Allagamento ospedale Santo Stefano, presentato un esposto in Procura
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Social Forum di Prato, Medicina Democratica ETS, collettivo ‘la Salute Non si Vende!’ in merito agli allagamenti al pronto soccorso dell'ospedale Santo Stefano, in cui si annuncia un esposto in procura:
Appena poche ore dopo l’inizio della tempesta Ciaran, che si è abbattuta anche su Prato lo scorso 2 novembre, il pronto soccorso del nuovo ospedale Santo Stefano ha iniziato ad allagarsi, con 1500 metri quadrati di superficie finita sotto 1,5mt di acqua e liquami fognari in poche ore.
Quello che doveva essere il posto più sicuro, dove riparare le persone in emergenza, è stato in realtà fra i primi ad allagarsi; e non per la rottura di torrenti o fiumi, ma forse per problemi strutturali e la sciagurata scelta di costruire lo stabile proprio nella zona alluvionale di Galciana, classificata a rischio idrogeologico elevato di livello arancione, secondo la mappa dell’Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale per il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni 2021-2027.
Oltre agli spogliatoi, nei sotterranei allagati era presente anche il magazzino dei farmaci, comportando così non solo danni – stimati già in 8milioni di euro - per la rovina di ambienti e la perdita di presidi medici, ma anche l’esposizione al rischio infortuni di pazienti e personale sanitario, operante in un ambiente insicuro.
La successiva evacuazione del pronto soccorso – peraltro letteralmente sulle spalle del personale e dei volontari della protezione civile, dopo l’allagamento degli ascensori - e la chiusura dello stesso fino alla domenica pomeriggio, con il dirottamento delle ambulanze nei nosocomi circostanti, ha causato un’ulteriore minaccia alla salute e alla sicurezza pubblica, interrompendo di fatto la piena operatività di un servizio vitale, tanto più in una situazione d’emergenza.
Da poco erano state inaugurate le vasche di espansione, evidentemente inadeguate, così come le dichiarazioni della direzione del nosocomio, che a mezzo stampa riportano il loro “funzionamento a dovere”(!). E mentre il Direttore di ASL Toscana Centro, Mari, parla di “ottimismo sul fronte assicurativo”, come cittadinanza attiva ed associazioni di settore non siamo affatto rassicurate dalla disfunzione verificatasi, con inagibilità ben oltre il 70% dichiarato, al pari della generale inadeguatezza dell’ospedale, tanto da richiedere un’estensione con la nuova palazzina, appena dieci anni dopo la sua inaugurazione.
Si parla di un ospedale che è fonte di profitti continui per le concessioni a privati, comportando costi esorbitanti con la finanza di progetto. Da non sottovalutare poi che il pronto soccorso è l’unico punto di emergenza presente nella provincia di Prato, il cui comune capoluogo rappresenta la terza città più popolosa del centro-Italia, con circa 196.008 abitanti (al 31/08/2023), dove peraltro risulta residente la maggior parte della popolazione colpita dall'emergenza su quei 45 mila alluvionati stimati dalla Protezione Civile regionale. Se da un lato è fondamentale recuperare abitazioni ed attività produttive, anche con risarcimenti tuttora inadeguati a fronteggiare le conseguenze dell’alluvione; dall’altro è evidente come non si tratti di un episodio ma dell’ennesima emergenza di un sistema costruito sulle crisi e sulle diseguaglianze, che come Social Forum di Prato, insieme a Medicina Democratica ETS e al collettivo ‘la Salute Non si Vende!’ vogliamo denunciare pubblicamente.
Il susseguirsi di crisi economica, con quella climatica ed in quest’ambito di quella energetica e di guerre crescenti rende evidente come non sia proprio il caso e di certo non vogliamo tornare “presto alla normalità”, come dichiarato dal Presidente Giani e dal sindaco Biffoni. Soprattutto se questo significa continuare sulla
strada senza sfondo del consumo di suolo – con ulteriori opere ad ingolfare la Piana -, della privatizzazione dei servizi essenziali e delle speculazioni su beni comuni come la sanità, l’acqua o la gestione dei rifiuti.
Vogliamo che si accertino tutte le responsabilità dell’allagamento e della minaccia alla salute e alla sicurezza pubblica anche per evitare ulteriore cementificazione con strutture scadenti in zone non idonee, o peggio il ripetersi di una simile situazione, che non si può archiviare come straordinaria, dato che già dal 2019 il Consiglio Comunale aveva dichiarato Prato ‘in emergenza climatica’.
Social Forum di Prato, Medicina Democratica ETS, collettivo ‘la Salute Non si Vende!’