Dalle concerie dismesse al futuro di Ponte a Egola: la tesi di laurea di Tommaso Pannocchia
Uno studio per ridare vita al proprio paese, immaginando un nuovo futuro per quelle aree purtroppo in degrado e dando anche una svolta alla vita dell'intero comprensorio. Non era questa l'ambizione iniziale di Tommaso Pannocchia, geometra 25enne da poco tempo laureatosi alla magistrale in Pianificazione e Progettazione della città e del territorio all'Università di Firenze. Ma con la sua tesi di laurea sulle sfide della rigenerazione urbano-industriale, ha messo la base su un nuovo capitolo della storia di Ponte a Egola, frazione in cui Tommaso vive e abita.
Non era nuovo a studi di questo tipo. Per la laurea triennale aveva già fatto una prima analisi sulle concerie dismesse, "uno stato dell'arte di quello che c'era a Ponte a Egola a livello di degrado di ex comparti conciari a vasta scala", spiega lo stesso Pannocchia. Adesso "c'era l'idea di portare delle soluzioni progettuali e normative per risolvere questo problema lungo dagli anni '90 a oggi".
"Si parla di oltre 40 concerie, per 6 ettari di superficie occupate. C'è tanto recupero volumetrico, ossia di spazi, ma poco può rimanere della sagoma dell'edificio per evidenti carenti strutturali, perlopiù sono concerie fatiscenti. Ho costruito un modello pilota di progetto urbanistico per Ponte a Egola. In ogni ambito territoriale ho provato a dare una soluzione progettuale di rigenerazione, con una valutazione finale e strumenti agevolativi per la pubblica amministrazione per riconvertire queste aree", afferma Pannocchia.
Infatti, la questione che è sempre stata dirimente è la proprietà delle concerie, che per la stragrande maggioranza è privata: "Infatti, il Comune di San Miniato non detiene nulla - afferma - però è possibile ipotizzare una specie di scambio. Partendo dal fatto che il Comune sia dotato di risorse o di strumenti di finanza agevolata (ce ne sono per il Pnrr ma altri fondi di rigenerazione urbana vengono periodicamente concessi dalla Regione Toscana tramite fondi del Por Fesr), è possibile trattare con i privati per l'alienazione di queste aree".
E allora, basterebbe presentare il progetto all'amministrazione. "Questo tema è legato al nuovo piano operativo, ci sarà occasione di parlarne, vediamo cosa può venire fuori. Dipende oltre che dall'interesse concreto anche dalla voglia di fare. Bisogna trasformare le tante parole spese finora prima in uno strumento normativo e poi in azione. Questi strumenti ad hoc per Ponte a Egola non sono mai stati messi in campo, ci sono stati solo fogli che volavano, e ne ho visti tanti in questi anni".
Elia Billero