Uomo ucciso in darsena nuova, il presunto aggressore rimane in carcere
Sono stati convalidati dal gip di Livorno il fermo e la misura cautelare del carcere per il 40enne ritenuto responsabile dell'aggressione al 50enne trovato senza vita a terra la mattina di lunedì in darsena nuova.
Tutto è iniziato quando poco prima delle 4 del mattino dell’8 maggio scorso, due telefonate al 118 hanno segnalato la presenza di una persona gravemente ferita. Giunti sul posto i soccorritori e una pattuglia dell’Arma, gli accertamenti sono apparsi da subito complessi perché la stessa vittima non era conosciuta, non aveva con sé documenti e portafogli ma aveva del denaro ed un cellulare, ormai scarico e spento e riconducibile ad una ditta e non ad una persona fisica; inoltre in zona non erano presenti impianti di videosorveglianza.
I carabinieri della Sezione Operativa di Livorno e, vista la gravità della situazione, anche i colleghi del Nucleo Investigativo labronico, hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire quanto avvenuto prima della citata chiamata al 118. Molte le ipotesi in campo in prima battuta: poteva trattarsi di una caduta accidentale o indotta dalla spinta di qualcuno, l’assenza di documenti e portafogli avvalorava invece l’ipotesi di una rapina ma non si poteva escludere una lite per altri motivi.
Nel breve volgere di pochissime ore è stata identificata la vittima, un 40enne della costa lucchese, e da lì ricostruiti i suoi spostamenti in città e le sue frequentazioni, anche attraverso le informazioni raccolte da diverse persone convocate dai Carabinieri in viale Fabbricotti, sede del Comando Provinciale della Benemerita. Già nel pomeriggio di lunedì, a poche ore dai fatti, si sono delineati in maniera sempre più netta i contorni della vicenda. In un noto albergo cittadino sono stati trovati tutti gli effetti personali dell’uomo, evidentemente lasciati volontariamente nella camera e l’ipotesi rapina è stata scartata ma ha preso sempre più forma quella della lite per futili motivi finita male. La vittima, in vacanza a Livorno, verso le ore 3 avrebbe avuto un diverbio con un uomo il quale, al culmine della lite, lo avrebbe colpito alla testa, facendolo cadere al suolo, per poi allontanarsi senza prestare il minimo soccorso.
Proseguendo con le indagini, i carabinieri hanno iniziato a raccogliere concordanti elementi nei confronti di un noto pregiudicato 40enne. Quest’ultimo era conosciuto agli inquirenti anche perché nel 2006, sempre a Livorno, si era intromesso in una lite tra condomini per futili motivi e, spintonando un uomo, lo aveva fatto cadere; le gravi lesioni riportate nella caduta ne cagionarono la morte.
Il 40enne, sebbene titolare di una residenza anagrafica su Livorno, è di fatto senza fissa dimora ed è risultato assente dal posto di lavoro; in particolare i Carabinieri hanno verificato che l’uomo si era regolarmente presentato al lavoro la mattina ma dopo circa mezz’ora si era allontanato facendo perdere le sue tracce. La circostanza che ha avvalorato la tesi della volontà di non essere rintracciato è la posizione del luogo di lavoro del 40enne, proprio nei pressi degli scali Novi Lena, da dove, verosimilmente, potrebbe aver notato i Carabinieri fare i rilievi del caso e preso consapevolezza della gravità del suo comportamento.
Avviate serrate ricerche, grazie ad un’approfondita conoscenza del territorio, i carabinieri sono risaliti ad un motoveicolo, non intestato a lui, rintracciato nei pressi di un esercizio commerciale cittadino, chiuso quel giorno. All’interno del locale, i carabinieri hanno effettivamente sorpreso l’uomo e lo hanno condotto in caserma. In considerazione dei gravi indizi raccolti e ritenuto fondato il pericolo che l’indiziato potesse darsi alla fuga, i militari hanno proceduto al fermo dell’uomo e, dopo aver dato informato la Procura della Repubblica di Livorno ed espletato le formalità di rito, il 40enne è stato tradotto presso il carcere de “Le Sughere”.