La Sagra dei Vescovi, don Francesco dirige lo spettacolo all'Orcio d'Oro

“Ma a San Miniato c’è una strada o una piazza, intitolata ad uno di quelli che a tutti gli effetti sono i successori degli apostoli?” è questa una delle domande che si fanno i personaggi di “La sagra dei Vescovi” di don Francesco Ricciarelli, lo spettacolo che sarà presentato sabato 29 aprile ore 21,30 all’Orcio d’oro di San Miniato.

Ne offrirà una suggestiva lettura scenica il Gruppo teatrale Ines e Roberto, nato grazie al nucleo di attori di “Eurosia”, il bellissimo musical andato in scena l’estate scorsa grazie, tra l’altro, alla Fondazione Istituto del Dramma Popolare. Gli attori coinvolti si chiamano Stefano Agnoloni, Giulia Benvenuti, Pamela Chiarugi, Enrico Durelli, Cristina Ferniani, Francesco Gronchi, Alessio Guardini, Barbara Mignemi, Stefano Torriti, la regia è di Andrea Mancini.

In questo nuovo lavoro, nato in occasione dei 400 anni dalla fondazione della Diocesi di San Miniato, don Ricciarelli si conferma autore teatrale di valore, perché anche qui i personaggi sono ben delineati, con una punta di ironia che non guasta, sebbene – dietro le quinte – si respirino dichiarazioni tutt’altro che comiche. Ma di cosa parla questo testo? Si tratta di una vera e propria cena, tra i Vescovi che si sono succeduti nel governo della Diocesi, soprattutto nell’assistere i tanti fedeli che, in 400 anni, hanno guardato con profonda fede verso l’episcopio. La cena è servita da due servi un po’ sciocchi, Elena e Mazzeo che, come nella migliore tradizione della commedia, non risparmiano battute e apprezzamenti verso gli ospiti della serata.

Dietro a questa che è anche una celebrazione del quarto centenario della Diocesi, c’è Maria Maddalena d’Austria, che nel 1622 si adoperò perché una vasta area intorno a San Miniato lasciasse la Diocesi di Lucca. Nel testo, le figure dei vari vescovi sono delineate con grande efficacia, anche quelli che, come il vescovo Barabesi, sembrano non essere presenti alla serata, mettendo gli altri in una profonda angoscia, giacché – anche questo elemento tipico della commedia umana – a un cerro punto comincia a dominare un bisogno molto terrestre, quello di mangiare!

Il dialogo tra vescovi delle varie epoche risulta particolarmente interessante, soprattutto quando si arriva a impostare una sorta di poetica pre-conciliare, con personaggi che arrivano a questo appuntamento, a partire da centinaia di anni prima. Per loro il concilio Vaticano II non esiste, esiste il Vaticano Primo o addirittura quello di Trento, anche se tutti sono uniti da una profonda fede in Dio e nella Chiesa; dunque, tra loro nasce una grande confidenza.

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