Rsa San Miniato, Guazzini: "Cambio contratto per 5 dipendenti non convince neppure consigliere Pd"
Purtroppo si è subito capito molto bene quale fosse il motivo vero per cui il Sindaco di San Miniato ha pervicacemente imposto la strada del commissariamento dell'APSP Del Campana Guazzesi quando tutte le forze rappresentate nel Tavolo Istituzionale presieduto dal Presidente del Consiglio Comunale Gasparri si fossero pronunciate per la nomina di un Consiglio d'Amministrazione rappresentativo di tutte le sensibilità politiche.
Il primo atto del Commissario e del Direttore Amministrativo è stata la promulgazione del bando per una “gara comunitaria con procedura aperta per l'affidamento ad un operatore economico dei servizi socio-sanitari e generali”: al soggetto che vincerà la gara sarà trasferito anche il rapporto di lavoro di 5 dipendenti attuali dell'APSP. Si tratta di 5 lavoratrici vicine alla pensione, per le quali il passaggio dalla dipendenza da un'azienda pubblica alla dipendenza di una cooperativa comporterebbe, a causa del passaggio dal contratto nazionale delle autonomie locali a quello delle cooperative sociali, una diminuzione dello stipendio e dei diritti acquisiti. Inoltre non sono state vagliate forme contrattuali intermedie (quali multiservizi o inquadramenti inferiori) che avrebbero potuto rendere meno traumatico il passaggio. Si direbbe proprio che lo scopo dell'operazione sia rendere conveniente per queste dipendenti il prepensionamento con l'opzione donna.
All'interpellanza, presentata da tutte le forze di minoranza si è chiesto al Sindaco Hanno, tra l'altro, se un simile modo di procedere non fosse contraddittorio con la stessa mozione approvata dalla maggioranza nella seduta consiliare del 17 marzo, che definiva prioritario “mantenere la gestione pubblica della casa di riposo, che ha fin qui garantito una qualità del servizio che ha determinato risultati di grande rilievo nel confronto con la situazione regionale e nazionale nei mesi dell'emergenza COVID.” il Sindaco ha risposto leggendo un testo evidentemente preparato dal Commissario e dal Direttore Generale dell'APSP, che sostenevano che già attualmente ci sono prestazioni affidate a soggetti del privato sociale, che non mettono in discussione il carattere pubblico dell'azienda. Ma che trasferire al privato sociale l'intero comparto dei servizi assistenziali e cinque dipendenti attualmente pubbliche non sia un'operazione di privatizzazione si può affermare solo ricorrendo a un gioco di parole. Che infatti non ha convinto neanche il consigliere del PD Alessio Spadoni che si è dissociato pubblicamente in consiglio.
La questione non è solo sindacale, perché generalmente il passaggio dalle funzioni assistenziali a cooperative tende a peggiorare le condizioni degli assistiti.
La RSU e tutte le organizzazioni sindacali hanno dichiarato la loro opposizione all'operazione; tra l'altro attualmente non sembra esserci nemmeno l'intenzione di applicare norme esistenti che consentirebbero la salvaguardia delle condizioni dei lavoratori: e questo sarebbe proprio il minimo.
E sarebbe proprio interessante conoscere, in merito a questo, l'opinione del Presidente del Consiglio Comunale che ha nel suo curriculum un'importante esperienza di militante e dirigente sindacale
Manola Guazzini, capogruppo CambiaMenti