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I migliaia del Toscana Pride. Antagonisti fermati dalla polizia

Il Toscana Pride di questo pomeriggio sarebbe stato partecipato da 10-15 mila persone secondo la questura, circa 50mila secondo un comunicato degli organizzatori. A concedere il patrocinio una 90ina di comuni, non tutti quelli governati dal centrosinistra.

Il Comitato Toscana Pride: “Oggi a Firenze eravamo 50mila. In un momento storico in cui la nostra comunità è sotto attacco, abbiamo alzato la testa, è esplosa la nostra rabbia. Ci aspettavamo una grande partecipazione per il ritorno nel capoluogo ad 7 anni di distanza, ma il risultato ha superato di gran lunga superiore le nostre aspettative.

Abbiamo scritto una pagina di Storia di questa città e della nostra Toscana. Grazie a tutte le persone che con la loro presenza hanno testimoniato il loro impegno quotidiano nella lotta alle discriminazioni. Insieme alla società civile alleata e presente in massa, la comunità arcobaleno ha dato una risposta forte alla violenza di Stato a cui stiamo assistendo.

A chi vuole invalidare i percorsi di affermazione di genere delle persone trans e non binarie, a chi vuole togliere ai nostri figli e alle nostre figlie il diritto ad avere entrambi i genitori riconosciuti dallo Stato e non intende rispettare e tutelare di tutte le modalità relazionali, a chi vuole rendere la GPA reato universale e cancellare l’orientamento sessuale e l’identità di genere tra i motivi per cui richiedere la protezione internazionale, a chi rende l’accesso libero e gratuito all’aborto un percorso ad ostacoli, a chi diffonde odio e discriminazione, abbiamo opposto la nostra intransigenza, la nostra non disponibilità ai compromessi.

Veniamo al Pride per portare avanti il sogno di libertà di Sylvia, Marsha e di tutte le altre ragazze di Stonewall e per rivendicare diritti e tutele per chi non ne ha o ne ha solo a metà. Per Cloe Bianco e per tutte le persone che come lei, hanno pagato a caro prezzo la propria libertà, noi lotteremo ora e sempre”.

Coloratissima e festosa Firenze ha risposto in massa all’appello del Comitato organizzatore composto da: AGEDO Toscana, Arcigay Arezzo "Chimera Arcobaleno", Arcigay Firenze “Altre Sponde”, Arcigay Livorno, Azione Gay e Lesbica (Firenze), Collettivo Asessuale Carrodibuoi, Consultorio Transgenere (Torre del Lago), Famiglie Arcobaleno (Toscana), IREOS Comunità Queer Autogestita (Firenze), L'Asterisc* Arcigay Prato-Pistoia, LuccAut (Lucca), “Movimento Pansessuale” Arcigay Siena, Pinkriot Arcigay Pisa, Polis Aperta e Rete Genitori Rainbow.

Per le strade della città capoluogo, c’erano giovani e turisti. Alla testa del Corteo, a tenere lo striscione del Comitato organizzatore, c’erano anche il sindaco della città Dario Nardella e l’assessora regionale Alessandra Nardini. Con loro, la rappresentanza delle 90 istituzioni che hanno dato il patrocinio alla manifestazione, con fascie tricolore e gonfalone.

Un’invasione gaia caratterizzata dalla presenza di 11 carri tra cui l'immancabile trenino delle Famiglie Arcobaleno. Genitori e figli mano nella mano, hanno lanciato un messaggio di visibilità ed amore, commuovendo tutte le persone presenti. Sono 150 le realtà che hanno aderito al Toscana Pride, tra loro, molte conferme come SPI CGIL, le ARCI toscane, Uisp Toscana e ANPAS. Tanti gli esercenti che hanno aderito al Toscana Pride, sostenendo la manifestazione con vetrine rainbow e convenzioni.

Gli antagonisti e i cori contro Meloni

Il Toscana Pride ha avuto anche momenti concitati a causa dell'arrivo di una cinquantina di antagonisti nei pressi del parco delle Cascine, che prima si sono messi alla testa del corteo e poi anno impedito il proseguimento. Gli antagonisti erano entrati in un'area transennata e riservata a Toscana Pride e non volevano uscire, poi sono intervenute le forze dell'ordine.

Dall'altra parte, nel passaggio nei pressi della sede di Fratelli d'Italia a Firenze sono stati rivolti dal gruppo di manifestanti cori e insulti volgari contro Giorgia Meloni e il governo di cenrodestra. Aanche in questo caso la polizia ha scortato il corteo, impedendo rischi di violenze.

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