gonews.it

Settimana scolastica corta, se ne parla in commissione Istruzione e cultura

Il tema caldo affrontato dai consiglieri, la presidente Giachi: "È necessario valutare, anche con una ricerca apposita, la correlazione tra durata del tempo scolastico e livelli di apprendimento"

La commissione Istruzione e cultura, presieduta da Cristina Giachi (Pd), ha dedicato una seduta al tema caldo della ‘settimana scolastica corta’. Una mattinata di riflessione e approfondimento arricchita dalle audizioni dei protagonisti del settore.

Per la presidente Giachi “è emerso chiaramente che quando si parla di scuola, si parla in realtà della società e della cittadinanza tutta. Il tema dell’introduzione della settimana corta nelle scuole di ogni ordine e grado ha rivelato quanto sia complessa la gestione del calendario scolastico in rapporto ai bisogni delle famiglie, dall’organizzazione della vita sociale al tempo libero, ma anche e soprattutto dal punto di vista dell’apprendimento. Elemento rispetto al quale mancano ad oggi dati ed evidenze. La commissione che approfondirà il tema in altre audizioni, con il Parlamento degli Studenti, i sindacati di settore e le associazioni dei Genitori, ha riflettuto sulla possibilità di commissionare una ricerca che metta in luce la correlazione tra durata del tempo scolastico, dal punto di vista della settimana corta, con l’aggravio di ore di lezione per gli studenti, e i risultati sull’apprendimento. Questo potrebbe essere un elemento dirimente”.

“È apparso chiaro a tutti - ha proseguito la presidente Giachi - che non esiste una soluzione che possa valere per tutte le scuole e i percorsi formativi, e che è quindi sia sempre più necessario far leva sull’autonomia delle scuole. Ma un’autonomia consapevole, nel dialogo con le altre componenti sociali, con gli Enti locali, dal punto di vista dell’organizzazione dei servizi di supporto, come trasporto e mensa, e con la società tutta per quanto riguarda la vita delle comunità sia che si tratti di città, sia che si tratti di piccole comunità che vivono il problema di come raggiungere i complessi scolastici. Un altro elemento importante emerso è che per i presidi la settimana corta può rappresentare un vantaggio non soltanto dal punto di vista di accontentare i docenti che chiedono di avere il sabato libero, ma soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Un tema quello dell’organizzazione del lavoro nella scuola che affronteremo con i sindacati”.

In apertura dei lavori il consigliere regionale di Italia Viva Stefano Scaramelli ha parlato “di un ambito in cui c’è totale autonomia, ma dove esistono molte questioni che vanno sollevate e affrontate, facendo una riflessione che tenga conti di tanti elementi, dai trasporti da garantire, agli effetti psicologici sugli studenti che vivono come unica valvola di sfogo il sabato sera, con tutto quello che comporta dal punto di vista dello stress e dell’utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti”.

Tanti gli aspetti evidenziati nelle audizioni il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Roberto Curtolo ha sottolineato i due aspetti fondamentali dell’autonomia scolastica “orario e organizzazione didattica. Elementi garantiti dal legislatore”. Simona Chimentelli del Gruppo di lavoro interistituzionale regionale (Glir) ha evidenziato come “nella valutazione del tempo scolastico entrino in gioco tante varianti, dal benessere, alla logistica, alla didattica, ma anche tanti organismi, su tutti il consiglio di istituto”.

L’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola è stata rappresentata dal presidente Alessandro Artini e dal vicepresidente Andrea Marchetti. Il primo ha evidenziato il problema in una scuola di media di portare la settimana da sei a cinque giorni: “Si tratta di sei ore al giorno di lezione, con l’uscita dei ragazzi alle 14. E con la previsione di un rientro pomeridiano in molte realtà ci sarebbe il problema della mensa scolastica. I ragazzi e le ragazze di primaria e media non possono andare al bar a mangiare un panino. Tra i vantaggi il risparmio energetico e il minor uso dei mezzi di trasporto”. Andrea Marchetti ha portato invece la sua esperienza personale con l’Istituto agrario delle Cascine dove la settimana corta è già una realtà “a distanza di un anno gli studenti non tornerebbero indietro, l’85% dei docenti è favorevole. C’è qualche resistenza da parte delle famiglie e il problema dell’uscita da scuola alle 14 e 30 che non permette un ritorno agevolato usando i mezzi pubblici. Se uno studente abita lontano il problema della fatica è concreto”.

Per Sergio Marra presidente di Udir Toscana, l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, delle professionalità dell'area dell'istruzione e della ricerca “l’esperienza della settimana corta va fatta con una consultazione dei genitori per valutare l’indice di gradimento. Ma questo non è mai stato inferiore al 65-70%. Tra le criticità ci si è scontrati con il problema dei trasporti. Non nelle città, ma nelle periferie e nelle zone decentrate”. Mentre per Marco Mosconi dei Dirigenti Scuola Confederati “è fondamentale lasciare l’autonomia alle varie scuole del territorio, avendo in mano il polso della situazione. Risolvendo il problema dei trasporti, tutti i territori avrebbero la possibilità di scegliere. In provincia di Siena le difficoltà sono notevoli”.

Maurizio Serafin dell’Associazione docenti e dirigenti scolastici ha evidenziato come “non sia possibile valutare se passando alla settimana corta ne risenta il livello dell’apprendimento. Mentre è necessario valutare se i livelli cambino”. “Non sempre - ha aggiunto - i risparmi energetici sono dimostrati ed è evidente il problema delle mense scolastiche. E al problema delle strutture si somma quello del pendolarismo”.

La dottoressa Sara Mele, responsabile del settore educazione e istruzione della Regione si è limitata a ribadire che la competenza della Toscana è solo “sull’inizio e la fine del calendario scolastico, mentre l’articolazione è di competenza dei dirigenti scolastici”. A conclusione delle audizioni, a cui ha partecipato anche Alessandra Papa come referente dell’Ufficio scolastico regionale per la costituzione del Forum

Regionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola, il consigliere regionale Stefano Scaramelli ha parlato di una “questione complessa che ha bisogno di una discussione complessa. Sono emersi elementi importanti e noi come protagonisti possiamo favorire uno studio per la valutazione dei livelli di apprendimento”. “Vanno poi valutati – ha proseguito – temi come la partecipazione dei ragazzi alle attività sportive, soprattutto il sabato pomeriggio. C’è quello urgente dei trasporti, ma i problemi, se affrontati si possono trasformare in opportunità, pensando anche a orari diversi per i locali del divertimento”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

Exit mobile version