No a piazza intitolata a Pertini, Pd Lucca: "Giunta sotto scacco dell'estrema destra"
I componenti della segreteria comunale del Partito Democratico di Lucca intervengono sulla bocciatura, da parte dell'amministrazione Pardini, della mozione presentata dal consigliere Bianucci per intitolare una strada o una piazza a Sandro Pertini.
Siamo arrivati al dunque, se ce ne fosse stato bisogno. Le maschere cadono e la realtà si fa avanti. La giunta comunale lucchese ha deciso che il presidente più amato dagli italiani, Sandro Pertini, non merita un via o una piazza intitolata. La motivazione è talmente surreale da lasciare sbigottiti, quanto vigliacca da far vergognare: “se non lo avete fatto voi, perché dobbiamo farlo noi?
L’immagine di Pertini entrata nella memoria collettiva è senz'altro quella dell'esultanza durante la finale dei Mondiali di calcio del 1982, vinti dall'Italia.
Un'esultanza da ragazzino, così lontana dalle ingessate etichette della politica di quegli anni. Ma Pertini fu molto di più. Fu un “eroe” italiano, un antifascista convinto che si fece 14 anni di carcere per attività clandestina, per poi fuggire e diventare segretario del Partito socialista per l'Italia occupata dai nazisti. Divenne una delle personalità di primo piano della Resistenza e uno dei membri del Comitato di Liberazione Nazionale.
Era a Porta San Paolo a Roma per fermare l’esercito tedesco e a Milano il 25 aprile del 1945. Stiamo parlando della storia d’Italia.
Un nome, quello di Sandro Pertini che unisce chi ha a cuore la democrazia e che purtroppo a Lucca, ha ricevuto un servizio, da una giunta che per leggerezza o malafede, ha voluto negare un suo riconoscimento.
l'8 luglio 1978 con 832 voti su 995, Sandro Pertini divenne il settimo Presidente della Repubblica, con la più larga maggioranza della storia repubblicana.
Alla sua morte, Indro Montanelli lo ricordò così: “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità. Ci mancherà tutto di lui”.
Sincerità, lealtà, pulizia. Tutto quello che sembra mancare alla compagine guidata dal sindaco Pardini che durante il consiglio ha negato perfino la discussione in merito, per passare ad un silenziosa, quanta vigliacca dichiarazione di voto.
A Lucca, possiamo vivere anche senza una piazza intitolata a Sandro Pertini, ma da ieri sera i lucchesi hanno potuto vedere lo spessore culturale della maggioranza e cosa covano nel profondo i nostalgici dei “bei tempi andati” o i sedicenti fascisti 2.0.
Se non fosse reale, questa imbarazzante presa di posizione dell’amministrazione Pardini sembrerebbe una barzelletta, una perfetta macchietta per un film di Monicelli con Alberto Sordi e Ugo Tognazzi.
Siamo curiosi di sentire una parola da parte del sindaco “di tutti” Mario Pardini, dell’assessore alla cultura Mia Pisano e anche di quella dell’assessore allo sport, Fabio Barsanti, che ieri sera si è tanto prodigato per non fare parlare i consiglieri di minoranza, ma che essendo senza microfono, non è sfato possibile capirne il suo fine ragionamento.
Sappiamo bene che non esiste un rischio del ritorno al fascismo con manganello e olio di ricino. La “paura” del ripetersi di certe limitazioni della libertà imposta dai regimi totalitari non è reale. Ma dal momento che stanno venendo meno tutti gli anticorpi nei confronti di nuovi possibili pericoli per la democrazia, deve crescere l’attenzione verso questo spirito, fondamentalmente avverso alla democrazia e ai suoi simboli, delle nuove destre populiste.
È una brutta pagina quella scritta ieri sera dalla giunta Pardini, ma Lucca non è questa e siamo certi che presto sapremo ricollocarci all'interno della cultura democratica che ha guidato sempre, seppur nelle differenze, la politica lucchese.
Fonte: Pd Lucca