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Femminicidi, Ordine Medici Firenze: "Serve un cambio di passo"

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/tumisu-148124/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4209778">Tumisu</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4209778">Pixabay</a>

“Giulia Cecchettin è l'ultima vittima di femminicidio: una catena di aggressioni e violenze che dobbiamo spezzare e che è frutto di una cultura della prevaricazione”.
A dirlo è Lucia Toscani, coordinatrice della commissione pari opportunità dell'Ordine dei Medici di Firenze, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
“Pochi giorni fa - dice Toscani - l'agguato alla dottoressa della guardia medica Francesca Romeo in Calabria, dal movente ancora poco chiaro. Pochi mesi fa in Toscana l'uccisione della psichiatra Barbara Capovani ad opera di un paziente. I contesti degli omicidi di Giulia Cecchettin e delle due dottoresse potrebbero apparire non in relazione ma incede sono uniti dalla comune cultura della prevaricazione e della delegittimazione: prevaricazione della persona e della donna e delegittimazione  del ruolo, della  professione che sta svolgendo o che  sta scegliendo. Bisogna ricondurre la società, le istituzioni e la politica alla responsabilità individuale e collettiva e  alla eticità  dei comportamenti."
Toscani ricorda poi che "sono decine le aggressioni, di varia gravità, che riguardano il personale sanitario quotidianamente: non sono più ammissibili. Come Ordine chiediamo una maggiore protezione per professioniste e professionisti che operano nelle strutture sanitarie aumentando la sicurezza e nelle immediate vicinanze”.
“È necessario che le istituzioni siano a fianco delle vittime di violenza non con le parole, ma con il comportamento. Nel caso dei medici e degli operatori sanitari vittime di aggressione serve che emerga con forza la civile consapevolezza che bisogna difendere il Sistema sanitario nazionale, perché ne va della tenuta sociale del paese”.

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