi un anno sono in cassa integrazione e che hanno vissuto momenti difficili. Abbiamo voluto evitare soluzioni penalizzanti procedendo alle assunzioni, che saranno formalizzate nei prossimi giorni. A partire dal 2 gennaio i lavoratori saranno impegnati in percorsi formativi e via via verranno impiegati in attività propedeutiche all'avvio della produzione; sarà possibile anche il ricorso a qualche ammortizzatore sociale ma comunque tutti avranno, anzi hanno fin d'ora, la certezza del posto di lavoro": questo il commento di Marco Setti, CEO di Valsa Group di cui fa parte Valpizza srl, la società che ha rilevato la ex Gegè.

La dichiarazione fa seguito all'accordo preliminare definito ieri, con l'assistenza di Confindustria Toscana Nord, con le organizzazioni sindacali pratesi.

Sono 48 i dipendenti che verranno assunti per essere impiegati in Valpizza, società costituita in Valsamoggia (Bologna) nel 1992 e che dal 2020 è parte del gruppo Valsa, specializzato nella produzione di pizze per il canale retail e food service e che esporta i propri prodotti in più di 40 paesi in tutto il mondo.

Ad oggi il Gruppo Valsa, che nel suo settore è fra le prime tre realtà a livello nazionale, conta 6 sedi e 10 stabilimenti produttivi con più di 300 addetti e un fatturato superiore ai 100 milioni di euro.

L'acquisizione dello stabilimento Valpizza di Prato - 7000 metri quadrati con, a regime, tre linee di produzione - rappresenta un elemento cardine di un più ampio piano di espansione del gruppo, che prevede investimenti di oltre 10 milioni di euro di cui 7/8 su Prato.

"Avremmo voluto avviare l'attività a gennaio e per questo abbiamo lavorato molto intensamente - conclude Marco Setti -. Oggi i consistenti interventi sull'immobile sono praticamente ultimati, ma ci sono ritardi nella consegna dei macchinari: da qui la necessità di posticipare l'inizio delle attività. Abbiamo voluto una soluzione che premiasse i lavoratori e siamo riusciti, grazie al lavoro di mediazione delle organizzazioni sindacali, a trovare un accordo in grado di tutelare i lavoratori nel rispetto degli impegni presi con la Regione Toscana e il Comune di Prato. Le relazioni con le istituzioni locali peraltro sono eccellenti e l'atto di responsabilità che realizziamo con l'assunzione è in sintonia con il clima di fiducia che si è instaurato fra tutte le parti in causa."

Fonte: Ufficio Stampa

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