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Chiusura scuola di Capanne, un gruppo di genitori: "Confusione ed emergenza continua"

La notizia della chiusura della scuola di capanne giunge nuovamente ai genitori come un'ulteriore conferma dell'assoluta inadeguatezza di questa amministrazione nella gestione della programmazione dell'edilizia scolastica.

Il disastro che si è compiuto negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti ed ancora oggi, nonostante le vane rassicurazioni, l'amministrazione comunale e la dirigenza dell'istituto comprensivo, continuano a trattare i nostri figli come pacchi postali da poter spostare a piacimento a seconda dell'urgenza del momento.

Lo spostamento a San Romano, non giustificato da alcuna urgenza strutturale o organizzativa, è stata comunicata soltanto lunedì 16 luglio. Siamo stati informati in una convocazione non ufficiale dei rappresentanti di classe, rispetto alla necessità di chiudere il plesso di Capanne e dei relativi spostamenti. Un'ipotesi più volte allontanata nei mesi scorsi dalla stessa amministrazione con comunicazioni rassicuranti.

Quindi, nuovamente in un clima da ultima spiaggia, anche stavolta viene chiesto un ulteriore sacrificio ai bambini che frequentano il tempo pieno. Una conquista, quella del modulo a 40 ore, mai supportato né dall' amministrazione né dalla scuola, avvenuta grazie alla mobilitazione dal basso dei genitori della classe 2014, e che da allora va avanti col gradimento di tante famiglie, che invece appare come una iattura.

Infatti, oltre i disagi della pandemia, oltre il trasferimento della scuola di Marti nel refettorio che ha causato anni di disagi ai nostri bambini, oggi addirittura siamo all'epilogo grottesco. Il tempo pieno viene sradicato e spostato nel plesso di San Romano, ovvero nell'unico plesso sul quale ad oggi ancora non è stata fatta una verifica sismica seria, trasferendolo da l'unica struttura che ad oggi l'amministrazione comunale e la dirigenza scolastica ritiene assolutamente sicura visto che non vi saranno per ora delle verifiche del tipo di quelle di Marti e delle Capanne.

Durante l'incontro, sono state portate le ragioni, anche demografiche, che stanno portando a una riflessione sulla accorpamento dei plessi, che è naturale e ovvia.

Quello che stride sono stati gli atteggiamenti dell' amministrazione che in più occasioni ha rassicurato e ridimensionato le richieste che più volte abbiamo portato all'attenzione, assieme ai problemi strategici e di programmazione, che con evidenza non si stavano risolvendo.

Oltretutto le soluzioni ipotizzate, peraltro sempre senza il minimo riferimento ad atti amministrativi, sono di difficile attuazione.

Si pensi alla rete di trasporti verso il plesso di San Romano ora almeno a parole garantiti, con un costo aggiuntivo per i frequentatori del tempo pieno, che si aggiunge agli spostamenti verso Angelica e Montopoli, che ovviamente rappresentano un onere aggiuntivo e importante e di difficile attuazione, sul quale esistono solo parole. Inoltre, appare difficile a
a San Romano la convivenza di classi a tempo modulare e a tempo pieno che hanno tempistiche didattiche completamente differenti e che, almeno per i prossimi 4 anni, si troveranno ad utilizzare i pochi spazi comuni, anche esterni e ricreativi, localizzati a ridosso di tutte le aule, diversi da quelli di Montopoli, creeando serie difficoltà alla didattica di tutti i bambini.

Non solo: ad oggi non è chiaro se sono state ipotizzate altre strade. Negli incontri passati era stata anche sollecitata una verifica della situazione degli spazi del complesso di Santa Marta.

Chiaramente a questo punto è impensabile poter riflettere su un eventuale utilizzo di quel complesso, ma lo scorso anno quando già era chiara la fatica che si sarebbe fatta nel trovare spazi adeguati per le scuole primarie c'era tutto il tempo per poter approfondire e progettare anche alla luce dei cospicui finanziamenti disponibili con il PNRR.

Quindi, come genitori abbiamo il diritto dovere di verificare l'idoneità degli spazi proposti e a questo punto pretendere delucidazioni sulla correttezza amministrativa dei passaggi che hanno portato a questa situazione di grande disagio.

Quindi è con indignazione profonda che ci rivolgiamo alla pubblica opinione e alle istituzioni regionali e prefettizie affinché prendano definitivamente in carico questa vicenda che riguarda uno dei capisaldi della società civile, ovvero la scuola e il futuro dei nostri bambini.

 

I genitori delle classi a tempo pieno di Montopoli

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