Arpat, via libera dal Consiglio regionale al Bilancio di esercizio 2022
Via libera del Consiglio regionale della Toscana al Bilancio di esercizio 2022, il Bilancio preventivo economico annuale per l'esercizio 2023 e il bilancio pluriennale 2023-2025 di Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. È stata la presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis (Pd) a illustrare gli atti all’Aula passati a maggioranza, con il voto favorevole del Partito democratico e di Italia viva e il voto contrario di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 stelle.
Il bilancio di esercizio per l’anno 2022 di Arpat presenta un conto economico con un valore della produzione pari a euro 53milioni e 783mila 64 euro, l’1,72 per cento in più rispetto al 2021. L’analisi dei contributi, analizzata dal punto di vista del soggetto erogatore, vede la Regione intervenire con 48milioni 138mila 228 euro (l’89,50 per cento del valore della produzione) accanto ai contributi da Comuni, per 64mila 693 euro e da altri enti pubblici, per 808mila 645 euro.
I ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontano a 50milioni 444mila 186 euro, lo 0,19 per cento in meno rispetto all’esercizio precedente.
I costi della produzione si attestano su 47milioni 652mila 683 euro, lo 0,87 per cento in più che nel 2021. Il costo del personale è di 33milioni 746mila 18 euro e registra una diminuzione di circa il 2,73 per cento. La voce ‘acquisti di beni’ è pari a 1milion 120mila 277 euro; la posta relativa ad ‘acquisti per servizi’ è di 6milioni 231mila 955 euro.
L’utile è di 3milioni 995mila 65 euro, il 16,96 per cento in più rispetto al 2021.
Guardando allo stato di attuazione degli investimenti, l’analisi della programmazione 2019-2022 fa emergere che l’importo realizzato è di 3milioni 65mila 483 euro, a fronte di 3milioni 560mila 726 euro programmati, pari all’86,1 per cento.
Quanto al bilancio preventivo per l’esercizio 2023 e il bilancio pluriennale 2023-2025, la presidente De Robertis ha ricordato che “si doveva concludere entro il 30 novembre dell’anno scorso: il ritardo è stato giustificato, il motivo è l’assegnazione delle risorse intervenuta nel febbraio-marzo 2023”. il valore della produzione per il 2023 si assesta su 52milioni 290mila 424 euro (più 1,80 per cento sul preventivo 2022).
La previsione dei contributi, con esclusivo riferimento alla competenza 2023, se analizzata da un punto di vista del soggetto erogatore, rileva un contributo della Regione Toscana di euro 48milioni 365mila 635 euro, in aumento rispetto al 2022; contributi da Comuni di 23mila 500 euro (destinati ad attività di monitoraggio della qualità dell’aria per i Comuni di Barberino Tavarnelle e Livorno); da altri enti pubblici di 1milione 317mila 46 euro.
I costi della produzione ammontano a 50milioni 874mila 226 euro (più 1,80 per cento sul previsionale 2022). La voce ‘acquisti di beni’ è pari a 1milione 299mila 700 euro, mentre la posta di ‘acquisti per servizi’ è di 6milioni 334mila 907 euro. La posta ‘manutenzioni e riparazioni’ ammonta a 4milioni 58mila 737 euro.
Il costo del personale è di 35milioni 590mila 809 euro e registra un incremento del 3,75 rispetto al preventivo 2022 e del 5,47 per cento rispetto al consuntivo 2022. Ai fini del rispetto dei vincoli stabiliti dal Defr il costo del personale rispetta i parametri richiesti.
Sul fronte degli investimenti, le risorse assegnate nel 2023 sono pari a 2milioni e 400mila euro per il triennio 2023-2025 (800mila per ciascuna annualità). Il Piano degli investimenti prevede inoltre ulteriori risorse residue delle precedenti programmazioni degli investimenti (provenienti da risorse regionali) oltre che risorse provenienti da autofinanziamento e da ammortamenti.
