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A San Miniato una serata di approfondimento su Giorgio La Pira

Si torna a parlare di «Dramma industriale, Firenze 1953», per  un ulteriore approfondimento della figura di Giorgio La Pira, che non fu solo un contemplativo e un uomo di fede, ma fu anche un sindaco che attuò, realizzò e operò su due livelli di valore: il valore dell’uomo e quello della città. Un uomo che non fu compreso subito, dovette lottare. Fu osteggiato, ostacolato, ma, nonostante ciò, riuscì a far valere le sue convinzioni politiche, sociali, religiose. La Festa del Teatro di San Miniato, con l’edizione dello scorso luglio, ha reso sulla scena teatrale un episodio significativo di La Pira, sindaco di Firenze quando nell’autunno 1953 più di duemila operai, tutti assunti presso lo stabilimento fiorentino del Pignone, rischiarono il licenziamento per la chiusura dello fabbrica. La Pira prese pubblicamente le parti degli operai, asserragliati nei locali dell’officina. Nelle drammatiche giornate di quell’occupazione, tra scioperi generali e rapporti con industriali, prefetti e ministri, La Pira compattò un fronte politico e civile che punta a salvare prima di ogni altra cosa i posti di lavoro. Traendo spunto da questa vicenda, s lo spettacolo – messo in scena da giovane regista Giovanni Ortoleva – ritrae i turbamenti privati del professor La Pira, diviso tra l’impegno politico e spirituale per la vertenza della Fabbrica, e l’eco delle accuse di socialismo che ambienti democristiani e liberali gli recapitano. «Riflessioni a margine dello spettacolo», è il tema della serata, domani dalle 18, a Palazzo Grifoni – sede della Fondazione Crsm che sostiene in maniera determinante il Dramma Popolare – che vedrà protagonista Patrizia Giunti, presidente della Fondazione La Pira. Interventi introduttivi: Giovanni Urti, presidente della Fondazione Crsm, Marzio Gabbanini, presidente Fondazione Idp, Simone Giglioli, sindaco di San Miniato, Giovanni Paccosi, vescovo.

Fonte: Dramma Popolare - Ufficio stampa

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