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Turismo e affitti brevi, Confcommercio e Federalberghi: "No a zone franche"

Il presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti e il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni contro le dichiarazioni di Deborah Bergamini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera

Continua a suscitare polemiche tra gli addetti ai lavori il complesso iter legato al disegno di legge sugli affitti brevi.

“A scaldare ulteriormente gli animi ci ha pensato ieri (25 settembre) l’onorevole toscana Deborah Bergamini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, con una dichiarazione sul tema rilasciata a margine di una conferenza del suo movimento a Lucca”, scrivono in una nota congiunta il presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti e il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“L’onorevole Bergamini parla di un mondo da favola che ormai esiste solo nel suo immaginario, quando dichiara che le locazioni brevi sono l’ultimo degli ammortizzatori sociali – sottolinea il presidente di Federalberghi Toscana-Confcommercio Daniele Barbetti - Basta vedere quanto accade nelle città dove il fenomeno è dilagato, Firenze in primis, per rendersi conto che molte residenze offerte sul mercato degli affitti turistici sono di proprietà di grandi multinazionali che ci stanno speculando. Altro che eredità di nonni e vecchi zii!”.

Il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni rincara la dose: “Stia tranquilla l’on. Bergamini, nessuno in Confcommercio intende limitare la proprietà privata, ci mancherebbe. Per noi però, in un sistema d’impresa aperto e libero, è sacro il principio dello “stesso mercato, stesse regole”! Perché non è ammissibile che a qualcuno sia consentito di fare lo stesso mestiere e prestare lo stesso servizio delle nostre strutture, ovviamente lucrandoci, con meno obblighi, normative e oneri da rispettare. Troppo comodo!”

“Difendere la proprietà privata non significa creare una zona franca in cui ognuno può fare quello che vuole, a discapito delle regole – ribadisce Barbetti - perché se vanno bene gli affitti brevi, allora va bene anche trasformare il salotto in una discoteca, il bagno in un centro estetico, la cucina in un ristorante e il garage in una autofficina. Sarebbe il Far West. Ecco perché esistono le norme, inclusa la pianificazione urbanistica, e perché ne serve una nazionale che distingua in maniera chiara cosa è una locazione da cosa è un’attività ricettiva. E affittare per una, due o tre notti non può essere considerata locazione. Perché allora si può fare senza regole e godendo di tanti vantaggi fiscali?”.

“Stupisce che la rappresentante di un partito come Forza Italia non tuteli il sistema delle imprese, unico a produrre vera occupazione e vera ricchezza sul territorio, ma difenda unicamente la rendita immobiliare e la sua concentrazione verso grandi gruppi, portando acqua al mulino di piattaforme internazionali che sono al momento fra i più grandi evasori fiscali di questo Paese…”, prosegue il presidente di Federalberghi Toscana. “E poi non esistono proprietà private di serie A e di serie B. Anche le imprese alberghiere sono spesso proprietarie degli immobili in cui lavorano. Perché devono subire la concorrenza sleale di chi fa lo stesso loro mestiere, ma in una civile abitazione?”.

“L’onorevole Bergamini dimentica inoltre che fare ricettività in casa è già ammesso dalla legge in una quantità incredibile di forme: affittacamere, case vacanze, residenze d’epoca, b&b. Sostenere che la locazione breve sia l’unica risposta per chi vuole mettere a reddito una civile abitazione è quindi mentire sapendo di mentire. Il sistema delle imprese ricettive va tutelato in ogni sua componente, dall’albergo all’ultimo dei piccoli affittacamere, senza se e senza ma, per tutti i vantaggi che porta al nostro Paese”.

A margine della nota interviene anche Chiara Pelagotti, neopresidente di Rescasa Toscana, l’associazione di categoria che nel sistema Confcommercio dà voce proprio alle imprese ricettive extralberghiere: “siamo lieti che si faccia finalmente chiarezza nella nebulosa dell’extra-alberghiero tutelando chi come noi fa impresa con garanzia di qualità. Se l’onorevole Bergamini vuol togliere ogni vincolo ai privati, allora dovrebbe farlo anche alle imprese. E non mi pare una strada auspicabile né praticabile se vogliamo difendere l’alto livello della ricettività toscana”. Parla anche il presidente regionale di Faita Confcommercio Andy Fedi, per portare il punto di vista di chi gestisce campeggi e altre strutture ricettive all’aria aperta: “da una parte si accusa il comparto turistico di creare lavoro povero, perché molte attività sono stagionali e impiegano la maggior parte della forza lavoro per otto mesi l’anno, dall’altra però non si pone un freno alle locazioni brevi che, oltre a creare concorrenza sleale, di fatto offrono solo qualche posto di lavoro ad ore nell’ambito delle pulizie, senza nessuna possibilità di crescita professionale degli addetti e con ampie zone grigie nei contratti”.

I NUMERI DEL FENOMENO IN TOSCANA

Con quasi 60mila (59.058) unità locative offerte sul web, la Toscana è la regione con il più alto numero di annunci di locazioni turistiche sul portale Airbnb. Firenze è al terzo posto nella classifica dei comuni turistici con maggiore offerta di alloggi disponibili per affitti brevi (se ne contano 8.454), subito dopo Roma (19.336) e Milano (12.264). La città è terza anche per il loro tasso di occupazione, pari all’83%. Vale a dire che oltre otto posti letto su dieci tra quelli disponibili nella rete degli affitti turistici brevi vengono effettivamente venduti ai turisti. Un tasso di occupazione superiore lo registrano solo Roma (88%) e Positano (84%).

Fonte: Confcommercio Toscana - Ufficio Stampa

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