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Elezioni 2024, Sinistra Italiana: "Per Empoli candidato in discontinuità. Preclusioni in csx ora non hanno senso"

Nicola Ferraro

Riprendono questa settimana le interviste ai protagonisti dei partiti in campo per le elezioni 2024 nell'Empolese Valdelsa. Stavolta a parlare è Nicola Ferraro, coordinatore di zona di Sinistra Italiana. Ferraro alle ultime comunali era a sostegno del progetto FabricaComune con Beatrice Cioni candidata sindaco. Nell'intervento tante opinioni sul 'campo largo', su pregi e difetti del Pd, sui possibili alleati della coalizione per Empoli e il resto dei comuni.

Ferraro, ci sono già stati degli incontri come Sinistra Italiana assieme al Pd, ma penso anche con altri partiti?

Sì, alcuni ce ne sono stati, altri sono in fase di organizzazione. La maggior parte di noi ha vissuto l'esperienza di FabricaComune a Empoli, per cui la comunicazione è con gruppi legati alla sinistra del Pd, la sinistra movimentista. Parliamo di un gruppo consistente che nelle ultime due votazioni ha ottenuto tra il 10 e 15%, il consenso più rilevante è soprattutto a Empoli. Stiamo provando ad avere un dialogo anche con il M5S, cerchiamo di tessere degli incontri e delle possibilità per vagliare punti in comune. Lo scenario al momento è aperto, non è predefinito.

Come Sinistra Italiana siete a un bivio tra due estremi: quella di Campi Bisenzio, dove vi ha visti vincitori assieme al Movimento 5 Stelle in uno scenario inedito, e quella attuale di alleati del Pd a livello nazionale. 

La situazione di Campi è stata particolare, c'erano più candidati di centrodestra che hanno facilitato un'aggregazione consistente di sinistra-M5S. A Empoli la situazione ricorda quella di Campi, però bisogna capire bene come andrà. Siamo più orientati a evitare una situazione di divisione del csx, c'è una transizione a livello nazionale del Pd ma anche locale. In questa fase vogliamo provare a inserirci in un nucleo aggregativo più ampio verso il governo della città, con un'impostazione diversa rispetto a quella avuta finora. Puntiamo a uno schieramento più ampio, che porti assieme M5S, sinistra radicale e movimentista, Pd, forze civiche e chi vorrà farne parte. Il nostro schema preferito è quello avvenuto a Pisa, nonostante non abbia portato a una vittoria. C'è stato grande coinvolgimento attorno a una figura civica, ma legata ai partiti, facendo della partecipazione un punto di forza. Vediamo se sarà possibile farlo anche a Empoli. Attualmente ritengo che la realtà non sia indirizzata verso questo.

In che senso?

Attualmente mi sembra che ci sia una tendenza a voler tenere separati i pezzi, una tendenza all'inerzia in alcune forze politiche (senza specificare chi) portando a preclusioni che in questa fase non hanno senso. Bisogna pensare a una situazione futura che potrebbe portare a vedere i punti di contatto. Ci deve essere una volontà di mediazione politica, mantenendo la radicalità nei contenuti e un approccio serio.

Parlando di Empoli, siete in giunta con un esponente iscritto (Massimo Marconcini) ma come ritenete questa ultima esperienza della giunta Barnini?

Ci deve essere la necessità di una certa discontinuità verso alcuni temi su andamento e indirizzi politici dell'attuale amministrazione Barnini. Senza voler buttar via il bimbo con l'acqua sporca, riconosciamo che sono state fatte cose positive. Ma su temi come multiutility o questioni come il governo del territorio, abbiamo bisogno di una svolta. Ad esempio, sul referendum per la multiutility, la nostra posizione è che sosteniamo le iniziative per arrivare alla non quotazione in borsa, e stiamo approfondendo se questa può essere una valida opportunità, ma sicuramente servirà per informare meglio e coinvolgere la cittadinanza.

Per il Pd, la nuova segreteria Fossi-Schlein e il sindaco uscente Brenda Barnini che ruolo avranno?

A Empoli e nell'Empolese Valdelsa il messaggio è stato chiaro: alle ultime primarie c'è stato un segnale deciso di ribaltamento, un fatto storico anche nel nostro territorio. Nonostante tutti i segretari di circolo e i maggiori esponenti di Pd di zona avessero dato indicazioni per Bonaccini, sul territorio poi c'è stato il ribaltone con il voto per Schlein. Il Pd non può fare a meno di cogliere questo segnale, altrimenti l'alternativa è andare verso altri lidi.

