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Vino, Coldiretti: "il via libera dell'Ue a etichette 'killer' è attacco diretto al prodotto del Made in Tuscany" 

Vino rosso

Il via libera dell’Unione Europea all’Irlanda all’utilizzo delle etichette allarmistiche come per le sigarette sulle bottiglie di vino ma anche birra e liquori è pericoloso precedente ed un attacco diretto al prodotto del Made in Tuscany più venduto e conosciuto all’estero. E’ quanto affermano Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori Coldiretti, in riferimento alla conversione in legge del regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie annunciata dal ministero della sanità di Dublino, dopo che la Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia. Secondo Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana l’effetto domino delle etichette killer su altri paesi che potrebbero imitare il modello irlandese mettono in pericolo il primo prodotto del paniere regionale più esportato all’estero con 1,2 miliardi di euro in valore nel 2022, il dato più alto di sempre ed in forte crescita del 10,4%.

Una decisione che si auspica – sottolineano Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana – possa essere ridiscussa nel comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa, che sono il principale consumatore di vino. Ma è anche importante – precisano Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana – che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione. Si tratta infatti di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che – sostengono Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana – fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c.

Anche se le esportazioni di vino del Bel Paese in Irlanda sono state nel 2022 pari ad appena 2,2 milioni di euro, ma in crescita del 28%, la decisione – affermano Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana – rischia però di aprire le porte in Europa e nel mondo ad una normativa che colpirebbe l’intera filiera vitivinicola. Non solo quindi i viticoltori.

Si tratta di difendere un settore del Made in Italy, e del prezioso e ricco paniere della Toscana, che ha scelto da tempo la strada della qualità con 58 produzioni a denominazione (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp) con 1.183 milioni di euro di impatto economico e 5.839 operatori coinvolti. La sola filiera del vino Dop coinvolge, nella nostra regione, 5.893 operatori con la Toscana che è la terza regione per impatto economico a livello nazionale secondo sempre Qualivita – Ismea. Il consumo pro capite in Italia si attesta – concludono Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana – sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.

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