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Caldo, Ingegneri Firenze: “Servono piccoli invasi diffusi per l’acqua”

(Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/geralt-9301/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4767445">Gerd Altmann</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4767445">Pixabay</a>)

“La Toscana ha bisogno di invasi per l’accumulo di acqua: opere di piccole e medie dimensioni, diffuse su tutto il territorio, sostenibili a livello ambientale, non solo grandi strutture con impatti rilevanti”.

A dirlo sono il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze Giancarlo Fianchisti e il coordinatore della commissione Ambiente ed Energia dell’Ordine Stefano Corsi, in riferimento all’ondata di caldo di questi giorni e alla necessità dell’approvvigionamento idrico.

“Ma per fronteggiare la crisi idrica, che ormai arriva con frequenza annuale, non ci si può limitare a programmare nuove opere: è necessario un impegno per ridurre la richiesta alla fonte” spiegano Fianchisti e Corsi.
A tale scopo gli ingegneri fiorentini hanno anche lanciato alcune proposte per affrontare l’emergenza idrica, idee portate in discussione durante la recente Conferenza Regionale sull’acqua.

“E’ necessario promuovere il risparmio idrico - sottolineano Fianchisti e Corsi - sia nel settore domestico, con sistemi ad alta efficienza, che nel settore agricolo, utilizzando un’irrigazione meno dispendiosa e incentivando la scelta di colture meno esigenti. Bisogna, inoltre, portare avanti progetti di recupero e riuso delle acque reflue depurate per un uso efficace delle risorse idriche e favorire la depurazione diffusa rispetto alla concentrata, sfruttando la capacità autodepurativa del reticolo minore per una migliore qualità delle acque. Ma realizzare anche sistemi di drenaggio urbano tramite infrastrutture verdi progettate allo scopo di drenare, accumulare, trattenere e depurare l’acqua, come ad esempio canali, aree verdi, trincee filtranti”.

“La programmazione e la progettazione degli invasi - continuano Fianchisti e Corsi - deve essere portata avanti considerando gli effetti sull’ambiente. Questo porterebbe a favorire l’attuazione di un sistema diffuso di piccoli invasi tramite il recupero e la messa in sicurezza dei molti invasi già esistenti, nonché la realizzazione di nuove opere di minore impatto sul ciclo naturale delle acque e sull’ambiente in generale”.

“In Toscana - spiegano dall’Ordine degli Ingegneri di Firenze - Anbi e Coldiretti prevedono che siano realizzati 34 nuovi invasi, ma non bisogna dimenticare che nella nostra regione sono già presenti oltre 16 mila laghetti e invasi, molti dei quali chiusi o inutilizzati, perché richiedono interventi e manutenzione. Rappresentano una vera e propria risorsa che dovrebbe essere considerata in via prioritaria, ma per farlo servono interventi di semplificazione normativa, incentivi e un’attività di verifica e progettazione degli interventi di adeguamento. Come ingegneri siamo a disposizione per proseguire il lavoro, di confronto e scambio di idee, iniziato coi tavoli tecnici durante la conferenza regionale sull’acqua”.

Fonte: Ufficio Stampa

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