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La colonna Leopoldina di Arbia torna a splendere: sono solo 18 in Toscana

Un intervento di restauro conservativo sulla colonna Leopoldina di Arbia. E’ quanto avviato e concluso dall’Amministrazione comunale sul manufatto ideato dall’Ingegnere Manetti su commissione di Leopoldo II di Lorena nel 1840. Un esemplare di cui, ad oggi, se ne registra la presenza soltanto di 18 nel territorio toscano. Si tratta, in particolare, di colonne segnaletiche che indicano le direzioni di quelle che furono le “strade regie”.

Le colonne erano tutte realizzate sulla base di un unico modello, un progetto di raffinato design in anticipo sui tempi. Le caratteristiche costruttive sono dunque comuni a tutti gli esemplari, caratterizzate dall’accostamento di parti in pietra e parti in ghisa. La pianta a forma triangolare a lati concavi e vertici smussati era dovuta al previsto posizionamento presso bivi e incroci che quasi mai avevano una conformazione perpendicolare. La pianta triangolare a grandezza diversa si ripete in tutti gli elementi sovrapposti, costituiti dall’alternanza tra pietra e ghisa. Il fusto monolitico in travertino presenta un’accentuata rastremazione a profilo curvo e sovrastante è un grande abaco in pietra su cui sono incassate le lapidi in marmo con le indicazioni per le strade per Firenze e la Valdichiana. La colonna infine è sormontata da un elemento in ghisa costituito da un globo con una lunga punta in asse che è uno dei simboli araldici del casato dei Lorena.

La superficie in travertino appariva ricoperta di muschi, licheni e depositi incoerenti per la quasi totalità della superficie, mentre in corrispondenza dell’abaco con le indicazioni erano presenti alcune lacune e perdita di materiale e qualche frattura oltre a rifacimenti di epoche diverse non documentati.

L’intervento ha previsto la rimozione meccanica e chimica di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali che per composizione possono interagire con la pietra o che hanno perduto la loro funzione conservativa; la rimozione di depositi superficiali incoerenti mediante utilizzo di spazzoline e pennelli; la rimozione di depositi coerenti quali croste nere, la stuccatura con malta a base di calce naturale e infine l’applicazione di consolidante protettivo. Il rifacimento della pavimentazione sarà oggetto di uno specifico intervento.

Fonte: Ufficio Stampa

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