È scomparso Mauro Pieri, uno degli ultimi sopravvissuti della strage di Sant'Anna di Stazzema
Ferito ad una gamba, e poi svenuto in un bosco poco lontano dalle case in fiamme. Fu ritrovato così Mauro Pieri, a 12 anni, uno degli ultimi superstiti della strage di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, scomparso domenica 28 maggio all’età di 90 anni. Insieme ad Ennio Navari, Mario Pieri, Lina Antonucci, Mario Ulivi e Milena Bernabò la più grande di questi, che aveva 16 anni e poi insignita della Medaglia d’oro al Merito civile, Mauro fu uno dei bambini che si salvarono alla località Vaccareccia.
Da circa dieci anni Mauro Pieri, operaio dell’Enel in pensione, aveva dei problemi di salute, e così non era più riuscito a partecipare agli eventi di Sant’Anna e a visitare il Parco nazionale della Pace. Come invece aveva sempre fatto in precedenza, quando ad esempio aveva lottato con tenacia, con i tanti incontri fatti dal prefetto a Lucca, per far costruire la strada da La Culla a Sant’Anna, il primo tracciato che fu iniziato nel ‘67 che fu vitale per la frazione stazzemese martire della seconda guerra mondiale. E poi i tanti momenti in cui aveva reso la sua testimonianza di superstite agli studenti in visita al Museo della resistenza di Sant’Anna. Era stato tra gli ideatori della festa che ogni anno si svolgeva sopra le abitazioni di Monte Ornato (uno dei borghi di Sant’Anna posti più in alto, sul versante che conduce a Capezzano Monte), dove Mauro abitava: il gruppo gli “Amici dello Zuffone” organizzava ogni prima domenica di luglio una celebrazione religiosa in onore di una madonnina ritrovata dopo l’alluvione a Cardoso del 1996 alla quale seguiva un pranzo paesano. "Lo ricordiamo sempre disponibile – ha commentato il sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della pace Maurizio Verona -, a raccontare la sua storia a centinaia di studenti. Per alcuni anni si era dedicato infatti alla testimonianza diretta, aveva compreso il valore del suo racconto, la forza che la sua memoria rappresentava per le generazioni più giovani".
Mauro, la mattina del 12 agosto del ’44, si trovava ospite in una casa in località Argentiera. Pochi giorni prima, a Monte Ornato, dopo un combattimento fra partigiani e tedeschi, il 30 luglio, i soldati delle Ss bruciarono le case, compresa la sua. La sua famiglia, la madre e i tre fratellini, fu costretta a rivolgersi ad una zia che appunto risiedeva all’Argentiera, poco più in basso. È lì che verso le ore 7 del 12 agosto arrivarono una cinquantina di soldati tedeschi e li rastrellarono dalle case, spingendoli sui sentieri della montagna, fino alla Vaccareccia. Circa 70 persone, gente di Sant’Anna e tanti sfollati, saliti lassù, in alto, per fuggire dalle bombe e dalla guerra. Mauro si ritrovò con il fratello più piccolo, Romano, dentro ad una stalla dove i soldati li ammassarono, assieme ad altre decine di persone. Vide e sentì tutto, pur fingendosi morto. Vide lucidamente quella tragedia insensata che si svolgeva davanti agli occhi di un bambino di 12 anni. Vide i soldati entrare e lanciare delle granate all’interno. Vide purtroppo anche di più. Soldati che entravano dopo l’esplosione e uccidevano a freddo le persone ancora vive. Fra queste il fratellino Romano, che, colpito, gli cadde sulle gambe. Mauro però si salvò. Ed insieme a lui si salvarono miracolosamente Milena, Lina ed il cugino Mario. Allo scoppio delle bombe, si ritrovarono sul fondo della stalla. Aiutandosi a vicenda riuscirono a salire al piano superiore, dove rimasero, feriti, fino a quando non uscirono dal tetto. Mauro si salvò, ma perse la madre ed i fratellini quella mattina. Fu anche fra coloro che ricordano bene anche la presenza degli italiani fascisti, quella mattina, fra le fila di coloro che compirono il massacro. "Il primo che mi ha levato di casa me era un italiano – ripeteva Mario anche alla deposizione rilasciata al processo di La Spezia - parlava bene il versiliese".
Il funerale di Pieri, che lascia la moglie Maria Bacci e i figli Stefania ed Enzo, si svolgerà domani martedi alle ore 15 nella chiesa San Bartolomeo Apostolo a Pietrasanta località Ponterosso, Comune dove era residente.
Giani e Nardini: "È un momento triste per la Toscana"
Il presidente Eugenio Giani e l’assessora alla Cultura della Memoria Alessandra Nardini esprimono il proprio cordoglio e quello di tutta la Regione Toscana per la scomparsa a 90 anni di Mauro Pieri, sopravvissuto all’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema (Lu) del 12 agosto 1944, in cui furono trucidate 564 persone. Assieme Milena Bernabò e altri, fu uno dei “bambini della Vaccareccia” e da testimone svolse un ruolo importante nelle inchieste che condussero alla condanna in Italia di dieci ufficiali e sottufficiali delle Ss.
“È un momento triste per la Toscana. Non permetteremo che la sua instancabile opera di testimonianza vada dispersa, il racconto di quella barbarie nazifascista, che visse sulla propria pelle restando da ragazzino privato della madre e dei tre fratellini”, affermano Giani e Nardini, rivolgendo i più sinceri sentimenti di vicinanza alla famiglia.
“L’esempio di Mauro Pieri, così come quello di tanti altre e altri testimoni dell’orrore del nazifascismo – proseguono – non smetterà di essere vivo e per questo ribadiamo il nostro impegno affinchè la Toscana sia sempre in prima linea nella salvaguardia e nella trasmissione della Memoria”.
“Oggi, il miglior modo per onorare le sopravvissute e i sopravvissuti agli eccidi, le partigiane e i partigiani – concludono Giani e Nardini - è mantenere saldo l'impegno verso le giovani generazioni affinché possano conoscere l'abisso più profondo toccato dall'umanità, non dimenticare mai cosa la dittatura ha significato per il nostro Paese e per costruire un presente e un futuro di pace, libertà e democrazia, libero da violenze, ingiustizie e discriminazioni".
Mazzeo: "Raccogliamo eredità morale di Mauro Pieri"
“Esprimo il cordoglio personale e a nome di tutto il Consiglio regionale della Toscana – dice il presidente Antonio Mazzeo –. Mauro Pieri ha trascorso tutta la sua vita a raccontare ai giovani quello che è stato l'orrore della strage di Sant'Anna di Stazzema”.
“La sua scomparsa – aggiunge Mazzeo – mi riempie di dolore e lascia a tutti noi un'eredità e un dovere morale enorme: raccogliere il testimone della memoria e continuare a raccontare, affinché quell'orrore non si ripeta mai più. Ne sono sempre più convinto: è fondamentale che tutti i giovani toscani vadano almeno una volta durante il loro percorso scolastico nei luoghi come Sant'Anna: è lì che ha le radici la nostra Costituzione, la nostra democrazia, la nostra libertà”.