Una San Miniato futura da rifare: CambiaMenti boccia il piano strutturale
Una gestione dell'urbanistica "oltre tutte le previsioni più pessimistiche". Non usa mezzi termini l'associazione CambiaMenti, nella conferenza stampa dello scorso 16 settembre, a cui ha fatto seguito un documento in cui sono elencati i punti critici della visione urbanistica di San Miniato e frazioni della giunta guidata da Simone Giglioli.
La consigliera capogruppo Manola Guazzini e il presidente Francesco Faraoni hanno elencato i difetti più importanti. La dimensione intercomunale, che nel caso di San Miniato fa il paio solo con Fucecchio mentre avrebbe potuto integrare anche Santa Croce sull'Arno e Castelfranco; il risparmio del consumo di suolo, puntando al recupero dei volumi esistenti; evitare l'espansione di frazioni in aree come quella di San Donato e dell'interporto, vicino all'Arno e quindi a rischio idrogeologico; rigenerare le aree delle concerie dismesse di Ponte a Egola e trovare una nuova sistemazione alla ex Icla, ora M3, di Ponte a Egola.
Altri temi dibattuti sono quelli della trasformazione della Tosco-Romagnola in un'area più omogenea a livello di traffico, con la messa in sicurezza di vari tratti stradali per i pedoni.
Infine, l'annosa questione del liceo Marconi, con la richiesta continua del recupero della vecchia sede di via Catena tramite il consolidamento del versante settentrionale di San Miniato, nell'ottica del minor consumo di suolo possibile.