L'inflazione toglie carne e pesce dalla tavola dei toscani. Servono oltre 400 euro in più per fare spesa
Meno pesce e carne in tavola. A causa dell’aumento dei prezzi un toscano su due ha dovuto inevitabilmente rivedere la lista della spesa rinunciando ad alcune degli alimenti fondamentali per una dieta bilanciata e variegata come il pesce (27%) ed la carne (26%). Più di uno su tre ha confessato, a livello generale, di aver messo meno prodotti alimentari nel carrello (34%). Riduzioni più contenute per frutta e verdura (7%) così come vino ed altre bevande (6%). A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei risultati di un sondaggio online condotto sul sito www.toscana.coldiretti.it
A confermare una tendenza purtroppo consolidata da un po’ di tempo, a causa dell’esplosione dell’inflazione determinata dallo sventurato intreccio di fattori interni ed internazionali, sono i dati dell’Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi otto mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente secondo cui il caro prezzi ha tagliato del 4,5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani che sono però costretti però a spendere comunque il 6,9%. Tradotto, in soldoni, per le famiglie della nostra regione si tratta di un esborso aggiuntivo di 433 euro in più per acquistare pane, pasta, latte, verdura, formaggi e più in generale generi alimentari e bevande analcooliche.
“E’ uno scenario sempre più complicato per le famiglie della nostra regione dovuto al costante aumento dei prezzi, in atto ormai dal mese di novembre del 2021, che sta riducendo sempre di più il loro potere di acquisto.– spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – L’effetto reale si è già tradotto in un taglio del 5% delle quantità di prodotti alimentari ma anche nella rinuncia di alimenti importanti per una dieta equilibrata come la carne ed il pesce. Caro gasolio, eventi estremi, distorsioni lungo la filiera e speculazioni nei mercati finanziari: sulle famiglie si è scatenata la tempesta perfetta. Cerchiamo di guardare con ottimismo al rallentamento dell’inflazione sperando sia l’inizio di una rapida inversione di tendenza dei prezzi”.
La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea Coldiretti Toscana – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,5% nel periodo gennaio-agosto nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount – precisa Coldiretti Toscana – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
Le famiglie – sottolinea Coldiretti Toscana – riducono gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante sono alcuni dei consigli della Coldiretti.
La situazione di difficoltà si estende – continua Coldiretti Toscana – alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Ma a pesare sono anche i costi della logistica, spinti dal caro carburante, che nel caso della frutta e della verdura arrivano ad incidere attorno ad 1/3 del totale.
Occorre lavorare – precisa Coldiretti Toscana – per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. In questo contesto è importante l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti per i contratti di filiera superiori alla dotazione – conclude Coldiretti Toscana – e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di aumentare la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura e “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani e sui costi delle imprese.
Fonte: Coldiretti Toscana