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Osservatorio della legalità, il punto sulla questione Keu

Il presidente don Andrea Bigalli: "Necessario definire la carta etica di riferimento per partiti politici, associazioni produttive, mondo del lavoro". Meini: "Ad oggi sono coinvolti 13 siti ma, purtroppo, potrebbero essere molti di più"

La questione Keu, le bonifiche e il piano rifiuti al centro della seduta dell’Osservatorio regionale della legalità della Toscana che si è tenuta oggi, mercoledì 26 aprile, in cui sono state audite l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni e la presidente della Commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana, Elena Meini.

"Si è trattato di una seduta importante che ci ha permesso di fare una disamina ulteriore della questione Keu", ha affermato il presidente dell’Osservatorio, don Andrea Bigalli. Due le raccomandazioni che condivide col Consiglio regionale: "In primis quella di lavorare il più possibile per incrementare l’incrocio dei dati tra procure, associazioni di categoria, forze dell’ordine e diffondendo il più possibile la pratica della condivisione assoluta delle banche dati". Seconda raccomandazione quella di "ridefinire il prima possibile una carta etica di riferimento tra partiti politici, associazioni produttive e mondo del lavoro". "A livello personale – ha aggiunto Bigalli - sottolineo che, se pur c’è stato un lavoro serio del Consiglio regionale, anche attraverso la Commissione d’inchiesta, resto perplesso su quanto poco abbiano trattato la questione i partiti politici: è necessario ridefinire il modo con cui selezioniamo le rappresentanze, le formiamo e come le definiamo da un punto di vista etico. ANCI, insieme a Legambiente e Libera, ha proposto un’attività formativa per pubblici amministratori e per tecnici delle amministrazioni e questo ci sembra un percorso da tutelare e incrementare il più possibile".

L’assessora regionale Monia Monni ha parlato di "un confronto utile che ci ha visto condividere alcuni obiettivi, peraltro già inclusi nel nuovo piano regionale per l’economia circolare e per le bonifiche". Tra questi "accorciare e rendere verificabile tutta la filiera dei rifiuti e coordinarne la gestione relativa ai settori produttivi attraverso specifici tavoli con i distretti". Monni ha citato il tema della formazione del personale regionale, che concede le autorizzazioni e fa i successivi controlli, "in cui la legalità deve rivestire un elemento fondamentale". Ancora il rafforzamento di Arpat: "Ci stiamo lavorando da tempo e finalmente siamo in dirittura d’arrivo". Infine la disponibilità alla sottoscrizione di una carta etica: "Ciò attiene alla postura che le donne e gli uomini che fanno politica devono tenere nei confronti del mondo della produzione – ha affermato -. Politica e impresa, nel rispetto reciproco dei ruoli, devono lavorare per il bene comune".

Nel corso della seduta la consigliera Elena Meini ha ripercorso il lavoro della Commissione d'inchiesta sulla criminalità organizzata e le mafie in Toscana, che si è concluso circa un anno fa. "Ho illustrato il lavoro sul tema delle mafie in Toscana analizzando una serie di criticità presenti un po’ in tutte le province, e abbiamo parlato di alcune proposte che avevamo già portato all’attenzione del Consiglio regionale: alcune non sono state accolte, mentre su altre c'è stata una condivisione unanime. Ad esempio su quella che prevede una revisione del regolamento affinché ci siano tempistiche chiare sulla presentazione di emendamenti a proposte di legge e atti che hanno un impatto sul nostro territorio dal punto di vista ambientale, economico e del lavoro, che devono arrivare in Aula dopo un parere tecnico e un’analisi approfondita".

"Resta un dubbio su cui attendiamo risposte che però non dipendono né dal Consiglio regionale né dalla Giunta – ha concluso Meini -, ovvero dove siano finite le ulteriori tonnellate di keu che Lerose ha ricevuto dal Consorzio Acquarno. L'assessore Monni ha specificato che c'è un'indagine in corso di Arpat con la magistratura e che a breve avremo le risposte: ad oggi sono coinvolti 13 siti ma, purtroppo, potrebbero essere molti di più".

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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