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Urbanistica, Nardella: “La vocazione di Firenze è diventare la grande capitale della formazione”

“Qual è la visione che Firenze può abbracciare nei prossimi decenni? Quella di essere una grande capitale della formazione, dell’alta formazione, delle professioni, delle professionalità. Per la sua storia, per la sua collocazione, per la sua conformazione Firenze si riconosce in questa vocazione”.
Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, al convegno Urbanpromo - Progetti per il paese, l’evento culturale di riferimento sul focus della rigenerazione urbana, in programma all’Innovation Center di Fondazione CR Firenze fino al 10 novembre, promosso da Inu (Istituto nazionale di urbanistica), con il supporto organizzativo di Urbit, di cui la Fondazione CR Firenze è partner.

“C’è un nesso chiarissimo fra l’azione antropica e i danni ambientali. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione. In questo quadro rientra il tema della riqualificazione urbana: Firenze è stata la prima a introdurre il principio dei volumi zero. La vera sfida delle città come Firenze è quella della rigenerazione: restaurare, oppure demolire e ricostruire. La sfida della sostenibilità porta a rigenerare il patrimonio abbandonato e spinge a coltivare una visione strategica che conviva con la rigenerazione. Nel centro di Firenze, centri polivalenti, sedi di fondazioni, centri di formazione, biblioteche, piazze fanno vivere luoghi che un tempo erano uffici giudiziari, caserme, prigioni”.

“L’urbanistica è la chiave di lettura di tanti diversi ambiti delle politiche pubbliche. Senza un’urbanistica visionaria, intelligente, strategica, noi non possiamo cambiare il volto alle nostre città e fronteggiare sfide pesanti come quelle che sono sotto i nostri occhi: cambiamento climatico, overtourism, emergenza abitativa. Se non abbiamo le idee chiare sui contenuti, rischiamo di fare dei brutti contenitori”. Eppure, “in Europa l’agenda urbana non è una priorità, le risorse sono limitate. Ma io penso che la grande forza dell’Europa sia quella di essere un grande modello di innovazione sociale ed economica, partendo dalle città. Se vogliamo costruire una nuova Europa abbiamo bisogno delle città, solo le città possono dare un nuovo sogno alla nostra Europa. Non possiamo aspettare che siano gli Stati nazionali a rappresentare il motore di ingegno, creatività e rigenerazione. Partiamo dalle città. Sono le città che ci hanno insegnato lo spirito europeo”.

Fonte: Ufficio stampa

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