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Al dibattito fra il SÌ e il NO alla multiutility vince il NO

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L’Arci Empolese Valdelsa ha organizzato il dibattito “Multiutility Toscana: le ragioni del sì, le ragioni del no”, al quale davanti a Remo Valsecchi – commercialista in pensione, come ama definirsi – e Giuseppe Torchia – sindaco di Vinci – hanno partecipato poco meno di un centinaio di persone, all’interno della sala maggiore del circolo Arci di Avane.
Un confronto durato oltre due ore e trasmesso sulla pagina Facebook dell’associazione guidata da Chiara Salvadori, che nelle premesse e nello svolgimento si è dimostrato un’occasione voluta per “fare chiarezza e di offrire un’occasione di informazione sulle due tesi grazie all’intervento di esponenti individuati dalle due parti contrapposte”. A moderare l’incontro Valentina Papale, vicepresidente dell’Arci Empolese Valdelsa.
Un dibattito dal quale è emerso, soprattutto nella seconda parte, quella dedicata alle domande, che la scelta della strada della cosiddetta multiutility non è partita dal basso. Da questa direzione è nato invece il sentimento del no, supportato da dati messi a disposizione da Valsecchi, che vogliono sintetizzare la completa contrarietà alla privatizzazione di servizi pubblici, alla conseguente privazione di beni comuni (come lo è l’acqua) ai danni dei cittadini, nonché alla suddivisione degli utili a vantaggio degli azionisti, e quindi a danno di chi già paga il servizio pubblico.
Più ragioni al no, quindi, almeno a quanto sentito ad Avane: un no largamente rappresentato dai componenti dei Comitati contro la quotazione in borsa della multiutility, da cittadini e da esponenti locali delle opposizioni in consiglio comunale.
Poche le ragioni al sì, portate avanti dal sindaco di Vinci, il quale tuttavia, sebbene contrastato e incalzato da molte opinioni e considerazioni poste da chi ha preso la parola fra il pubblico, è stato ringraziato per essere stato uno dei pochi amministratori a prestarsi a dibattiti su questo tema.

Il punto cruciale del no è che, semplificando all’osso, una holding non fa gli interessi dei cittadini, redistribuisce la ricchezza agli azionisti e priva cittadini e imprese di quello di cui hanno bisogno, ovvero di servizi migliori. Una quotazione in borsa della multiutility andrebbe a rimpinguare le tasche di chi ha scommesso finanziariamente sulla holding, facendo sì che le tasse pagate dagli utenti sui servizi non vadano a migliorarli, ma piuttosto a distribuire dividenti fra gli investitori, poco interessati al miglioramento del bene pubblico.
In opposizione al no, il sì del sindaco uscente Torchia: “per la transizione ecologica è necessario fare investimenti importanti – esordisce il primo cittadino vinciano – e senza una multiutility, senza un’azienda forte come potrebbe essere una multiutility, non riusciamo a fare i dovuti investimenti”.

Il botta e risposta fra Valsecchi e Torchia continua sull’opportunità o meno della multiutility, quasi ignorando l’intento moderatore dell’Arci: si arriva a parlare del fatto che le tariffe dei servizi pubblici sono aumentate a discapito degli stipendi e a vantaggio delle holding che reinvestono questi utili senza farli ritornare ai cittadini sottoforma di servizi; oppure del fatto che per venire in contro alla transizione ecologica (tramite l’installazione di un’illuminazione a led, per esempio) le amministrazioni locali siano costrette a rivolgersi a holding non toscane, che sono sì in grado di accollarsi investimenti ingenti, ma che tuttavia portano fuori dalla nostra Regione i soldi spesi dalle nostre amministrazioni.

Infine le domande del pubblico, che più che domande alle quali rispondere, sono risultate considerazioni preparate e certezze appannaggio del no: domande retoriche sull’opportunità di procedere con la quotazione in borsa, considerazioni a supporto del dubbio che la multiutility possa essere un vantaggio per i cittadini, inviti da parte dei promotori del referendum contro la multiutility a firmare.

Adesso la quotazione in borsa della Multiutility Toscana è sospesa perché “è stata avviata una riflessione sulle modalità dell’entrata in borsa”; affermazione che viene tradotta dalla parte contrapposta in un secco “ci sono le elezioni e ci siamo fermati per non fare danni”.
Al netto delle opinioni favorevoli o contrarie l’obiettivo è stato raggiunto: l’intento dell’Arci di creare informazione è stato raggiunto.

Christian Santini

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