Infanzia e Adolescenza: firmato il Codice Etico per rendere giuridicamente garantiti i diritti in ospedale
Passare dalle direttive al riconoscimento giuridico dei diritti. In Toscana la prima esperienza per arrivare a garantire piena applicazione su cure, anche domiciliari, assistenza sin dall’epoca prenatale si chiama: Codice Etico del diritto della persona di minore età alla salute ed ai servizi sanitari.
Elaborato dalla Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Camilla Bianchi, è stato sottoscritto da tutti i direttori generali delle aziende sanitarie martedì 18 luglio in palazzo del Pegaso, sede del Consiglio regionale e verrà adottato da tutte le strutture con un atto di impegno formale per la sua completa applicazione. “Si tratta – ha spiegato la Garante nel corso della cerimonia di sottoscrizione del Codice – di un impegno effettivo per un’azione congiunta di tutti gli Ospedali nel perseguimento di una sempre maggiore e sostanziale tutela del diritto alla salute delle persone di minore età e ciò non può che rappresentare un atto di civiltà e di significativa crescita culturale per l’intero territorio della Regione Toscana”
“Ho ritenuto di dover elaborare un Codice etico che possa costituire, nell’ambito della Regione Toscana, un punto di riferimento valoriale ed una guida per tutti i soggetti che operano in campo sanitario, al fine di garantire alle persone di minore età il migliore livello di cure e di assistenza sin dall’epoca prenatale” ha dichiarato Bianchi nel corso della cerimonia di sottoscrizione del Codice.
Un Codice, in altri termini, che “rappresenti uno strumento di tutela delle persone di minore età ospedalizzate o che hanno bisogno di assistenza socio-sanitaria a domicilio, necessario affinché in ogni realtà di cura sanitaria il loro diritto alla salute e al benessere psicofisico sia pienamente tutelato e garantito”.
“Diritto alla salute – ha dichiarato la Garante - che include tutti i profili di natura non strettamente sanitaria che siano comunque a quest’ultima riconducibili, quali quelli all’istruzione, al gioco ed alla continuità relazionale durante la degenza ospedaliera”.
Camilla Bianchi ha spiegato anche perché la denominazione di Codice: “Per sottolineare la necessità che, con il convinto e partecipato coinvolgimento delle Istituzioni di riferimento, i ‘diritti’ in esso enunciati possano poi quanto prima transitare dall’attuale piano etico valoriale a quello della concreta realtà normativa, assumendo la veste di veri e propri diritti giuridicamente garantiti delle persone di minore età. Il Codice etico siglato da tutti i direttori generali è un primo significativo passo verso questa direzione” ha concluso la Garante.
“Questo Codice è di tutti. Investe i diritti fondamentali dei nostri giovanissimi, garantendo parità per ogni bambina e bambino residente in Toscana, a prescindere dal paese o città in cui abita. L’iniziativa della Garante, che tutti i direttori delle aziende sanitarie hanno sottoscritto e a cui daranno gambe, rientra in quella identità e in quella storia della Toscana che da sempre sceglie di stare dalla parte giusta” ha commentato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni: “Il Codice è certamente un lavoro importante che punta a formalizzare impegni per i più piccoli e il loro diritti fondamentali. Una iniziativa che si concretizza in modelli organizzativi, già esistenti in Toscana, ma che saranno punto di riferimento per tutti coloro che organizzano i servizi”.
Soddisfazione è stata espressa da tutti i direttori generali intervenuti che hanno sottoscritto il Codice.