“Quello che salta agli occhi è il perdurare di un utile di esercizio che supera abbondantemente i 3milioni e va a sfiorare i 4milioni con un incremento del 17 per cento rispetto al 2021. Un utile così alto è generato per circa il 90 per cento dai contributi della Regione. Costituisce un dato che in commissione abbiamo approfondito e analizzato e ci siamo confrontati con i vertici dell’agenzia”, ha spiegato Lucia De Robertis in Aula. “Si segnala la difficoltà dell’agenzia a reperire il personale di cui ha effettivamente bisogno”. Qui, la presidente rivolge un “appello alla Giunta regionale: l’agenzia è limitata dai vincoli regionali rispetto all’incremento di spesa, che sono più stringenti di quelli nazionali. La dotazione è importante per rafforzare le verifiche in situ che sono in questo momento sempre più importanti. In questo momento il personale di Arpat è impegnatissimo per emettere i pareri in relazione ai fondi del Pnrr sui progetti pubblici. Arpat lamenta da tempo mancanza di personale, la pianta organica ha una media anagrafica di oltre 55 anni. Chiediamo questo sforzo alla Giunta regionale per un ente che è in salute e che giudichiamo indispensabile in questa fase”.
“La presidente De Robertis ha rappresentato in modo preciso quanto affrontato dalla quarta commissione. Importante richiamare le problematiche di Arpat, toccate con mano a più riprese: un quadro che ha una conseguenza in termini di attività sul territorio, di sicurezza, di prevenzione”, ha dichiarato Massimiliano Baldini (Lega), nel suo intervento in Aula. “C’è un generale calo, le ispezioni ambientali sono passate da 3mila 591 nel 2017 a 2mila 910 nel 2022, le ispezioni con sopralluogo calano dal 76 al 64 per cento” nello stesso periodo. “Il contesto di risorse umane si è progressivamente ridotto negli anni, c’è la necessità di uno sblocco. Rispetto al 2021, l’attività svolta nel 2022 ha visto un ulteriore aumento delle ispezioni senza sopralluogo, legato alla riduzione del personale e all’incremento età media. Negli ultimi anni la percentuale di dirigenti con più di 50 anni è passata dall’84 per cento del 2010 al 100 per cento nel 2018. È sempre più difficoltoso riuscire a garantire le attività sul campo. Il punto di monitoraggio acque e i campioni analizzati confermano questo quadro. Monitoraggio delle acque: 324 nel 2017, 249, nel 2022. Tema dell’aria: c’è un’evidente difficoltà, le ispezioni totali per le emissioni in atmosfera sono passate da 354 nel 2017 a 189 nel 2022. Infine, i controlli sui camini, da 129 a 71”. Il consigliere ha quindi annunciato il voto contrario della Lega.
Il consigliere Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) apre con “una provocazione: con un utile di 4milioni e una redditività pari quasi al 10 per cento fa pensare che convenga investire in questo settore. Arpat chiude in attivo dal 2007 e ha disponibilità liquida sui conti correnti di oltre 27milioni. Ci dicono che non riescono ad esercitare tutte le funzioni, colpisce che dei 4milioni di utile, l’80 per cento si chiede di lasciarlo all’Agenzia stessa per completare gli investimenti. Operazione ardita. Il bilancio di previsione, che vedremo dopo, prevede decine di nuove assunzioni. Ci domandiamo come sia la gestione finanziaria di questa agenzia. Provocatoriamente diciamo: diamogli 3milioni in meno quest’anno. Il debito consolidato – ha proseguito Capecchi – è di 12milioni. Rispetto a 27milioni di disponibilità liquide, probabilmente c’è un margine su cui si potrebbe probabilmente lavorare. C’è poi la questione fondi Pnrr: tutte le Arpa delle varie Regioni possono utilizzare fondi per le grandi opere, uscendo dalle spese per il personale”. Anche Capecchi annuncia il voto contrario di Fratelli d’Italia, “pur riconoscendo l’attività delle oltre 500 persone che lavorano all’interno di Arpat”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa