Misericordie in tensione per il mancato rinnovo del contratto, sindacati in allerta
Continuano le azioni di protesta sui territori da parte dei sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil per il mancato rinnovo del contratto 2020-2022 da parte della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia.
“Ieri mattina – denunciano Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl regionali - c’è stato anche qualche momento di tensione davanti alla sede della Confederazione nazionale delle Misericordie, che si trova proprio di fronte alla Misericordia di Rifredi, all’angolo tra via delle Panche e via dello Steccuto, a Firenze, dove i sindacalisti stavano volantinando e avevano esposto bandiere e lo striscione con l’hashtag della campagna: #MisereMisericordie”.
“Alcuni rappresentanti della Misericordia – continuano le tre segreterie regionali - sono usciti dalla sede e hanno strappato i nostri volantini, con atteggiamenti aggressivi. Non è in questo modo che potranno impedirci di manifestare a difesa dei loro lavoratori, che aspettano da anni il rinnovo del contratto e si vedono penalizzati rispetto ai colleghi di CRI e Anpas.”
I sindacati hanno aperto nei mesi scorsi un tavolo con Misericordie d’Italia e Anpas nazionale, per arrivare a unificare l’inquadramento in un unico ‘Contratto emergenza-urgenza’. E mentre Anpas si è dimostrata sensibile alle richieste, tanto da aver già deliberato un anticipo del 3,5% sul futuro rinnovo contrattuale, le Misericordie sono state irremovibili.
Nell’ultimo incontro al ministero del Lavoro per le procedure di raffreddamento si è arrivati così ad un verbale di mancato accordo, a seguito del quale Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl hanno lanciato una serie di azioni di protesta su tutto il territorio nazionale.
“La scelta della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia di non voler procedere alla sottoscrizione del rinnovo – hanno spiegato i sindacati dopo l’incontro - mina il responsabile lavoro messo in campo dalle organizzazioni sindacali per ricomporre il comparto dell’emergenza e urgenza, dimostrando una scelta netta e precisa di perseguire una strada che conduce a una intollerabile disparità di trattamento rispetto alle lavoratrici e ai lavoratori della Croce Rossa Italiana e di Anpas, che svolgono le medesime mansioni.”