Padule di Fucecchio con barriere anti-plastica: presentato il progetto
E' stato presentato questa mattina al Porto di Salanova, già Porto dello Spinelli, nel Padule di Fucecchio, il progetto di ricerca scientifica per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti dalla più grande area umida interna italiana, evitando così che si trasferiscano al mare attraverso i corsi d'acqua. Alla base dell'iniziativa c'è un'importante sinergia tra Regione Toscana, Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, Università degli Studi di Pisa, amministrazioni comunali di Fucecchio, Larciano e Ponte Buggianese e associazioni del territorio. E sono proprio queste ultime, secondo il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, a giocare un ruolo fondamentale per eliminare le plastiche dai 1500 ettari del Padule di Fucecchio, un'oasi naturalistica rifugio di specie animali autoctone e di uccelli che dalla Scandinavia ogni primavera migrano verso l'Africa.
"Questo progetto, che darà un contributo per monitorare i nostri corsi d'acqua, prende vita grazie alla collaborazione con l'Università di Pisa, il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e con i Comuni che si sono resi disponibili - ha dichiarato l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni -. Abbiamo già installato qualche barriera in via sperimentale in questo territorio e ne installeremo tre all'interno del cratere del Padule di Fucecchio, nel canale di immissione perché, come sappiamo, le plastiche che ci sono nei nostri fiumi arrivano in mare, dove si deteriorano e raggiungono dimensioni molto piccole, finendo poi nel ciclo alimentare, con gravi danni per la salute umana. Raccoglierle nei fiumi ci consente di riciclarle perché sono ancora in uno stato in cui è possibile farlo. Peraltro sono barriere che raccolgono le plastiche galleggianti, quindi non interferiscono con i sedimenti che devono andare ad alimentare le nostre coste che sono in grande difficoltà. Non interferiscono con la flora e con la fauna e in via definitiva saranno anche realizzate proprio con il legno degli alberi caduti nel Padule. Quindi, con un'attenzione anche all'inserimento paesaggistico ambientale in un luogo così delicato e bello, come questo che è l’area protetta umida più importante del centro Italia. Nei due anni di durata, il progetto ci consentirà di analizzare le plastiche e capire quali siano i punti di immissione per intervenire in maniera preventiva".
"Si tratta di un progetto della durata di due anni che vedrà stanziati circa 68 mila euro, di cui 17mila a carico della Regione Toscana, altri 17 mila a carico del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell'Università di Pisa e 34 mila a carico del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno – spiega Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -. Il progetto prevede la messa a punto di un sistema di sbarramento - idoneo per la riserva naturale Padule di Fucecchio - con l’immissione di tre barriere per bloccare le plastiche galleggianti, posizionate anche a rotazione per permettere la navigabilità dell’area".
"Il progetto – spiega Stefano Pagliara, docente alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa - prevede l’analisi del bacino del Padule di Fucecchio, del movimento delle plastiche e lo studio scientifico dei metodi per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti e si articola in tre punti. Il primo prevede lo studio idraulico del bacino per inquadrare i movimenti delle plastiche e sperimentare la barriera più idonea. Nel laboratorio di Idraulica DESTEC Pisa è stato studiato un prototipo per la raccolta selettiva delle plastiche, costituito da una barriera in polietilene che intrappola e raccoglie il materiale galleggiante e semi affondato che si muove spinto dalla corrente".
Un sistema che non interferisce con la vita del fiume, non reca danno alla flora e alla fauna e inoltre è progettato per restare in posizione per lungo tempo. Inoltre, resta operativo durante le piogge ordinarie grazie a un sistema di ancoraggio, realizzato tramite funi, su dei pali infissi sulle sponde e sul letto del fiume. Il galleggiante non è invasivo, tiene conto della stagionalità del corso d’acqua e permette inoltre lo scorrimento libero delle acque senza alterarne la portata e la velocità, così come il passaggio di animali acquatici e dei detriti fluviali naturali, che afferiscono al mare alimentando le coste.
Il funzionamento del dispositivo si basa su un sistema modulare di raccolta selettiva di materiali galleggianti che, posizionato sule sponde con la concavità rivolta verso la direzione del flusso di corrente d’acqua, intercetta il materiale sulla base del proprio assetto: quello con maggior galleggiamento scavalca è intercettato dalla barriera, dove il flusso dell’acqua lo convoglia verso il centro in corrispondenza di un’area di raccolta. Ogni modulo ha una lunghezza di 2 metri e una sezione circolare di diametro pari a 10/20 cm. Il sistema è altamente efficace per le plastiche galleggianti, sfrutta il basso peso specifico di questi oggetti per intrappolarli, senza essere invasivo per materiali naturali semi sommersi, per la flora e la fauna.
Si passerà poi alla fase successiva, con l’installazione di tre barriere per lo sbarramento della plastica. Si tratta di barriere galleggianti posizionate anche a rotazione per permettere la navigabilità dell’area. Tenendo conto della ricchezza della flora e della fauna e le particolarità idrogeologiche e paesaggistiche, che rendono il territorio del Padule tutelato da tre aree protette, verrà effettuata una sperimentazione sul campo di una o più barriere per intercettazione delle plastiche galleggianti in legno (es. pioppo – castagno – canna di bambù) così da realizzare un sistema a basso impatto ambientale con tipologia naturalistica biotecnologica. Nella loro realizzazione verrà valutato l’utilizzo di alberi caduti che si trovano nell’area di studio mentre per il recupero del materiale plastico l’utilizzo dei barchini tipici del luogo.
Infine, l’ultimo step, quello della raccolta dati e del monitoraggio per due anni. Il monitoraggio del materiale di rifiuto galleggiante, in accordo e in cooperazione logistica con il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, si alternerà con ispezioni sul posto. Il rifiuto galleggiante bloccato sarà catalogato, pesato e suddiviso per tipologia di materiale così da creare un database storico.
"Sono le persone che vivono queste zone 365 giorni all'anno - spiega Spinelli - il vero valore aggiunto di questo progetto. Come, ad esempio, i soci dell'associazione Il Padule e dell'associazione Volpoca, due realtà del territorio tra le tante di carattere culturale, turistico, venatorio, ecc. I cittadini che fanno parte di queste realtà locali conoscono al meglio ogni angolo dell'area umida e sanno dove si fermano e dove tendono ad accumularsi le plastiche. Alla loro conoscenza oggi si somma un importante progetto scientifico realizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni dell’Università di Pisa, realizzato grazie ai finanziamenti della Regione Toscana e all'impegno del Consorzio di Bonifica Basso Valdarno".
A margine della conferenza stampa è stato affrontato anche il tema della scarsità di risorsa idrica che in ogni estate, ma sempre più spesso anche in primavera, si manifesta nei canali che attraversano il Padule. Le proposte delle associazioni e del sindaco Spinelli, come quella di creare una cateratta al Ponte di Cavallaia, vanno nella stessa direzione indicata dagli studi realizzati dall'Università di Pisa sul sistema idrografico del Padule di Fucecchio.
Fonte: Comune di Fucecchio - Ufficio stampa