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Uffizi Diffusi a Poppi con una mostra 'avventurosa'

Il caso della perduta Maschera di Fauno attribuita a Michelangelo è tra i più misteriosi e intriganti di una nuova mostra sulle vicende che legarono indissolubilmente il Casentino al salvataggio del patrimonio artistico fiorentino durante la Seconda guerra mondiale. La maschera, trafugata dai nazisti dal Castello dei Conti Guidi a Poppi e mai ritrovata, per sfuggire ai bombardamenti era stata infatti posta in custodia nell’antico maniero, insieme a centinaia di capolavori degli Uffizi e dei musei fiorentini.

Proprio nel Castello di Poppi, che insieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci tra il 1940 e il 1944 divenne straordinaria roccaforte di protezione per le opere d’arte, si tiene, dal 20 luglio al 28 gennaio 2024 la mostra Michelangelo rapito - Capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino.

L’evento, inserito nel programma degli Uffizi Diffusi, racconta la tormentata storia del salvataggio di centinaia di sculture e dipinti tra i più famosi al mondo, ed allo stesso tempo offre anche l’opportunità di un’esperienza di arte immersiva, perché le immagini in alta definizione di quelle stesse opere, compreso il Fauno perduto, tornano in via eccezionale all’interno del castello.

È la terza volta che Poppi ospita un’iniziativa del piano di diffusione di arte sul territorio lanciato due anni fa dalle Gallerie: nel 2021 aveva accolto una mostra su Dante e lo scorso anno una dedicata al tema della maternità (entrambe queste mostre sono state organizzate per Terre degli Uffizi, progetto condiviso dal museo fiorentino e dalla Fondazione CR Firenze nell’ambito dei rispettivi programmi Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei). Ed ancora prima (2018), tra le mura del maniero si era tenuta l’esposizione Nel segno di Leonardo, con protagonista la Tavola Doria prestata proprio dagli Uffizi.

Questa volta l’argomento è la ricostruzione delle vicende del patrimonio artistico toscano durante la guerra; è il risultato di un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti mai pubblicati, filmati d’epoca. Proprio nelle casse ricoverate all’interno delle ex Scuderie erano infatti state messe sotto protezione - tra le altre - la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Nascita di Venere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni). Mentre il monastero di Camaldoli accoglieva capolavori di Leonardo, Beato Angelico, Tiziano e Piero della Francesca.

LA MOSTRA ‘CLASSICA’

Il percorso è articolato nel cortile del castello e nell’ambiente delle ex scuderie al piano terra, con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici.

Dagli Uffizi arriva il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa. Si tratta di un dipinto emblematico per le vicende che lo riguardarono e per la mostra stessa: fu ricoverato al castello di Poppi dal novembre 1940 all’agosto 1944, quando fu requisita e portata dall’esercito tedesco in Alto Adige; tornò a Firenze nel luglio 1945. Un legami familiari collegano inoltre l’effigiato proprio al Casentino.

In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo (esposta ordinariamente agli Uffizi, è stata realizzata nel 2013 a cura dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze da una matrice dell’Ottocento) oltre a preziose edizioni antiche della Vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi che ricostruiscono giorno per giorno la corsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino.

Infine, il Gabinetto fotografico degli Uffizi ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna e le distruzioni a cui sarebbero state sottoposte.

…. E QUELLA IMMERSIVA

Nei suggestivi ambienti della storica biblioteca Rilliana è invece allestita la mostra immersiva. Il visitatore viene coinvolto dalle proiezioni in alta definizione - su pareti e pavimento – di una serie di opere dal fascino straordinario, con la possibilità di scoprire particolari normalmente non visibili. Capolavori legati indissolubilmente agli Uffizi, come il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del Cardellino di Raffaello, l’Annunciazione di Leonardo o la Medusa di Caravaggio, possono essere ammirati in alta definizione e con suggestive animazioni che ricreano idealmente il “museo delle opere salvate” presente a Poppi negli anni del conflitto. Diventa così possibile dialogare e interagire con le opere: l’installazione Mirror Room con il suo sistema di specchi da la sensazione di “entrare” nelle casse ricoverate nel castello durante la guerra, ritrovandosi dunque faccia a faccia con i capolavori del celebre museo fiorentino.

Curatrice della mostra (così come dei saggi del catalogo insieme ad Attilio Torri, Alberta Piroci, Luca Grisolini) è Alessia Cecconi; l’evento è promosso dal Comune di Poppi nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, con la collaborazione del Museo Casa Siviero, ha il sostegno e il patrocinio della Regione Toscana, il contributo della Fondazione CR Firenze e del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi Monte Falterona e Campigna e si svolge in collaborazione con l’Unione dei Comuni montani del Casentino, l’Ecomuseo del Casentino e la Banca della Memoria di Poppi.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “La mostra di Poppi non è solo un’occasione per ammirare dipinti e belle immagini ma tocca soprattutto un argomento di scottante attualità: l’arte, infatti, è tra le vittime principali dei conflitti in tutto il mondo, perché rappresenta l’idea più profonda di identità nazionale. Per questo le massicce operazioni di tutela che hanno coinvolto il nostro patrimonio durante la seconda Guerra Mondiale sono un simbolo di resistenza alle distruzioni e alle depredazioni che ancora oggi sono tra i crimini bellici più frequenti e insanabili”.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “Il progetto Uffizi diffusi nel suo viaggio fantastico attraverso la Toscana, fa tappa al Castello di Poppi che, insieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci tra il 1940 e il 1944, divenne straordinaria roccaforte di protezione per le opere d’arte. Il castello di Poppi fu come uno scrigno, e oggi rivela a tutti i visitatori della mostra Michelangelo rapito - Capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino, la preziosa funzione che ha svolto durante il Secondo conflitto mondiale raccontando la tutela in tempo di guerra, che resta un monito sui rischi che corre sempre il patrimonio artistico in certe circostanze. In questa ricostruzione delle vicende dei nostri tesori durante la guerra, ci rendiamo conto che ognuna delle opere esposte avrebbe potuto non esserci più. La mostra illumina, per la prima volta, le loro tante storie e trasforma le loro singolarità in una grande epopea collettiva di passione, di impegno e di bellezza salvata”.

Il sindaco di Poppi Carlo Toni: “Questo percorso espositivo, con l’emozionante ricerca di opere perdute che sono state in gran parte ritrovate, ci consente di lasciarci conquistare da quel patrimonio di Bellezza che appartiene all’Uomo e che costituisce l’unica possibilità che abbiamo per salvare il mondo e, in fondo, ognuno di noi.

La mostra costituisce davvero un’occasione unica e preziosa per far conoscere alla comunità, e ai molti turisti italiani e stranieri che visitano il Castello e il Casentino, una storia emblematica di salvaguardia di un patrimonio universale”.

La curatrice della mostra Alessia Cecconi: “Il tema della salvaguar-dia del patrimonio artistico durante la Seconda Guerra mondiale ha co-nosciuto una crescente fortuna. Questa esposizione ha la particolarità di ricostruire, grazie anche all'incredibile documentazione dell'Archivio sto-rico delle Gallerie e del Gabinetto fotografico degli Uffizi, un segmento fondamentale di tali vicende in uno dei luoghi simbolo della storia. Fa-scino e significato dell’allestimento scaturiscono anche dal legame sto-rico profondo tra contenuto e contenitore, percorso espositivo e sede espositiva, Gallerie degli Uffizi e castello di Poppi”.

Fonte: Gallerie degli Uffizi - Ufficio stampa

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