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Moschea Firenze, notificato lo sfratto. Avverrà a giugno

foto di archivio

Sfratto notificato stamattina alla comunità islamica di Firenze per lo sfratto dell'immobile in piazza dei Ciompi. Questa mattina l'ufficiale giudiziario ha incontrato i responsabili, i quali hanno chiesto una proroga di 6 mesi e le parti stanno valutando un accordo sui tempi. Tra i presenti anche il presidente della comunità ebraica fiorentina Enrico Fink e il direttore del seminario arcivescovile monsignor Alfredo Iacopozzi, oltre agli assessori comunali Sara Funaro e Andrea Giorgio.

Non ci sono al momento tensioni anche se negli scorsi giorni la comunità islamica ha mostrato le sue difficoltà per trovare una nuova sede. Oggi, per il tramite del tribunale, la proprietà Finvi ha chiesto di liberare l'immobile, un passaggio ulteriore che nelle prassi, nei casi di non adempimento, può portare all'esecuzione con la forza pubblica.

Proroga fino all'8 giugno

Le parti hanno tentato di trovare un accordo ma dopo circa 40 minuti di colloquio fra gli avvocati e i rappresentanti della proprietà Finvi e della moschea, tenutosi peraltro in un giardino pubblico, è emerso che la comunità islamica ha avuto una proroga a stare nell'immobile di piazza dei Ciompi fino all'8 giugno. L'imam Izzedin Elzir ha detto: "Noi staremo qui fino all'1 novembre". I legali della proprietà e della comunità islamica sono andati nel giardino di piazza dei Ciompi per trovare un accordo sul rilascio dell'immobile, e le scadenze temporali successivamente emerse rispecchiano le rispettive posizioni. Il tutto si è svolto in un clima tranquillo.

Le reazioni

Sulla moschea di Firenze "il fatto che ci sia stato un rinvio dello sfratto e che non ci siano stati problemi di ordine pubblico è un risultato positivo per la città, ovviamente è importante che la comunità abbia un luogo dove pregare perché è un diritto fondamentale. Come Comune, come fatto anche oggi, continueremo a supportare la comunità islamica in questa situazione delicata", "continueremo a dialogare con l'imam e la comunità con l'auspicio che venga trovata al più presto una soluzione". Lo ha detto l'assessora comunale a Welfare e all'immigrazione Sara Funaro presente stamani alla moschea di Firenze.

"Il calendario scorre per tutti tranne che per il Sindaco e la sua Giunta. Sul caso Moschea siamo nuovamente fermi a 4 mesi fa. 120 giorni gettati al vento. Ennesima proroga per lo sfratto della Moschea dai locali di piazza de' Ciompi, ennesima benevolenza verso uno sfratto esecutivo (ricordiamolo) attuato ben 5 volte dall'ufficiale giudiziario senza risultati. Chi potrebbe godere di tale comprensione fra le moltissime famiglie italiane sotto sfratto a Firenze? Ci risponda Sindaco, siamo curiosi...". Così il Capogruppo in Consiglio Comunale e Segretario provinciale Lega, Federico Bussolin e del Commissario comunale Lega, Federico Bonriposi.

"Un fallimento tra i più gravi, quello della giunta Nardella sulla moschea a Firenze. Annunci come quello sull’ex caserma Gonzaga rimangiati per ordini di partito, ipotesi su ipotesi senza che si sia mai arrivati neanche vicino a una soluzione. Noi però chiediamo, agli assessori oggi presenti in piazza de’ Ciompi, di presenziare, da oggi in poi a tutti gli sfratti in città. Scopriranno tante storie, purtroppo tristi, di povera gente che non riesce a pagare un affitto. Se lo faranno, avranno tutta la nostra stima”.

Questo l’intervento dei consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia Jacopo Cellai (coordinatore cittadino del partito) e Alessandro Draghi (capogruppo).

“Una vergogna per Firenze”. Così il consigliere del gruppo Centro e vicepresidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini. “La libertà di culto assicurata dalla nostra Costituzione si esercita, da parte di tutti, solo nel rispetto della legalità. Libertà di culto non significa libertà di violare la proprietà privata. Da questa vicenda, proprietà dell’immobile a parte, cui va la nostra personale solidarietà, escono malissimo tutti, a partire da una giunta che ha scelto di avallare quella che di fatto è un’occupazione abusiva, senza riuscire d’altro canto a decidere alcunché riguardo alla nuova collocazione della moschea”

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