West Nile, il piano di sorveglianza della Toscana
Regole e indirizzi più precisi riguardo la sorveglianza della West Nile, la malattia del Nilo occidentale, dell’Usutu e di altre arbovirosi, ovvero patologie trasmesse dagli animali agli uomini attraverso insetti vettori. La giunta regionale ha approvato il piano regionale di sorveglianza.
“Sul territorio toscano si sono verificati nel tempo casi autoctoni di infezione da virus West Nile che hanno richiesto l’attuazione di interventi tempestivi e coordinati di sanità pubblica – spiega l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, che ha portato la delibera in giunta – Da qui l’esigenza di intervenire con direttive regionali sulle modalità di gestione dei casi umani al fine di assicurare interventi omogenei ed efficaci sul territorio”.
Nel 2022 in Toscana si sono verificati casi sia di West Nile che di Usutu. Con il piano di sorveglianza regionale, che riguarda la diffusione tra gli uomini ma anche tra gli animali, si punta all’individuazione tempestiva della circolazione del virus in modo da adottare immediatamente misure di prevenzione e contrasto.
I due virus
Il virus West Nile è stato segnalato in Europa a partire dal 1958 ed è considerato il flavivirus più diffuso al mondo. Il meno noto Usutu, anch’esso un flavivirus, è stato osservato per la prima volta nel continente nel 1996, con un tasso di mortalità significativa tra alcune specie di uccelli in Italia e in altri paesi europei.
I due virus differiscono sostanzialmente sia per l’associazione con fenomeni di elevata mortalità di volatili, frequenti nel caso dell’Usutu e rari per il West Nile, sia per l’impatto sulla sanità pubblica. Se il West Nile è responsabile di casi umani con sintomi neurologici gravi, la capacità di indurre forme cliniche neuroinvasive da parte dell’Usutu è, ad oggi, limitata a poche segnalazioni sporadiche in Emilia Romagna.
Tuttavia i due virus condividono cicli di trasmissione simili. Si muovono attraverso zanzare e possono passare dagli uccelli ai mammiferi, compreso l’uomo, proprio grazie a zanzare che pungono gli uni e gli altri. I mammiferi invece possono infettarsi e sviluppare la malattia, ma non trasmettono il virus.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa