"Cup 2.0 penalizza Empoli e dintorni": l'attacco della sinistra sulla sanità
Chi ci segue da tempo sa che ci siamo occupati spesso come gruppo consiliare e come collettivo del disastro in cui versa l’assistenza sanitaria a Empoli e dintorni.
Una situazione drammatica che ora sta attirando l’attenzione di molti, a livello regionale e locale, fra pianti di coccodrillo del PD e uscite giornalistiche di altre forze satelliti fortemente concentrate sulla qualità delle sedie nel Pronto Soccorso.
Ce ne siamo occupati e continueremo ad occuparcene per un motivo molto semplice: di fatto il diritto alla salute a Empoli non esiste più e questo incubo si è concretizzato nella totale indifferenza di una classe politica tutta presa alle politiche di facciata e taglio di nastri tricolori.
Liste chiuse, impossibilità di eseguire esami e diagnostiche di ogni genere, necessità di ricorrere costantemente alla sanità privata, attese infinite al Pronto Soccorso hanno trasformato quella che doveva essere “eccellenza”, parola con cui i nostri amministratori si sono riempiti la bocca fino alla nausea, in un incubo totale, degno delle regioni economicamente e socialmente più disastrate d’Italia. Sembra in effetti che ci sia stato un certo impegno nel distruggere anche quello che funzionava.
Oggi ci concentriamo su un cambiamento di cui molti non si saranno accorti, perché è uno dei tanti cambiamenti che vengono fatti passare ai cittadini come normale amministrazione.
Ci riferiamo all’unificazione dei CUP (centro unico prenotazione), che è avvenuto circa due anni fa, per le ASL di Empoli, Firenze, Prato, Pistoia. Ogni ASL aveva sviluppato un proprio sistema di prenotazione e con l’unificazione di queste aziende si è passati a un CUP unico. Fino a qui niente di strano.
Il problema era ed è che a distanza di due anni l’integrazione dei sistemi di prenotazione, il sistema informatico che ci sta dietro e l’organizzazione amministrativa, continuano a creare disagi enormi per i cittadini di Empoli. Disagi che si sommano con l’incredibile indisponibilità di posti per visite e diagnostica nella nostra zona.
Per ordine. I sistemi di prenotazione di Firenze, Prato e Pistoia erano piuttosto simili tra loro. Quello di Empoli era per certi versi più avanzato rispetto agli altri, perché aveva introdotto alcune migliorie come il sistema dei codici colore che nelle altre ASL non c’erano. Proprio le ricette predisposte col sistema dei codici colore sono quelli non riconosciuti dal CUP 2.0.
Il codice colore prevede quattro tipologie di ricette. Differita; ovvero la visita dovrebbe essere eseguita entro 30-60 gg. Breve; entro 10 gg. Urgenza; entro 72 ore. La programmata riguarda invece i controlli periodici e dovrebbe essere presa dall’amministrativo dello specialista (cosa che raramente accade). Questo inizialmente per otto tipologie di prestazioni, poi il sistema è stato esteso ad altri tipi di prestazioni e buona parte della diagnostica.
Il medico di famiglia prescrive le prime visite avvalendosi di un codice colore, e può fare lo stesso anche con alcuni controlli.
Allo specialista che ha eseguito la visita o l’analisi richiesta spetterebbe la prescrizione di controlli e diagnostica seguenti.
Il problema è che una volta che il cittadino si trova con la ricetta in mano deve prenotare e il CUP unificato ha difficoltà a riconoscere le ricette emesse nella nostra ASL e farle coincidere con le liste della nostra ASL.
Le cause sono diverse.
La più semplice è che ci sia sulla ricetta un codice di priorità errato o omesso, oppure che ci sia discordanza tra codice di prestazione e tipologia della prestazione. Risultato, l’output fornito dal sistema è: nessuna posizione disponibile.
Altra possibilità: sulle ricette di alcune specializzazioni (non tutte), sebbene correttamente compilate se vengono lette dal lettore ottico di un qualsiasi centro di prenotazione, non vengono fatte vedere le disponibilità all’operatore.
Per ovviare a questo problema, che il programma non segnala, fornendo come output solo la mancanza di disponibilità, si devono inserire dei campi manualmente, ma solo pochi operatori ne sono a conoscenza e quasi nessun farmacista.
Facciamo un esempio: ricetta per visita di controllo reumatologica correttamente compilata; lettura ottica. Risultato nessuna disponibilità. Se dopo averla sparata si inserisce nel campo “richiedente” la dicitura “secondo accesso” solo allora le agende risultano visibili e prenotabili. Su altri tipi di ricette questo non succede.
In generale il CUP 2.0 reagisce male proprio ai codici di priorità, che sarebbero il fiore all’occhiello della nostra ASL, e ogni caso sembra un caso a parte. Fatto questo che denota una totale inefficienza del sistema.
Ci sono poi i problemi amministrativi.Uno da segnalare è quello sulla creazione delle agende. Nonostante la presenza dello specialista in ambulatorio, per quel giorno non risultano appuntamenti. A fronte di liste d’attesa lunghissime abbiamo medici che, in questi casi, hanno l’ambulatorio vuoto. Quante volte succede in un anno? Sarebbe interessante che questi dati fossero disponibili, analizzati e che si ponesse un rimedio.
Altro problema. Chi prenota?
Personale ASL, ospedale ecc, farmacie abilitate, segretari di medici di medicina generale e così via.
Spesso il problema è che hanno tutti abilitazioni diverse e questo crea disagi e problemi.
Forse sarebbe più opportuno abilitare tutti i dipendenti a qualsiasi tipo di prenotazione compresi i controlli, oppure l’utente che esce da una visita potrebbe essere correttamente indirizzato, piuttosto che cercare di prenotare per mesi una visita di controllo da un operatore che non può prenotargliela e nemmeno lo sa.
“Aggiustare” un sistema di prenotazione fallace è necessario ma non basta, è necessario avere di nuovo referenti e responsabili reali per ogni settore, servizio e per ogni territorio. Altrimenti non se ne esce."
Buongiorno Empoli