E’ un mondo affascinante, per certi versi misterioso ed anche per questo potenzialmente pericoloso. La rete, questo universo invisibile che mette in contatto persone di ogni angolo del mondo e che ha rivoluzionato le nostre vite, è popolata infatti non solo da chi ci naviga per stare sui social, organizzare una vacanza o banalmente leggere qualcosa la sera sul divano, ma anche da chi ha ben altri obiettivi e ben altra preparazione per raggiungerli. E’ per questo che la cyber security, se preferite sicurezza informatica, è diventata ormai una voce importante per i bilanci di ogni azienda, piccola o grande che sia e la scuola fa la sua parte per formare quelli che, con un termine che suona bene, si definiscono hacker etici.
All’Itis Ferraris-Brunelleschi hanno ben chiaro quanto importante sia questo insegnamento. La professoressa Giovanna Monte, docente di sistemi e reti, è quella che si occupa di questo delicato settore e la sua gioia è quella dell’intero istituto nel vedere che sul nome di due ragazzi di via Sanzio si è accesa una lucina rossa. Chiara Salucci e Mattia Mazzoni, studenti dell’Itis, faccia pulita e tanta voglia di imparare, hanno portato il nome della scuola empolese alle olimpiadi italiane di cybersicurezza organizzate dal consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica. E, soprattutto, l’hanno tenuto ben in alto.
Crittografia, sicurezza di rete, hardware, virus, strategia di difesa e di attacco sono parole ormai usuali del loro vocabolario da adolescenti al pari di hamburger, coca e patatine fritte e le medaglie che pendono al collo sono lì a testimoniarlo. “Ho superato la selezione territoriale delle Olicyber a cui partecipano gli studenti delle superiori – spiega Chiara – e, grazie a questo, ho partecipato al Camp di Torino nel corso del quale abbiamo fatto formazione teorica e pratica. Nello scorso mese di marzo ho superato la selezione territoriale e sono stata ammessa alla finale nazionale di settembre dove mi confronterò con cento studenti a livello nazionale”.
E Mattia? Lui, sempre assieme a Chiara, entra in scena alla cyberchallenge, programma di addestramento per studenti universitari e delle superiori. Il livello si alza, c’è l’università, ma loro due sono sempre lì, pronti a muoversi sul web a caccia di hacker e virus. “Abbiamo superato le preselezioni nazionali – prosegue Mattia – e siamo andati all’Università di Firenze in una classe di venti persone. Una bella esperienza, importante e formativa. Abbiamo fatto anche molta pratica, ci siamo divisi in squadre di attacco e difesa per capire sul campo quanto ci avevano spiegato sui banchi”.
Ma i vostri avversari cattivi, gli hacker, che obiettivi hanno? “Furti di identità o di informazioni, spionaggio industriale, richieste di riscatto ed anche questioni di sicurezza nazionale, tanto che a Firenze erano presenti anche rappresentanti delle forze armate. Un professore ci parlò anche di sicurezza delle macchine. Essendo ormai ogni processo governato da computer, c’è il rischio che qualcuno posso entrarci e controllarlo, anche con obiettivi proprio non simpatici”. Queste figure professionali sono ormai molto richieste nel campo del lavoro e qui, naturalmente, entra in ballo un possibile sbocco professionale per chi frequenta un istituto come l’Iti che, non a caso, è ormai da anni accreditato come scuola federata con il programma cyberchallenge.it.
La professoressa Grazia Mazzoni, dirigente dell’istituto, è ovviamente soddisfatta. “Siamo contenti che la nostra scuola abbia potuto partecipare ad una ribalta così importante con Chiara e Mattia. Oltre a loro ci sono naturalmente tutti gli altri studenti che, in questo settore o in altri, portano avanti importanti esperienze non solo sui banchi ma anche a livello pratico, così da poter essere poi pronti per un futuro professionale importante nei diversi ambiti nei quali li prepariamo”.
Gli hacker sono avvisati. Chiara, Mattia ed i loro compagni fanno sul serio.
Marco Mainardi
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