A Montemurlo la Lis, lingua dei segni s'impara anche alla scuola primaria
A Montemurlo in due classi prime delle scuole primarie “Anna Frank” di Oste e “Alberto Manzi” di Morecci, oltre a quelle curriculari, s'insegna una nuova materia: la Lis, lingua italiana dei segni. Il progetto, voluto dal Comune di Montemurlo, in collaborazione con l'istituto comprensivo “Margherita Hack”, sta crescendo con i due bambini sordi per i quali è stato pensato e messo in atto all'inizio della scuola dell'infanzia. Ora i bambini frequentano la scuola primaria e l'insegnamento della Lis continua a seguirlo anche in questo nuovo ciclo. L'amministrazione comunale, infatti, ha sempre ritenuto che fosse importante favorire l'inclusione e la comunicazione tra i due bimbi sordi e i compagni. Per questo motivo, fin dalla scuola dell'infanzia, la lingua dei segni è stata insegnata a tutta la classe. Un'esperienza di arricchimento che ha consentito ai bambini di apprendere un modo di comunicazione con i compagni sordi e “strapparli” così ad un mondo di silenzio e al rischio di emarginazione. Ora il laboratorio di alfabetizzazione di Lis, improntato all’educazione al bilinguismo e all'integrazione, arriva alla scuola primaria con una presenza settimanale di due ore per tutto il periodo scolastico attraverso l'intervento di un esperto nella lingua dei segni italiana, oltre che alla presenza di un assistente alla comunicazione per i due bambini sordi. «Il progetto è stato accolto da insegnati, bimbi e genitori in modo molto positivo, tanto da richiederne il proseguimento anche alla scuola primaria. - spiega l'assessore alla pubblica istruzione, Antonella Baiano - L'obiettivo di questo progetto rimane quello di migliorare l’integrazione scolastica e sociale degli alunni sordi, partendo dal coinvolgimento di tutta la classe. E' stato infatti dimostrato che l'insegnamento della Lis favorisca, anche negli udenti, lo sviluppo linguistico e la comprensione della propria lingua, nonché gli apprendimenti».
La sordità è un deficit che mina l'interazione con il mondo esterno in modi che, spesso, chi ci si avvicina per la prima volta, non riesce ad immaginare. Questo può portare a incomprensioni e frustrazioni in entrambe le parti in gioco, udente e sordo, che rischiano di rovinare il lavoro di integrazione portato avanti nella classe. Il progetto portato avanti dal Comune vuole quindi fornire una maggiore consapevolezza dei bisogni comunicativi ed emotivi dei bambini sordi e sviluppare una visione obiettiva non solo delle difficoltà derivanti dal deficit, ma anche delle risorse e potenzialità.
La comunicazione mediante la Lis utiliizza sia la componente manuale, che le espressioni corporee e facciali e promuove nell’individuo una maggiore comprensione circa le componenti espressive dell’interlocutore, favorendo così l’empatia.
Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio Stampa