GoBlog - Marco Mainardi
A Marcignana un’altra serata da dimenticare
Convocata con l’obiettivo di fare chiarezza sulla variante che riguarda la Zignago nella zona del Terrafino e finita, come dicono a Roma con un’espressione dialettale che rende bene l’idea, in caciara.
Il luogo del delitto è ancora Marcignana, stavolta il circolo Mcl che aveva messo a disposizione della sindaca Barnini e della sua giunta la sala per illustrare il perché di una variante che aveva già suscitato polemiche.
Un appuntamento non dovuto visto che per questi atti c’è un preciso iter di legge da seguire che comprende passaggi nelle sedi istituzionali ed osservazioni da parte della cittadinanza ma che era stato organizzato per motivi fin troppo ovvi: il primo, come detto, fare chiarezza e spiegare la posizione della giunta (presenti tutti gli assessori) ed il secondo cercare di evitare situazioni già vissute e che nessuno vorrebbe rivedere.
C’è da dire che, fino a metà della serata, tutto è filato liscio. Nonostante una comunicazione diversa dal solito (nessuna notizia sui canali del Comune, avvisi lasciati nella cassetta della posta della frazione), la sala era piena, la pattuglia dei consiglieri comunali del Pd presente praticamente al gran completo, stesso dicasi per consiglieri dell’opposizione a sinistra e rappresentanti dei comitati.
Barnini ha spiegato in una decina di minuti abbondanti la variante che serve a venire incontro ad un’esigenza della Zignago, ha illustrato il percorso seguito fino ad oggi e quello da seguire ed a quel punto ha messo il microfono a disposizione di chiunque volesse intervenire. Hanno preso la parola Marco Cardone, di Tpe, e l’ingegner Paolo Gini, dirigente comunale ora in pensione e molto attivo ai tempi della vicenda gassificatore per la quale non ha mancato di lanciare una frecciatina: “Che la vicenda sia chiusa per questa sindaca ci credo”, alludendo al fatto che nel 2024 scadrà il suo mandato.
Battuta a parte, che alcuni concetti espressi dai due non abbiano trovato d’accordo la Barnini è apparso subito chiaro, ma anche qui gioco delle parti e tutto nella norma visto che si era lì anche per far parlare le persone e confrontarsi. A quel punto microfono ancora alla sindaca che, oltre a controbattere a quanto appena ascoltato, ha ribadito la piena disponibilità anche ad un tavolo (pure questo non dovuto) per illustrare e confrontarsi sulla questione. La situazione, però, è precipitata. I toni si sono alzati di molto da parte di qualcuno in platea e quella pazienza che la sindaca non aveva mai perso nemmeno nella famosa serata dello scorso novembre se n’è inevitabilmente andata portandola, come si suol dire a scuola, a fare cartella chiudendo così un’altra serata no nella frazione empolese.
Che la cicatrice gassificatore debba ancora risarcirsi del tutto è apparso chiaro e si sapeva, ma quello che ha stonato non è tanto questo quanto la piega che ha preso la serata. Senza voler scendere nel dettaglio della variante visto anche che servono precise competenze tecniche e ci sono le sedi preposte, non è certo questo il modo di affrontare le questioni. Sicuramente l’avrà capito la giunta che di serate simili difficilmente ne organizzerà ancora ma su una cosa non c’è dubbio: il dissenso si esprime diversamente da quanto visto ieri sera. Chi urla si mette dalla parte del torto. Punto. E, se chi ha urlato non lo capisce, tocca a qualcuno a loro vicino (i comitati?) far cambiare atteggiamento, se non per rispettare i sacri principi della democrazia per un motivo molto più terra terra: il modo di fare di martedì sera è controproduttivo solo per loro stessi.
Un’ultima considerazione. Questa vicenda della variante non è che sia stata decisa nel buio di una cantina in una notte di luna piena dalla sindaca in combutta con chissà chi, ma viene incontro ad una precisa esigenza di una realtà imprenditoriale molto importante per il territorio, esigenza presente nero su bianco ormai da tempo nell’agenda politica locale e negli atti ufficiali. E, ora che l’iter ha mosso il primo passo, ci sono controlli di ogni sorta da fare, passaggi e discussioni nelle sedi istituzionali e possibilità di osservazioni da parte di chiunque, oltre ovviamente a successivi ricorsi, Tar ed amenità simili. Tutto alla luce del sole, come democrazia comanda.
Da ora in poi, quindi, meglio parlarne nelle sedi preposte ed andare al circolo solo per prendere il caffè. Che all'Mcl di Marcignana è pure buono.
Marco Mainardi