Fucecchio ricorda Dina Boncristiani, uccisa dai nazisti a Panzalla
Fucecchio ricorda Dina Boncristiani nel 79° anniversario della sua uccisione per mano dei nazisti. La vicesindaca Emma Donnini, accompagnata dal gonfalone del Comune e da una delegazione dell'associazione #Fucecchioèlibera, ieri ha partecipato alla commemorazione che si è tenuta in località Panzalla, a poca distanza da San Polo in Chianti, dove il 2 agosto 1944 le SS tedesche la uccisero insieme al suo compagno, il maresciallo dei Vigili Urbani di Firenze, Pietro Stefanini. Due martiri della Resistenza che si opposero alla dittatura fascista e all'occupazione nazista. Per ricordare il loro sacrificio ogni anno il Comune di Greve in Chianti organizza, nel luogo dove furono uccisi, una commemorazione alla quale partecipa anche una delegazione di Fucecchio “per sottolineare l'impegno per i valori della libertà e della democrazia della fucecchiese Dina Boncristiani”.
"I giovani hanno bisogno di trovare luoghi dove essere compresi e ascoltati per riuscire ad esprimersi e noi abbiamo il compito di sostenerli -ha commentato la vicesindaca Emma Donnini- Oggi essere presente qua con loro ci fa sperare e capire che i valori di libertà e umanità possono continuare a camminare con le loro gambe verso il futuro".
Per la commemorazione due giovani dell'associazione #Fucecchioélibera, Chiara Ciomei e Alessia Balzano (presenti insieme a Michela Talini e Gianmarco Geloso) hanno dedicato delle riflessioni in merito alla libertà e alla democrazia.
“Lo scorso Maggio – hanno ricordato - alcuni di noi hanno partecipato al Viaggio della Memoria che, dopo anni di stop causati dalla pandemia, ha ripreso il suo cammino”.
Partendo da una frase scritta all'interno del Memoriale di Mauthausen, L'indifferenza porta solo ai mali del mondo, #Fucecchioélibera ha ricordato la forza con cui Dina Boncristiani e Pietro Stefanini riuscirono a farsi forza nella resistenza sperando in un mondo diverso, di giustizia e libertà.
“L'indifferenza è una violenza all'amore – hanno detto i giovani fucecchiesi-. Infatti, come rammenta Liliana Segre, è quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi che non c'è limite all'orrore. Fra tutte le cicatrici che la violenza ha lasciato c'è chi ha saputo proteggere e portare sulle proprie spalle l'amore per la libertà".
Fonte: Comune di Fucecchio - Ufficio stampa