Rsa, aumenta il contributo della Regione. Aggiornata la quota sanitaria
Accordo tra la Regione e i gestori delle Rsa toscane, nell’ottica di sostenere e sviluppare i servizi a beneficio della popolazione anziana della nostra regione. L’intesa è stata siglata questa mattina in Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani e dai rappresentanti dei gestori delle Rsa: Agespi, Arat, Arsa, Aret, Anaste, Uneba, Confcooperative Federsolidarietà Toscana, Legacoop Toscana , Agci, Aiop Rsa Toscana, Diaconia Valdese-Csd, alla presenza dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli e del direttore sanità, welfare e coesione sociale Federico Gelli.
Nello specifico l'accordo prevede che la Giunta regionale assuma i seguenti impegni:
1. Aumento della quota sanitaria e conseguente aumento dei fondi per la non autosufficienza in ragione di:
- 2 euro dal 1° luglio 2023 - 1,50 euro dal 1° gennaio 2024 - 1,60 euro dal 1° gennaio 2025 per complessivi 5,10 euro.2. Appoggio della Regione Toscana alla Proposta di Legge “Sostegni” della Terza Commissione del Consiglio regionale della Toscana per bloccare il fiorire di maxi-Rsa, che aggirano la normativa regionale e creano forti sperequazioni nel sistema, e realizzare una migliore programmazione del fabbisogno rafforzando la governance pubblica e rendendo più cogenti i criteri previsti dal procedimento valutativo e autorizzativo da seguire per la realizzazione di nuove Rsa, in un’ottica di omogeneizzazione e sostenibilità complessiva del sistema regionale.
3. Revisione del modello assistenziale con la possibilità di far evolvere e differenziare il sistema di offerta residenziale delle Rsa, in toto o in parte (dalle cure intermedie agli ospedali di comunità).
4. Impegno ad avviare un percorso con Anci Toscana e le Società della Salute per rivedere il limite di compartecipazione di parte pubblica alla quota sociale (attualmente pari a 53,50 euro).
6. Apertura dei percorsi di formazione professionale abilitanti alle funzioni di Operatori socio-sanitari anche agli attori accreditati del sistema di formazione professionale della Regione Toscana e istituzione di un osservatorio permanente aperto alle rappresentanze dei gestori per una migliore programmazione del fabbisogno formativo complessivo.
7. Convocazione di un tavolo con i più importanti istituti bancari al fine di verificare le opportunità finanziarie che possono essere offerte ai gestori delle strutture.
Si tratta dunque di un aumento da subito del contributo regionale di 60 euro al mese per ogni ospite di Rsa, con ulteriori aumenti progressivi stabiliti anche per le due prossime annualità. È il caso di ricordare che la Giunta Regionale, in questi anni di emergenza Covid-19 è intervenuta con misure di ristoro che hanno parzialmente ridotto i gravi problemi di tenuta economica delle Rsa, adesso però si rendono necessari ulteriori adeguamenti.
“La salvaguardia della qualità della vita dei nostri anziani e la tutela di coloro che non sono autosufficienti è per noi una priorità assoluta”, ha detto il presidente Eugenio Giani. “In questa direzione va l’accordo che sottoscriviamo perché la sinergia tra pubblico e privato è un fattore determinante per la presa in cura della persona fragile. Io ritengo che dopo l’emergenza causata dal Covid19 sia il momento di fare un salto di qualità nei servizi che possono caratterizzare la Toscana come regione d’ avanguardia sul piano della salute e dell’assistenza. Questo pur con la consapevolezza che le risorse a livello nazionale non sono quelle sperate. Sappiamo però di chiedere molto ai gestori che operano in regione, ecco perché questo accordo è doveroso. Adilà degli aspetti economici sono poi previsti ulteriori elementi importanti. Apriremo, per esempio, modalità di formazione in cui le strutture possano essere protagoniste direttamente per i propri fabbisogni”, ha concluso Giani.
