Certaldo ricorda Bruno Ciari a cento anni dalla nascita
A cento anni dalla nascita di Bruno Ciari, la Società Storica della Valdelsa, in collaborazione con il Comune di Certaldo e con il patrocinio dell’Associazione Polis, vogliono ricordare la sua figura di intellettuale e educatore e discutere delle eredità attuali della sua lezione.
Sabato 4 novembre, nell'evento" Le eredità di Bruno Ciari. Scuola, cultura, territorio" in scena alle ore 16,30 presso Macelli Public Space di Certaldo - dopo il saluto inaugurale di Marcella Bufalini Ciari e quelli istituzionali di Benedetta Bagni (Assessora all’Istruzione del Comune di Certaldo), Alfiero Ciampolini (Presidente dell’Associazione Polis), Sabina Spannocchi (Presidente della Società Storica della Valdelsa) - ne parleranno Anna Lia Galardini e Alessandro Simonica, coordinati da Fabio Dei.
Malgrado la prematura scomparsa, Ciari ha lasciato una impronta decisiva nella cultura pedagogica italiana, in una fase di grande sviluppo del paese e di conquiste democratiche che trovavano proprio nella scuola il loro terreno di coltura. In che misura, nel contesto completamente diverso di oggi, sono ancora attuali le sue intuizioni su una didattica attiva, non gerarchica, strettamente legata al territorio e alla dimensione locale? “[…] è solo con l’immaginazione pedagogica e con il coraggio politico che si riesce ad uscire dal circolo vizioso di una società e delle sue istituzioni educative che non funzionano e che creano dei non-funzionanti” (Bruno Ciari, La grande disadattata in “La riforma della scuola”, 4, 1970, cit. p. 16).
Bruno Ciari aveva iniziato ad insegnare a Certaldo nell’immediato dopo guerra, negli stessi anni in cui era entrata in vigore la Costituzione italiana, e in cui le classi differenziali destinate a ospitare minorati mentali e fisici oltre a bambini con grave disagio sociale e familiare, erano la norma e avrebbero continuato ad esserlo per molto. Entrato a far parte del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), nel 1966, fu chiamato a Bologna per ripensare i servizi scolastici, in un territorio particolarmente animoso e vivace in fatto di discussione pedagogica. Fu in questo contesto che il certaldese ribaltando il problema delle classi differenziali prospettò di differenziare la scuola, con l’introduzione del tempo pieno e una salda cooperazione tra scuola, famiglia e territorio; una felice proposta di cui purtroppo, a causa della morte precoce, non ha potuto essere testimone.
Fonte: Ufficio Stampa