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"Sangue di famiglia", il libro di Sessa su Edda Ciano

Maurizio Sessa racconta la storia di Edda Ciano Mussolini, la primogenita del Duce, la figlia prediletta 'luce dei suoi occhi', ripercorsa in un voluminoso saggio-biografia intitolato Sangue di famiglia. a il saggio-biografia con documenti inediti, intitolato "Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini. Amore, odio e perdono" (edito da Edizioni Medicea Firenze, 656 pagine, 28 euro).

L'autore si è basato su una vasta documentazione e lettere inedite. In particolare vengono segnalate due lettere inedite di Edda Ciano all'avvocato ebreo Eucardio Momigliano riguardanti il famoso Diario del marito tragicamente morto a soli 41 anni, fucilato a Verona l'11 gennaio 1944 da un plotone d'esecuzione di miliziani della Repubblica sociale italiana.

Una vicenda su cui si può tornare a puntare i riflettori grazie al ritrovamento di due lettere inedite di Edda da Capri nell’immediato dopoguerra all’avvocato ebreo Eucardio Momigliano, in cui la figlia di Mussolini chiede un parere legale su eventuali diritti riguardanti documenti riservati del marito, la cui pubblicazione veniva annunciata nell’estate del 1947 da parte del maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera. Carte che, dopo molteplici vicissitudini, Edda aveva affidato a un amico medico della clinica di Ramiola (Parma), poi costretto a consegnarle alle SS. Fra queste, in particolare, anche un “oggetto” molto caro a Edda: un piccolo notes del padre in grigioverde durante la Grande Guerra. Proprio il quadernetto che gli aveva salvato la vita quando era rimasto vittima dello scoppio di un lanciabombe nel 1917: le schegge all’altezza del cuore erano state fermate da questa agendina che portava nel taschino.

Edda Ciano Mussolini, fascista in tutto e per tutto, sfidò la morale del regime che voleva la donna “angelo del focolare”, massaia, madre e moglie esemplare. Un’“ambasciatrice” del fascismo nel mondo sicuramente sui generis, tanto da meritare una prestigiosa vetrina come la cover del settimanale americano Time, nel 1939. E nei giorni che precedettero la condanna a morte del marito ormai abbandonato da tutti, quasi inaspettatamente, parole sue, Galeazzo, soprannominato “Gallo” da Edda, ebbe al suo fianco una sola persona: la sua “Deda”, sua moglie, nonostante si vociferasse che ormai vivessero da anni separati in casa. Edda invece si batté come una leonessa ferita non esitando un istante a schierarsi contro il padre, l’uomo che non riuscì – o non volle – firmare le domande di grazia presentate dai cinque condannati a morte a Verona.

 

L'autore

Maurizio Sessa nato a Napoli nel 1958, si è laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi su “La Civiltà Cattolica”, organo ufficiale della Compagnia di Gesù. Giornalista professionista, ha lavorato nelle redazioni di Pisa, Prato e Firenze del quotidiano “La Nazione”. Per il quotidiano fondato da Bettino Ricasoli ha pubblicato una rubrica fissa intitolata Firenze com’era, dedicata agli aspetti meno noti e più insoliti del capoluogo toscano. Sulla rivista culturale “Nuova Antologia” ha pubblicato numerosi saggi storici, esclusivamente basati su documenti inediti, dedicati a Ugo Ojetti, Piero Bargellini, Giovanni Papini, Filippo De Pisis, Riccardo Bacchelli, Franco Calamandrei, oltre a un memoriale sulla battaglia navale di Lissa del 1866.

Recentemente ha pubblicato i volumi: La Famiglia Fabbri, Firenze-New York e ritorno (2017); La sciabola e la zappa, Giuseppe Garibaldi a Villa Castelletti di Signa (2019); «Andrò nelle Maremme», Puccini a caccia tra Bolgheri e Capalbio (2019); Augusto Brogi. Il «baritono tenore» di Sesto Fiorentino (2020). Caruso & Friends, la nascita del re dei tenori (2021).

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