Tragedia Vajont, il regalo a Longarone delle bambine di Barberino Tavarnelle
Le emozioni, i ricordi, lo sguardo delle bambine e dei bambini del Morrocco di fronte alla desolazione, al vuoto, alla drammaticità di una terra strappata alla vita, fissati sulla carta e impressi per sempre nei loro cuori e in quelli dei coetanei superstiti. Una lunga storia che intreccia amicizia e memoria e unisce due paesi, due comunità nel segno del ricordo del Vajont. Le amministrazioni comunali di Barberino Tavarnelle e Longarone, in collaborazione con l'Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani di Barberino Tavarnelle e la Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 onlus, hanno prodotto una pubblicazione che commemora il sessantesimo anniversario del disastro del Vajont. Si tratta di un progetto culturale che in questa occasione ha previsto la realizzazione di un cofanetto della memoria. All’interno vi sono “La fiera dei sogni”, un diario collettivo che racchiude i temi, le impressioni, le esperienze raccontate dagli allievi di allora, iscritti alla scuola elementare del Morrocco, dopo il viaggio educativo di solidarietà a Longarone, uno dei comuni più colpiti dall’onda killer del 9 ottobre 1963, e il docufilm “La valigia dei Baci” di Andrea Bruno Savelli.
“Ancora una volta intendiamo esprimere e promuovere la conoscenza dell’incontro che ci ha portato ad incrociare le nostre strade – dichiara il primo cittadino David Baroncelli - un legame solido, nel passato come nel presente, che continua ad alimentarsi delle relazioni di grande affetto e umanità che intercorrono tra le nostre comunità”. I primi a scrivere le pagine di questo cammino, fatto di amicizia e solidarietà, furono le bambine e i bambini del Morrocco, frazione del comune di Barberino Tavarnelle, oggi settantenni, accompagnati e guidati dalla maestra che insegnava la vita, Anna Cetica, e la direttrice dell’epoca Lea Verdi. Sono Giuliana Barbetti, Grazia Daddi, Simone Daddi, Tina Silei, Anna Rustioni e tanti altri. Compagni, amici di penna e non solo che negli anni, da artigiani di empatia e fratellanza, hanno costruito un filo diretto, un dialogo mai interrotto con la comunità di Longarone. Come accade ogni anno, da decenni, alcuni giorni fa una delegazione di cittadine e cittadini di Barberino Tavarnelle si è recata a Longarone insieme ad alcuni di loro, accompagnati dal sindaco David Baroncelli, dal consigliere regionale Massimiliano Pescini, dalla dirigente scolastica Maria Pia Misiti e un gruppo di studenti della scuola secondaria di primo grado per partecipare alla tradizionale pedonata nei luoghi della memoria del Vajont.
“E’ l’occasione di condivisione di un patrimonio di valori umani e sociali che lega indissolubilmente le nostre realtà, un dolce rituale che si ripete annualmente – spiega il sindaco Baroncelli – grazie alla determinazione del gruppo delle bambine del Morrocco, alla volontà dell’amministrazione comunale, alla concreta sensibilità della nostra cara assessora Marina Baretta, abbiamo tradotto insieme una vicenda tragica in una forma di rinascita che nel tempo si è consolidata spontaneamente estendendo il coinvolgimento al mondo della scuola”. Il cofanetto, parte di un più ampio progetto culturale ed educativo, si rivela longevo perché nasce da un’autentica rete di sentimenti e aggiunge un ulteriore un tassello al lungo percorso di amicizia e vicinanza che si è potuto rafforzare soprattutto dal 2005. Nel corso della due giorni dello scorso settembre gli amici di Longarone, alla presenza dei sindaci Roberto Padrin di Longarone e David Baroncelli di Barberino Tavarnelle hanno dedicato alla comunità di Tavarnelle il cippo dell’amicizia, una lastra di pietra che raffigura il legame tra un abete, simbolo della montagna di Longarone e un cipresso, pianta tipica del paesaggio e del patrimonio arboreo chiantigiano.
La storia di Tavarnelle e Longarone
Era l’aprile del 1965 quando un gruppo di studenti di terza e quarta classe della scuola elementare del Morrocco, frazione dell’allora Comune di Tavarnelle Val di Pesa, si recò in visita a Longarone per esprimere vicinanza e affetto ai coetanei sopravvissuti alla tragedia della diga del Vajont. Protagonisti le bambine e i bambini di una scuola di campagna, che non avevano mai messo piedi oltre il proprio territorio né avevano idea di cosa volesse dire spostarsi in treno. Gli studenti furono accompagnati da una maestra appassionata e sensibile, Anna Cetica, che insegnava la vita e una direttrice altrettanto rivoluzionaria, Lea Verdi, venute a mancare entrambe da qualche anno, che si opposero alle regole del tempo e organizzarono la visita scolastica che sarebbe diventata poi esemplare, passata alla storia come la prima gita italiana educativa di supporto solidale ai più deboli. Da allora i bambini di Tavarnelle e Longarone non si sono mai lasciati, sono cresciuti anno dopo anno, divenendo adulti insieme nel ricordo di quanto condiviso, organizzando visite e occasioni culturali, sportive e momenti di aggregazione reciproca.
Fonte: Ufficio Stampa Associato Del Chianti Fiorentino - Ufficio Stampa