“Tutti i 23 articoli di questo Codice meritano di essere approfonditi e diffusi in maniera capillare, perché si tratta di principi che devono essere alla base della nostra attività quotidiana. Nei 13 ospedali e negli 8 punti nascita attivi sul nostro territorio aziendale si è già sviluppata negli anni, in tutti i nostri operatori che lavorano nel settore materno infantile, una sensibilità particolare su queste tematiche, come dimostrano i molti percorsi Unicef conclusi positivamente o in atto come ospedali e comunità amici dei bambini” ha dichiarato la direttrice generale dell’AUSL Toscana nord ovest Maria Letizia Casani. “Le persone di minore età hanno infatti diritto di essere curate e assistite in maniera adeguata, in luoghi adatti alle loro esigenze e da personale con una specifica formazione. Per rispondere ad alcuni articoli del Codice sarà inoltre necessario, e ci adopereremo per farlo, realizzare percorsi ad hoc e stringere accordi con altre realtà istituzionali e associative del nostro territorio. Ringrazio di cuore il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Camilla Bianchi, per l’impegno e la competenza con cui sta portando avanti questo progetto di assoluta rilevanza” ha concluso.
“Il diritto alla salute e alla migliore assistenza possibile è un diritto fondamentale, specialmente quando parliamo di bambine e bambini, adolescenti e tutti i pazienti in età pediatrica. In tal senso, questo protocollo rappresenta un atto molto importante per accogliere le richieste di ascolto, le scelte, i bisogni, le necessità non solo dei giovani pazienti, ma anche delle loro famiglie. In quest’ottica, lavorare in sinergia rappresenta un atto di importanza strategica per un intervento efficace in tutti gli ospedali della Toscana” ha dichiarato la direttrice sanitaria dell’Azienda ospedaliera universitaria senese Francesca De Marco. “Il ‘Codice etico del diritto della persona di minore età alla salute e ai servizi sanitari’ è l’aggiornamento della prima Carta dei Diritti del bambino in Ospedale che risale nel 2001 e che a sua volta applica i diritti riconosciuti dalla Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia stilata dall’Onu nel 1989, per cui: “gli Stati riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi”.
“Il modo in cui un Paese tratta i più piccoli e i malati è la misura del suo livello di civiltà. L’Ospedale del Cuore di Fondazione Monasterio è pensato intorno al paziente pediatrico, ai suoi bisogni, alla sua storia, clinica e umana, nella consapevolezza che diritto alla Salute non significa soltanto accesso all’assistenza sanitaria, ma possibilità di preservare e tutelare l’equilibrio psicofisico del minore in ogni momento della sua vita, anche e soprattutto nella malattia. Per questo accogliamo con grande entusiasmo questa iniziativa capace di focalizzare l’attenzione di tutte le strutture sanitarie su tematiche così importanti e stimolare ulteriormente l’impegno dei nostri professionisti” ha affermato il direttore generale dell’Ente Fondazione Gabriele Monasterio Marco Torre. “All’Ospedale del cuore medici, infermieri, tecnici e volontari, nel rispetto dello sviluppo della personalità del minore, preservano, durante il ricovero, il diritto del bimbo e della bimba all’informazione sulle cure, il diritto ad un tempo per il gioco e per l’interazione con i pari e il diritto al rapporto con i propri affetti. Tutto questo anche grazie al prezioso contributo di associazioni di volontariato e di altre istituzioni: presso l’Ospedale del Cuore è presente infatti uno spazio giochi ed è garantita ai piccoli pazienti la possibilità, grazie alla collaborazione con l'istituto comprensivo Massa 2, di proseguire, compatibilmente allo stato di salute, il percorso scolastico”.
