Referendum su multiutility, Valiani: "Contrastiamo privatizzazione di beni e servizi"
Un’iniziativa a Empoli, ma con un significato più ampio di quello locale. Iniziata la raccolta di firme per chiedere il referendum abrogativo della decisone del Comune di adesione al progetto multiservizi (acqua, rifiuti, gas) quotata in Borsa. Si firma dal lunedì al sabato presso l’URP del Comune di Empoli (ore 8–13), il sabato in Piazza della Vittoria (ore 9-12.30), i giovedì al mercato, via delle Olimpiadi angolo via Pentathlon (9-12.30). https://www.trasparenzaperempoli.it/
L’obiettivo è contrastare un grande fenomeno storico che riguarda diversi settori della nostra vita: la privatizzazione dei beni e servizi pubblici, impensabile fino a qualche decennio fa (vedi anche il lento, ma deciso e preoccupante processo in atto per la sanità). Si vorrebbe che su di un bene fondamentale come l’acqua comandi chi mette i soldi, più precisamente ‘chi mette soldi per fare i soldi’. Questa è la sostanza della società quotate.
Sostenere che solo con questo sistema si possono trovare le risorse che consentono di gestire i servizi è una colossale balla. Le alternative reali ci sono, come hanno ben riferito anche sindacati e associazioni dei consumatori. Ricorrere alla finanza, espone un bene essenziale come l'acqua a logiche speculative legate alla generazione del profitto per gli azionisti privati. Abbiamo ben visto, in Italia e non solo, che in grandi società di questo tipo il grosso del pacchetto azionario è dei mega fondi di investimento che comandano nel mondo e non si fanno certo remore a lasciare al freddo (vedi gas) o all’asciutto milioni di persone per aumentare i propri profitti.
Se passa l’operazione come oggi è prevista i Comuni non avranno più alcun ruolo, decideranno tutto i soci privati e il sindaco di Firenze. Anche se la formale maggioranza della società (51%) è dei Comuni (con Firenze e Prato che contano grandemente più di tutti altri), il potere concreto sta nel Consiglio di amministrazione della nuova società. E soprattutto la società avrà per forza lo scopo primario di produrre utili da distribuire agli azionisti, che altrimenti venderebbero o non acquisterebbero le azioni. Distorcendo completamente la logica che dovrebbe guidare la gestione di un bene fondamentale, che non può essere quella di generare profitto, ma quella di assicurare ai cittadini un servizio efficiente al minor costo possibile. In pratica, si prospetta un ritorno a monopoli privati, tipo quelli dell’800 e primo 900.
Quello che il referendum sull’acqua pubblica del 2011 aveva provato a contrastare, e abbiamo visto come è stato disatteso il risultato. D’altronde, in questo periodo storico, l’egemonia ce l’hanno quelle forze che ritengono che il mercato deve avere la guida ‘totale’ dei settori economici e sociali. Le scelte avvengono sulla base dei rapporti di forza e i principali soggetti politici (della destra e della sinistra liberale, pur senza nessuna discussione e partecipazione!) avallano questo punto di vista.
Il dato oggettivo, in questa fase storica, è che si sono ribaltati i rapporti di forza tra le istituzioni e i grandi soggetti finanziari, che hanno acquisito tanta forza per via di un’arma di ricatto in più rispetto al passato: la forza dell’assoluta libertà di circolazione dei capitali. Sicché, l’unica strada che abbiamo, sostenendo nel nostro caso l’impegno del comitato per il referendum contro questa scelta sciagurata, è quella dell’accumulo di forze di contrasto, quindi cercare di coinvolgere, far esprimere, le persone comuni.
Il progetto della multiutility quotata in borsa riguarda per ora la Toscana centrale, ma i proponenti hanno esplicitato l’intenzione di coinvolgere l’intera toscana. Empoli, grazie al Comitato Trasparenza per Empoli, è il primo percorso di referendum sul tema. Non si abbia l’impressione di un obiettivo di poco momento: il Comune di Empoli, con l’assenso degli altri amministratori comunali (PD) dell’empolesevaldelsa, è stato promotore, con Firenze e Prato, di questa operazione. Se riuscissimo a far tenere questa consultazione sarebbe un sasso nell’ingranaggio, utile anche per offrire un momento di ripensamento delle tante persone non informate che confidano - o sono votanti - di partiti i cui vertici hanno sostenuto, in un primo momento, questa operazione.
Sappiamo delle difficoltà oggettive: la questione non è ancora molto conosciuta, può apparire come un tema di ‘neutra tecnica gestionale’, con un impatto iniziale minore rispetto a quello - per fare un paragone – del gassificatore rifiuti. Ma la partita non è persa in partenza: la quotazione in Borsa spaventa molti sindaci, anche di centrosinistra, sappiamo di malumori e incomprensioni anche alla base di dei soggetti politici che ‘in alto’ sostengono l’operazione.
Del resto, la ripubblicizzazione della risorsa idrica era un punto qualificante dei programmi delle scorse elezioni regionali, sottoscritto con un preciso accordo dal candidato alla Presidenza Eugenio Giani. La stessa assessora regionale all’Ambiente (PD) ha ammesso che in nessuna sede politica è stato approvato e discusso questo progetto.
Dunque, è fondamentale una efficace organizzazione della campagna di raccolta adesioni e firme. Confido che il comitato promotore predisporrà strumenti informativi, semplici ed efficaci, per le persone comuni. È utile immaginare di sviluppare modi di comunicazione con i tanti che ormai si sentono lontani dalle istituzioni, dalla politica, che non votano. Sarà anche importante, in occasione delle prossime elezioni comunali del 2024, ‘stressare’ tutti i candidati su questo tema che è uno spartiacque nella storia della politica democratica in Toscana.
Mauro Valiani, già dirigente servizi di prevenzione ex ASL 11