Minuto di silenzio e cordoglio nelle università per Giulia Cecchettin: "Dobbiamo fare di più"
Un minuto di silenzio nelle università toscane per Giulia Cecchettin, 22 anni, vittima di femminicidio.
"L’università di Pisa esprime sgomento per la morte di Giulia Cecchettin, sequestrata e uccisa con efferatezza pochi giorni prima della discussione della tesi di laurea a completamento del suo percorso di studi in Ingegneria biomedica presso l’università di Padova" si legge nel messaggio di cordoglio del rettore dell'ateneo pisano Riccardo Zucchi. "Giulia non era una studentessa del nostro ateneo, eppure sentiamo che la sua morte riguarda anche noi, come ci riguardano la vita e la sicurezza di tutte le giovani donne che nelle università intraprendono e coltivano un loro progetto di vita, di libertà, di realizzazione di sogni e desideri. In segno di cordoglio, e per ribadire la condanna di ogni forma di violenza sulle donne, ho disposto che nella giornata di martedì 21 novembre sia osservato un minuto di silenzio all’inizio di tutte le riunioni di commissioni, organi, sedute di laurea, consigli di dipartimento e di corsi di studio e delle lezioni delle ore 8.45 e 14.00".
Cordoglio anche all'università di Firenze dove, questa mattina, si è tenuto un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin e la lettura dell'elenco delle vittime di femminicidio in Italia nel 2023. Un momento che ha aperto la conferenza "Il racconto di due Presidenti: Corte Costituzionale e Corte di Cassazione", promossa dall'ateneo fiorentino, con la presenza della presidente emerita della Corte Costituzionale Silvana Sciarra e della prima presidente della Corte suprema di Cassazione Margherita Cassano.
La rettrice Alessandra Petrucci ha affermato che l'università di Firenze è sconvolta, "è un fatto che riguarda una ragazza e un ragazzo che erano all'università. Ci stringiamo ovviamente alla famiglia di Giulia, ma dobbiamo fare di più, dobbiamo fare forse meglio, anche se noi ci impegniamo sempre, tutti i giorni, per favorire una cultura che non può nascere da un giorno all'altro, ma deve cominciare fin da subito questo modo di pensare che siamo tutti uguali". L'introduzione della conferenza è stata cambiata in seguito a quanto successo, un fatto su cui "anche molti studenti ci hanno chiamato chiedendo una risposta forte, in nome della cultura del rispetto - ha spiegato la direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'ateneo fiorentino Irene Stolzi, "per imparare a vivere, a pensarsi a partire anche dalla presenza dell'altro". Una formazione continua su questi aspetti, ha sottolineato ancora Stolzi, "ma evidentemente serve un impegno ancora più forte che siamo disposti a raccogliere tutti insieme".