Ponte a Elsa invasa dai topi, i residenti: "Siamo prigionieri in casa nostra"
L’abbattimento dell’ecomostro, partito alla fine dello scorso marzo, era stato accolto con soddisfazione dagli abitanti della frazione empolese. Tuttavia, la sua demolizione ha provocato lo scoperchiamento di un vero e proprio vaso di Pandora. Eh, sì, perché come segnalato a gonews.it da Alfonso, residente a Ponte a Elsa da molti anni, la frazione è stata letteralmente invasa dai topi.
“Il Comune avrebbe dovuto provvedere alla derattizzazione della zona, prima di abbattere la struttura – racconta –. Adesso è come vivere in galera: appena apro una finestra o un balcone potrebbero entrarmi in casa. È da un mese che ho notato il proliferare di topi nella zona di Ponte a Elsa. E non intendo i “topini” di campagna ma roditori di grosse dimensioni. Sarà ormai una settimana che io e la mia famiglia ci siamo chiusi in casa e nonostante ogni accortezza ieri, mentre mia moglie stava stendendo i panni sul balcone, le è passato uno di questi animali sui piedi, benché si trovasse al primo piano”.
“Ho telefonato Urp e Ufficio Igiene di Empoli lunedì scorso – prosegue – e oggi pomeriggio inizierò a piazzare le trappole all’interno dell’abitazione, ma siamo davvero preoccupati: controlliamo continuamente che i topi non si siano introdotti all’interno della casa, anche perché possediamo un cane di piccola taglia e se venisse morso da uno di questi roditori potrebbe anche morire”.
Contattato da gonews.it in merito alla situazione denunciata da Alfonso, il Comune ha confermato come l'Ufficio Ambiente abbia inviato una ditta specializzata in derattizzazione per eseguire una verifica sul posto e valutare la necessità di installare nuove trappole, dal momento che già a fine luglio erano state aumentate.
“Ho visto i tecnici comunali addetti alla derattizzazione stamattina – conferma Alfonso – tuttavia non credo che sia stato disposto un numero sufficiente di trappole per la quantità di topi che sono fuoriusciti dall’ecomostro abbattuto. Inoltre, a mio avviso sarebbe più efficace collocare le trappole all’interno dei giardini privati. I residenti darebbero l’assenso”.
Giovanni Gaeta