Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli: Legambiente sul Piano Integrato
Il Piano Integrato del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli va avanti. Nelle ultime settimane, i pareri del Comitato Scientifico e della Consulta Tecnica Regionale per le Aree Protette e la Biodiversità, pur con qualche riserva, hanno riconosciuto il valore del lavoro istruito dall’Ufficio di Piano e la solidità normativa del Piano stesso.
Il Piano, infatti, prevede la suddivisione del territorio in zone a diverso grado di protezione e sarà disciplinato dalle Norme Tecniche di Attuazione e gestione (NTA), non ancora rese pubbliche. Queste saranno composte da numerosi articoli che dovranno specificare in maniera puntuale, sia per le aree interne che per le aree contigue, non soltanto le invarianti strutturali del territorio, ma anche le possibili destinazioni d’uso e gli interventi ammessi, sia in ambito urbanistico che edilizio, con un livello di dettaglio che va dalle riserve integrali fino all’edificato rurale sparso. Queste norme dissiperanno i dubbi circa la valenza della pianificazione territoriale attuata dal Parco, alla quale i comuni dovranno adeguare i loro strumenti urbanistici, in quanto ad essa subordinati, anche per le aree contigue. Quest’ultimo aspetto costituisce un unicum legislativo nel panorama dei Parchi italiani, sia nazionali che regionali, nei quali le aree contigue non sono soggette alle norme degli Enti Parco, relativamente agli aspetti urbanistici.
I dubbi circa l’efficacia della pianificazione attuata dal Parco hanno animato vari dibattiti, a partire dai primi mesi dell’anno, all’interno di alcune forze politiche, associazioni e comitati che l’hanno messa in discussione, attribuendole indesiderati punti di debolezza per il futuro dell’area protetta. Tale efficacia è invece ben chiara ai Sindaci della Comunità del Parco, come dimostrano le richieste di un cospicuo ridimensionamento dell’Area Protetta pervenute da tre Comuni. Proposte di deperimetrazione di alcune aree, dell’ordine di alcune centinaia di ettari, per riappropriarsi della piena potestà di pianificazione sulle stesse. Fra tutti, spicca il Comune di Pisa, che ha chiesto la deperimetrazione di ben 5 aree, per oltre 300 ettari, da sottrarre alla pianificazione del Parco, per garantire lo sviluppo urbanistico della città, l’incremento dell’aeroporto, lo sviluppo delle attività produttive nell’area dei Navicelli. È sorprendente che le forze di opposizione in consiglio comunale si siano concentrate nelle ultime settimane nello stigmatizzare il comportamento del Parco e non abbiano minimamente chiesto conto al Sindaco di queste richieste, che per fortuna il Parco non ha accettato.
Si aprono adesso le fasi delicate dell’adozione in Giunta e, soprattutto, in Consiglio Regionale, nelle quali probabilmente riemergeranno anche le richieste dei Comuni. Ci auguriamo che la Regione non sia condizionata dalle pressioni locali e che risolva anche alcune delle criticità segnalate dal Comitato Scientifico e dalla Consulta tecnica, relative alla necessità d’includere in area interna alcune zone di elevato interesse naturalistico, come le dune di Calambrone, i boschi di Coltano ed alcune aree del Padule di Massaciuccoli.
L’esame accurato delle Norme Tecniche d’Attuazione, quando saranno disponibili, consentirà anche di valutare se alcuni progetti di infrastrutture con impatti estremamente negativi sull’integrità del Parco e sulla biodiversità da questo tutelata, quali l’Asse di penetrazione di Viareggio o il cambio di destinazione d’uso dei locali della Marina di Torre del Lago, saranno resi possibili dal nuovo Piano oppure se esso li avrà scongiurati. Su questi temi continueremo a vigilare, intervenendo con osservazioni formali, attività di sensibilizzazione e, ove necessario, anche con dure manifestazioni di protesta.
Fonte: Legambiente Toscana - Ufficio Stampa