Dramma Industriale: a San Miniato di scena la vicenda del Pignone
"Nel 1951 esce nelle sale cinematografiche Alice nel Paese delle Meraviglie, prodotto da Walt Disney. Nel 1956 muore Bertold Brecht. Tra i due eventi si colloca la vicenda del Pignone, che metterà a rischio il lavoro di duemila operai prima di qualsiasi forma di statuto del lavoro.
Con queste coordinate, Riccardo Favaro ha tracciato un affresco febbrile del passato del nostro paese che rimbalza dalla Storia al sogno, in un movimento infinito che negli incubi vede riaffiorare la realtà. Il mio viaggio nel suo testo parte dal bisogno di guardare alle promesse che quel periodo storico faceva a se stesso e che oggi vediamo continuamente disattese, tra fabbriche che vengono di nuovo occupate e “morti bianche”, e dal bisogno di chiedere (a me stesso come alla piazza di San Miniato) cosa significhi oggi teatro civile".
Così il regista Giovanni Ortoleva sottolinea cosa sarà il "Dramma Industriale" che sarà Dramma Popolare per la Festa del Teatro di San Miniato.
Quell'evento che si ripete, ogni estate, dal 1947 e che quest'anno mette al centro il rapporto tra le scelte politiche ed il bene comune da perseguire, secondo i valori cristiani, all’insegna di un’assoluta trasparenza e onestà, in vista di un progetto che dia centralità alla persona, alla sua dignità, e al bene della società.
Lo spettacolo (Piazza Duomo 22-26 luglio) è stato presentato oggi a Firenze alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del presidente della Fondazione Idp Marzio Gabbanini, del presidente della Fondazione Crsm Antonio Guicciardini Salini, del direttore artistico del Dramma Popolare, Masolino D'Amico, del vescovo di San Miniato Monsignor Giovanni Paccosi, e del responsabile Direzione Regionale Toscana-Umbria Crédit Agricole Italia Massimo Cerbai.
“Questa manifestazione straordinaria - - ha detto il presidente Giani - che è vitale da settantasette edizioni, quest’anno si dedica a un atto veramente significativo per l’Italia e per la Toscana del lavoro, cioè il momento in cui Giorgio la Pira salvò la Pignone che fu trasformata in Nuovo Pignone attraverso l’intervento dell’allora suo amico Mattei. E’ significativo che questo spettacolo venga messo in scena proprio quando la Baker Hughes, la multinazionale che oggi detiene la proprietà del Nuovo Pignone e che garantisce i 6000 posti di lavoro in tutta la Toscana, la settimana scorsa ha aperto due nuove linee di produzione a Massa, fabbrivando la turbina a idrogeno più evoluta che esista al momento nel mondo. Se questo è potuto succedere è grazie all’intervento di una figura eccezionale come Giorgio La Pira in una vicenda che insegna che quando si rispettano i luoghi e i presidi del lavoro portando il dialogo, questo dà sempre i suoi risultati. Ed è bello e interessante che a ripercorrere questa storia e i suoi protagonisti siano un autore e un regista giovani nell’ambito di una rassegna che nel tempo ha mantenuto inalterato l’alto livello di qualità”.
"DRAMMA INDUSTRIALE (Firenze, 1953)" è frutto della sinergia tra Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro della Toscana, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato e restituisce la grande attualità di Giorgio La Pira e di quel cristianesimo sociale - che trovò estrema vitalità, oltre che in La Pira, anche in figure quali Dossetti, Padre Balducci, Don Milani, Don Facibeni - oggi di pregnante attualità per una società in cui l’impegno politico autentico possa tradursi in percorsi e regole nuove, garanti della giustizia e della libertà di ciascun membro del corpo sociale.
Lo spettacolo inquadra l'autunno 1953 quando più di duemila operai, tutti assunti presso lo stabilimento fiorentino del Pignone rischiarono il licenziamento per la chiusura della fabbrica. Il sindaco della città, Giorgio La Pira, prese pubblicamente le parti degli operai, asserragliati nello stabilimento. Nelle drammatiche giornate di quell’occupazione, tra scioperi generali e rapporti con industriali, prefetti e ministri, La Pira compattò un fronte politico e civile che puntò a salvare prima di ogni altra cosa i posti di lavoro.
Questo il cast: Christian La Rosa, Stefano Braschi, Marco Cacciola, Stefania Medri, Edoardo Sorgente. Assistente alla regia Alice Sinigallia. Scenografia di Federico Biancalani, musiche Pietro Guarracino e costumi Graziella Pepe.
Il volto più nobile della politica si snoda, appunto, attraverso tutta la Festa del Teatro. E lo ritroviamo nella messinscena de "L'Ultima Estate - Falcone e Borsellino 30 anni dopo"(27 giugno Giardino della Cisterna della Misericordia) che ci riporta indietro di trent'anni, in quell'estate del 1992 segnata dalle stragi di Cosa Nostra e della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. "Sempre Domenica" di Collettivo Controcanto (29 giugno Giardino della Cisterna della Misericordia) è un lavoro sul lavoro, una trama di storie, un coro di anime, una sinfonia di destini immersi negli affanni quotidiani. La forza di stare dalla parte del bene ci appare tutta in "Cammelli a Barbiana - Don Lorenzo Milani e la sua scuola" con Luigi D’Elia (3 luglio Giardino della Cisterna della Misericordia) che rievoca la storia di Lorenzo Milani, prete, maestro e uomo, partendo dal racconto delle scelte che fece nell'estate di bombe del 1943. E la ritroviamo in "Camillo Olivetti - alle radici di un sogno" (Giardino della Cisterna della Misericordia 6 luglio) con Laura Curino riscoprendo la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fondò, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Poi "Aldo morto" di e con Daniele Timpano (10 luglio Giardino della Cisterna della Misericordia): il tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, riletto senza pietismo muovendosi tra ombre e sospetti di una vicenda che dal 1978 è ancora assettata di verità e giustizia. "Corteo miserabile - Il popolo dell'abisso" (18 luglio) è uno spettacolo itinerante che parla di organizzazione sociale, tra sopraffazione e sfruttamento coprodotto Tra i binari APS e un network internazionale di artisti.
La Festa del Teatro di San Miniato è sostenuta in modo determinante dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, Crédit Agricole Italia e Tecnoambiente SpA-Gruppo EcoEridania