Il Pd deve cercare di ritornare e dare contributi vicini alle istanze dei cittadini e delle persone che lavorano. Vedo segnali incoraggianti in temi come il salario minimo, il lavoro, la tutela dell'ambiente. Lorenzo Cei ha capito questo passaggio delicato all'interno del Pd e sta provando a tenere maggiori relazioni e tentando delle alleanze al di fuori del Pd. Dobbiamo cogliere opportunità, come Sinistra Italiana siamo un partito piccolo e non saremo autosufficienti per una soluzione di governo, però Pd deve provare a fare un passo avanti e capire quali possono essere le richieste dell'elettorato. L'autosufficienza del Pd deve essere superata.

Parlando di alleati. Voi vi aprite al centrosinistra e a tutti i partiti e i movimenti che al momento non hanno fatto parte della coalizione. C'è chi però, come Luca Ferrara di Azione, ha detto di voler parlare con tutti tutti, cioè anche con il centrosinistra...

Ho conosciuto personalmente Ferrara, l'intervista su gonews.it mi ha stupito per la chiusura a priori verso il M5S. Non capisco questa preclusione. Altrimenti dovrei dire anche io no a Azione e Italia Viva. Non lo facciamo ora, perché è una fase interlocutoria. Questa uscita di Azione non aiuta il percorso. Ognuno ha le sue posizioni, Luca avrà pressioni interne o dall'alto per quelle posizioni, è comprensibile, ma per noi è poco digeribile. Vediamo, se abbiamo come obiettivo il bene delle città si riesce ad avere accordi. Altrimenti se arrivano diktat dall'alto diventa difficile da gestire.

E nel resto dei comuni dell'Empolese Valdelsa?

Attualmente siamo in una fase iniziale di discussione, difficilmente ci proporremo con il nostro simbolo di Sinistra Italiana, forse come Alleanza Verdi Sinistra, sicuramete nei comuni sopra i 15mila abitanti presenteremo una lista, mentre faremo liste in comune nei territori sotto i 15mila abitanti.

Ma c'è la possibilità che andiate al voto in alcuni territori anche senza il Pd?

Sicuramente ci saranno situazioni diverse, ma tra i maggiori attori in zona c'è il Pd, oggettivamente è il più strutturato e organizzato, la scelta dipenderà da loro. Se terranno uno schema più moderato per favorire necessariamente un accordo con Azione e Italia Viva, noi sinistra diffusa ci presenteremo senza di loro.

E in questo ragionamento volete includere anche il Movimento 5 Stelle

Sì, ma devono capire se vogliono continuare a essere il partito di Grillo, movimentista a senso pieno, o quello di governo come ha fatto Conte, politico che io apprezzo.

Avete avuto paura di perdere voti nell'andare assieme al Pd alle elezioni nazionali?

Alle ultime politiche nell'Empolese Valdelsa abbiamo raggiunto il 5% in quasi tutti i comuni, con una campagna elettorale quasi assente, oltre mille voti a Empoli e 4mila nell'Empolese Valdelsa. C'è un corpo elettorale giovane, di opinione, che chiede una collaborazione più ampia con i partiti del csx e radicalità nei contenuti su lavoro e ambiente. Dobbiamo cercare di perseguire questa strada. A sinistra comunque c'è tanto malcontento verso le amministrazioni uscenti, soprattutto a Empoli, bisogna capire quale sarà il passaggio successivo. Se ci sarà un cambiamento anche l'elettorato potrà accettare, le facce saranno importanti. Non ci sentiamo per ora di abbandonare il campo, di metterci già da subito in un angolo con scarse possibilità di andare al governo della città. Vogliamo tenere insieme tutti quanti i pezzi.

Accennando alle facce, ci sono già dei nomi su cui si vocifera (Fabio Barsottini e Alessio Mantellassi)...

Dal segretario Pd di Empoli mi è sempre stato detto che le candidature si decideranno in base ad alleanze, quindi va da sé che se il prossimo candidato si decide in base a soggetti politici, è chiaro che ognuno ci porti il suo contributo. Per noi un candidato in continuità con l'amministrazione uscente sarebbe poco accettabile. Vogliamo candidato con più respiro per la città, come nel modello di Pisa.

Elia Billero

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