“La tutela dei minori – ha dichiarato Daniela Matarrese Direttore Generale di Careggi – è una priorità assoluta e la nostra Azienda aderisce con convinzione al relativo Protocollo. Nel ringraziare la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Toscana per la realizzazione di un prezioso strumento di tutela, assicuriamo il massimo impegno nella promozione e applicazione dei principi e dei valori che saranno adottati in questo ‘Codice etico del diritto della persona di minore età alla salute e ai servizi sanitari’, in un ambito di varie attività ad alta complessità che si svolgono a Careggi prevalentemente nel Dipartimento materno infantile. Questo Dipartimento – ha ricordato - è diretto dal professor Felice Petraglia e assiste circa 3mila 200 parti all’anno. Il percorso nascita Margherita, dedicato al parto non medicalizzato in ospedale, contribuisce con oltre 300 parti. La Neonatologia di Careggi è diretta dal professor Carlo Dani, è la più grande della Toscana e ricovera circa la metà dei prematuri della regione con età gestazionale uguale o inferiore alle 32 settimane”. “Nel Dipartimento Materno Infantile – ha concluso - opera Il Centro di riferimento regionale per la violenza sessuale su adulte e minori (CRRV) che afferisce alla Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Careggi. Entrambe le strutture sono guidate dalla dottoressa Francesca Pampaloni e si impegnano contro tutte le forme di violenza, ma in particolare, nell’assistenza a minori vittime di abusi nell’ambito del Percorso Codice Rosa, di cui è responsabile la dottoressa Paola D’Onofrio”.
“Siamo soddisfatti del risultato a cui si arriva con la firma di questo protocollo: il Meyer, da sempre, fa della tutela del diritto alla salute globale dei bambini e dei ragazzi la sua missione e oggi questo trova ulteriore espressione e codifica in un documento condiviso con altre importanti aziende sanitarie della Regione” ha dichiarato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer IRCSS Alberto Zanobini.
"Siamo di fronte ad una ‘carta dei diritti’ nettamente innovativa perché riconosce a bambini e adolescenti la capacità di partecipare al processo di cura ed esprimere il proprio parere, Il Codice riconosce il diritto ad essere protagonisti, a ricevere informazioni e spiegazioni chiare, I nostri sanitari sono chiamati quindi a un impegno molto diverso, che richiede una specifica formazione e la creazione di materiale comprensibile a bambini e adolescenti di tutte le età e di tutte le culture” ha affermato il direttore generale dell’Azienda Usl Toscana Centro Paolo Morello Marchese. “L’impegno dell’AUSL Toscana Centro a sostegno del Codice Etico si concentrerà sul percorso di assistenza alla nascita, sui percorsi pediatrici e su quelli della riabilitazione e tutela della salute mentale nei propri presidi e percorsi assistenziali ospedalieri e territoriali" ha concluso.
“Siamo lieti di partecipare alla firma di questo importante Protocollo d’Intesa condividendone l’intero impianto valoriale che esso esprime” ha dichiarato la direttrice dei servizi sociali dell’Azienda Usl Toscana sud est Patrizia Castellucci, delegata a sottoscrivere il Codice dal direttore generale Antonio d’Urso. “Il Codice Etico rappresenta uno strumento fondamentale per garantire al minore e alla sua famiglia il migliore livello di cure e assistenza possibile. Tutti gli aspetti evidenziati dal Codice Etico mettono il minore al centro del percorso socio sanitario e ne garantiscono i pieni diritti sin dalla fase prenatale sia in ambito ospedaliero che territoriale. Il Codice costituirà un punto di riferimento per tutti gli operatori socio sanitari dell’Azienda sud est che lavorano a contatto con i minori affinché questi diritti vengano rispettati con attenzione, sensibilità e diventino patrimonio della cultura di ciascuno” ha concluso.
“In una congiuntura storica come questa, in cui guerre e continue ondate migratorie vedono spesso i minori in situazioni di grave pericolo sia dal punto di vista della salute fisica sia psicologica – ha dichiarato la direttrice generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana Silvia Briani. “È con grande piacere che sottoscriviamo il Protocollo per adottare anche nel nostro ospedale il Codice etico del diritto della persona di minore età alla salute e ai servizi sanitari, che è un ulteriore passo avanti nella direzione già intrapresa da tempo nel nostro Dipartimento materno-infantile che, fra le tante azioni messe in campo per promuovere la salute delle madri, delle bambine e dei bambini ricoverati, sta recentemente completando, relativamente alla fase ‘nascita’, anche l’adesione al percorso Unicef Insieme per l’allattamento”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale