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Padule di Fucecchio, il Centro di Ricerca chiede aiuto: "Senza aiuti chiudiamo nel 2024"

Si è tenuta l’assemblea dei soci del Centro di Ricerca Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, per approfondire i risultati dell’Ente, attivo dagli anni ’80, e per verificare le possibili prospettive.Sono diminuiti i soci e i contributi- commenta la presidente del Centro, Simona Rossettisono stati portati avanti progetti importanti e richieste di contributi, ma il quadro generale è complesso con una situazione che si sta ripercuotendo negativamente sulle attività e sulla capacità di sostentamento del Centro già peggiorate in concomitanza con la pandemia. Ci troviamo a fare un’ultima richiesta di sostegno a coloro che in questi anni hanno detto di condividere i compiti e i progetti di questa associazione (soci, privati, associazioni, enti). Ci troviamo a dover sostenere, da soli, una situazione che non è più sostenibile. Se non ci saranno novità sostanziali, dobbiamo avviare il percorso di scioglimento a partire dal 1°gennaio 2024. Questo includerà la nostra chiusura del Centro Visite”.Dal Centro di Ricerca Documentazione e Promozione del  Padule di Fucecchio, è stata così indirizzata una lettera aperta alla Regione Toscana, agli Enti e Associazioni locali.Il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio Onlus se non arriveranno segnali positivi dalla Regione e dal territorio è destinato dal 1 gennaio a chiudere tutte le attività, comprese quelle di gestione del Centro Visite di Castelmartini.Il Centro di Ricerca svolge da più di trent’anni attività di monitoraggio naturalistico (flora e fauna), consulenza tecnico-scientifica sugli interventi gestionali, organizzazione della fruizione per adulti e classi scolastiche, di corsi, mostre ed eventi promozionali sull’area umida. Molte attività si finanziano con progetti o contributi dei privati, ma una parte importante consiste essenzialmente in un servizio pubblico, e per questo in passato la Provincia di Pistoia sosteneva la gestione ordinaria del Centro con una convenzione annuale. Con il passaggio delle competenze sulle aree protette alla Regione, questo supporto è venuto a mancare, e solo in alcuni anni è arrivato un contributo regionale a copertura parziale delle spese: questo ha portato ben presto risultati negativi nei bilanci del Centro.Adesso siamo arrivati ad un punto di non ritorno, oltre il quale si prospetta inevitabile il licenziamento dei due dipendenti e quindi la cessazione delle attività che hanno consentito un’apertura attiva del Centro Visite fin dalla sua inaugurazione, nell’autunno 2013. Non si parla solo delle spese di gestione della struttura, finora sostenute dal Centro di Ricerca, e neppure di una semplice apertura al pubblico, ma della progettazione di tutte quelle attività paramuseali che hanno reso il Centro Visite un insostituibile polo culturale. Si rischia anche di cancellare o disperdere le competenze acquisite dai dipendenti e dai numerosi collaboratori (Guide Ambientali) senza una reale alternativa gestionale, e probabilmente con un aggravio di costi dato dalla moltiplicazione dei soggetti coinvolti.Il Centro di Ricerca lancia un ultimo appello alla Regione Toscana, ai Comuni e alle Associazioni del territorio affinché diano un sostegno concreto; dopo di che si andrà verso una procedura di scioglimento traumatica non solo per gli attuali ma anche per i vecchi Soci.

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