“Siamo molto soddisfatti di questo accordo - ha commentato invece l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli - che accoglie anche le richieste dei soggetti gestori, perché per noi il mondo delle Rsa gioca un ruolo fondamentale nella presa in cura delle persone più fragili. E’ necessario mantenere un dialogo costante e costruttivo per garantire la massima qualità del servizio. Per la Regione è uno sforzo economico importante, anche rispetto a quanto sta avvenendo a livello nazionale sul Fondo sanitario, per il quale assistiamo ad un progressivo definanziamento. Contemporaneamente però abbiamo l’urgenza di rispondere ai bisogni crescenti della parte più fragile della nostra popolazione e non possiamo sottrarci”. I gestori delle strutture residenziali si impegnano dal canto loro a condividere con la Giunta Regionale un percorso di approfondimento tecnico diretto alla valutazione dell’attuale struttura dei costi delle Residenze, per individuare il livello di sostenibilità economica nel medio periodo che non pregiudichi la qualità e l’appropriatezza assistenziale né la sicurezza degli operatori.Questo nell’ottica di favorire la programmazione di un’ offerta adeguata sul territorio, perché il cittadino sia in grado di scegliere liberamente all’interno di un sistema di strutture residenziali plurale e diffuso, ma omogeneo in termini di requisiti strutturali, organizzativi e professionali, di qualità residenziale e appropriatezza assistenziale.
Per quanto riguarda la formazione degli operatori, sempre nel protocollo è contenuto l’impegno della Giunta con il contributo dei soggetti gestori e il coinvolgimento delle parti sociali, all’istituzione di un Osservatorio permanente cui affidare,la stima e il monitoraggio del fabbisogno complessivo dei profili socio-sanitari necessari per rispondere concretamente alle dotazioni operative delle strutture.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati anche i contenuti della recente delibera N 1007 del 28/08/2023 che stanzia ristori per i maggiori costi sostenuti a seguito dell’emergenza Covid-19 dalle Residenze sanitarie per disabili (Rsd) e Comunità alloggio protette (Cap). Si tratta in particolare di una quota integrativa giornaliera di 4 euro per posto letto per il periodo dal 1 aprile 2022 al 30 giugno 2022 e per il periodo dal 1 gennaio 2023 al 30 giugno 2023 che verranno erogati dalle Asl territoriali con fondi regionali per oltre 1 milione e 600 mila euro.Questi ristori vengono erogati ogni anno dal 2020 per un totale di oltre 5 milioni e mezzo stanziati dalla Regione nell’arco del triennio 2020-2023.
“Le Rsa - dice Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – stanno affrontando da anni diverse criticità, che la pandemia prima e l'aumento dei costi e dei prezzi poi, hanno ulteriormente aggravato, mettendo a rischio la sopravvivenza delle strutture e quindi di tutto il sistema assistenziale toscano per la non autosufficienza. Questo accordo che chiediamo da tempo con forza non risolve tutte le problematiche ma certamente è un passo importante per aiutare le Rsa toscane a continuare il loro lavoro mantenendo gli standard di qualità che le hanno sempre caratterizzate”.
Assunta Astorino, responsabile del Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana, commenta così l'accordo: “In questi anni le nostre cooperative si sono trovate ad affrontare enormi criticità: prima la pandemia, durante la quale abbiamo continuato a garantire i servizi facendoci carico delle maggiori spese, poi l’emergenza legata al caro energia, gli aumenti delle bollette, l’incremento dell’inflazione e di altri costi che hanno inciso sui bilanci delle imprese. L’intesa raggiunta oggi con la Regione Toscana non esaurisce certo i problemi ma rappresenta un passaggio importante, perché dà una boccata di ossigeno e ci consente di programmare con maggiore serenità il lavoro futuro. Per noi l’obiettivo è quello di poter continuare a garantire il livello di servizi offerti agli utenti e la qualità del lavoro dei soci delle nostre cooperative. L’impegno del protocollo va oltre l’accordo economico – aggiunge Astorino - apre ad una stagione di collaborazione pubblico/privato sui temi più caldi come la revisione dei moduli assistenziali, la formazione del personale, l’offerta di un modello di servizi di qualità ed attento ai bisogni delle persone”.
Fonte: Regione Toscana