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MMAB 'd'esportazione': il modello presentato in un convegno in Piemonte

Nel 2014 l’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Rossana Mori e con assessore alla cultura Marzio Cresci decise di dare vita al MMAB nell’edificio di piazza Vittorio Veneto, che ospitava esclusivamente il Museo della ceramica.

L’esigenza era quella di ripensare la visione e l’approccio alla cultura, creando luoghi di incontro e scambio, usando al meglio gli spazi disponibili per la fruizione e in particolare il grande e imponente edificio di Piazza Vittorio Veneto, al tempo solo Museo della ceramica.

Ci si cominciò a interrogare sull’approccio che la politica voleva avere nei confronti della cultura e prese campo l’idea di una visione integrata in cui museo e biblioteca potessero dialogare.

Per arrivare a definire l’idea di MMAB si decise anche di coinvolgere un gruppo di esperti nell’area museale, bibliotecaria e archivistica. Fu un periodo caratterizzato da un animato dibattito con posizioni anche molto distanti fra loro.

L’idea di MMAB prodotta dal gruppo di lavoro formato da Maurizio Vivarelli, Claudio Rosati, Enrica Pagella e Carlotta Margarone definisce uno spazio in cui la cultura è davvero patrimonio della collettività.

“Questo ambiente deve qualificarsi come un luogo inclusivo, permeabile, trasparente, eppure in grado, anche, di mantenere alto il livello scientifico secondo il quale alcune delle tipologie di oggetti devono essere organizzate e mediate. Un luogo che sappia immaginarsi come un territorio di dialogo, in cui nuove relazioni possano essere istituite tra gli oggetti della memoria e le istanze della quotidianità, connesse al da trasformare quanto più possibile in tempo creativo, capace di migliorare in modo sostanziale la qualità della vita Un luogo, infine, in cui la cultura recuperi la sua dimensione originaria fondata sulla cura e sull'attenzione”.

Il progetto prese campo tenendo conto anche la possibilità di creare economie di scala attraverso la condivisione degli spazi per funzioni diverse fra loro.

Nel maggio 2014 l’inaugurazione di questo nuovo spazio avvenne con una lunga catena umana da che dal Centro Nautilus (sopra l’attuale edificio postale) trasferiva gli ultimi volumi della biblioteca nel nuovo edificio di piazza Vittorio Veneto.

Un momento di comunità, tanto forte da rimanere impresso nella mente di chi vi partecipò, ma che era il segno di quella che sarebbe stata la cifra distintiva del MMAB negli anni a venire.

Il MMAB rappresenta un’idea di approccio alla cultura. Un approccio che è stato presentato dall’assessore Aglaia Viviani in un convegno nazionale organizzato da comune Città di Venaria Reale, accanto a grandi realtà culturali italiane.

Il convegno dal titolo "Gli spazi culturali ibridi: città, persone, visioni e prospettive", è stato pensato per avviare una riflessione sui centri culturali ibridi, sulla loro natura e sul loro potenziale nei processi di sviluppo urbano, sulle connessioni tra mondo della cultura e mondo dell'educazione in un contesto più ampio di cambiamenti e transizioni culturali, sociali, economiche e ambientali.

Il fatto che l’assessore alla cultura Aglaia Viviani sia stata chiamata a testimoniare l’esperienza montelupina è indicativo dell’accreditamento del mondo della cultura, dei musei e delle biblioteche. Viene considerata un’esperienza pilota a livello nazionale.

Una convivenza quella fra biblioteca, museo e archivio che non è sempre stata facile, ma che nel tempo ha prodotto iniziative culturali di alto livello. Ultimo, solo in ordine di tempo, il convegno dedicato ai 50 anni dalla scoperta del Pozzo dei Lavatoi.

«Ho sempre rivendicato un’idea “popolare” della cultura, a servizio dei cittadini, in cui gli spazi si modellano per adattarsi ai bisogni di chi li frequenta. Il rischio diversamente è quello di creare cattedrali vuote, magari ineccepibili scientificamente e filologicamente, ma vuote.
Il MMAB ha un’anima. Mi piace immaginarlo come un essere vivo pronto a mutare con il cambiare della condizioni. Ed è questo che ho raccontato nel convegno organizzato a Venaria, non senza emozione», afferma l’assessore alla cultura Aglaia Viviani.

A distanza di quasi 10 anni si può dire che il MMAB sia fedele allo spirito originario e nello stesso tempo si sia adattato al mutare delle condizioni; ha retto il colpo della pandemia ed ha avviato un percorso di ascolto dei cittadini grazie al quale sono state individuate le linee di sviluppo per i prossimi anni. Il primo intervento in ordine di tempo riguarda l’adeguamento della hall in concomitanza con la concessione dello spazio a un nuovo gestore.

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio stampa

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