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Nardella apre ai 'Centri per il Rimpatrio' in Toscana, il PD regionale contrario. I commenti

Dario Nardella

Hanno suscitato non poche resistenze nel PD le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella sull’opportunità di aprire in Toscana un Centro per i rimpatri. Ieri il botta e risposta con Giani, il quale ha chiuso categoricamente a questa possibilità opponendo l'intero gruppo regionale alla proposta del sindaco fiorentino.

Giani sembra non voler concedere nessun margine di trattativa: "I Cpr, per come li abbiamo conosciuti finora, mi lasciano assolutamente perplesso, e quindi io non sono favorevole a un Cpr in Toscana", ha affermato il presidente della Regione Toscana. La presenza di un Cpr in ogni regione d'Italia, ha precisato Giani, "è un argomento che riguarda il ministero degli Interni e le competenze statali".

I sindaci, ha aggiunto Giani, "vivono una situazione nella quale se sono direttamente interessati dal Cpr dicono no, se non lo sono dicono sì, e quindi io vorrei un po' superare questa logica. Apprezzo le parole di Nardella sul fatto di doverli pensare in modo diverso. E allora sotto questo aspetto io ben vengano riunioni con loro, ma soprattutto con gli esponenti del Ministero, perché ripeto, al di là dei sindaci e dei presidenti di Regione, i Cpr hanno una competenza a livello nazionale, nei poteri del governo".

Nardella non vuole uno scontro all'interno del suo partito, ma lascia una porta aperta al riguardo: "Sul Cpr - ha detto il sindaco - non c'è nessuno scontro nel Pd. Mi auguro che ci sia un sereno confronto nel merito, nel pieno rispetto della posizione del gruppo Pd in Regione. Sono favorevole a trovare soluzioni alternative al Cpr, visto che il problema di una parte di immigrati irregolari che delinque è un tema molto sentito nelle nostre città, che rischia di indebolire il nostro stesso impegno a favore dell'accoglienza e dell'integrazione"

"Ho sempre mantenuto la posizione di chiedere allo Stato un impegno vero e concreto per l'accompagnamento al confine, - continua Nardella - il conseguente rimpatrio, di immigrati irregolari che delinquono. Io non sono affezionato a uno strumento in particolare né lo difendo in via ideologica e di principio, ma pongo un tema a cui bisogna dare una soluzione. Se ci sono strumenti efficaci come i Cpr, che non comportano alcun tipo di violazione di diritti umani, che vengono avanzati, proposti, è perché noi sindaci abbiamo nelle nostre città un problema serio".

"Contrastare l'immigrazione irregolare - ha concluso - ci serve per sostenere le nostre politiche di accoglienza. Il tema vero dell'immigrazione irregolare che delinque è un tema vero e ci vuole una risposta. Ho grande rispetto per le decisioni del mio partito, pongo il tema che è quello di portare una soluzione o un possibile strumento di contrasto dell'immigrazione irregolare criminale. Se non contrastiamo questo fenomeno rischiamo di indebolire i grandi sforzi che facciamo sul piano dell'accoglienza e delle politiche di immigrazioni su cui siamo molto impegnati".

Sull'argomento si è aperto quindi un terreno di discussione che al momento,  però, vede il partito compatto per un "No" ai Cpr.


Fossi (Pd): “No assoluto a un Cpr in Toscana”

Sono da sempre contrario ai Cpr, perché sono luoghi dove i diritti basilari delle persone vengono negati e perché mettono in discussione la politica che la Toscana ha sempre praticato con il modello dell’accoglienza diffusa”. È un “no assoluto” ai Centri di permanenza per i rimpatri quello del deputato e segretario toscano del Pd Emiliano Fossi.“Il Governo ne vuole uno in ogni regione, Toscana compresa. Sulla stampa stanno circolando le ipotesi di Coltano, nel Pisano, e Pescia, in provincia di Pistoia - sottolinea Fossi - ma il problema di fondo, prima ancora della localizzazione, è il tipo di struttura: i Cpr sono luoghi disumani. Basta ricordare la recente denuncia da parte di alcune associazioni sull’abuso di psicofarmaci proprio all’interno dei Cpr, una vicenda gravissima su cui ho chiesto chiarimenti al ministro Piantedosi in una interrogazione presentata alcuni giorni fa”.C’è poi una questione politica: questo tipo di centri - conclude Fossi - si sono dimostrati del tutto inefficaci rispetto alla sfida di governare un fenomeno complesso come l’immigrazione. Anche per questo il Consiglio regionale della Toscana ha respinto a maggioranza una mozione a favore di un Cpr qui. Sarebbe bene che il Governo prendesse atto che i toscani non vogliono un centro del genere, né a Coltano né a Pescia: mai, in nessun luogo”.

Ceccarelli: “Nessuna spaccatura del Pd Toscano"

"Chi pensa di banalizzare la questione complessa a assai articolata dell’accoglienza dei migranti e dallo lotta alla microcriminalità diffusa, riconducendola ad una controversia interna a Pd toscano sull’opportunità o meno dei Cpr ha sbagliato indirizzo".

Con queste parole il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli interviene sul dibattito aperto sui media regionali in relazione alla questione sull’opportunità di aprire in Toscana un Centro per i rimpatri.

«Io credo che all’interno del Pd ci sia assoluta compattezza nella convinzione che l’attuale normativa che regola la gestione dei flussi migratori in Italia sia vecchia, nata in una cornice sociale e politica lontana anni luce da quella attuale e debba essere modificata non con l'adozione di misure straordinarie, bensì con una riforma  organica del quadro normativo incentrata su principi di integrazione sociale e di inclusione e lavorativa dei migranti. Credo che in Toscana non ci sia nessun sindaco che vuole adottare un modello di accoglienza che non sia quello per il quale la Toscana si è battuta nell’ultimo ventennio. Partendo da questa convinzione – spiega Ceccarelli – stiamo per depositare un atto con il quale chiederemo che si ponga mano con estrema urgenza alla legislazione vigente in questa materia, proprio per dare ai sindaci le risposte che legittimamente chiedono di avere. Così come non ci possono essere fraintendimenti sul fatto che il Pd chiede alle autorità competenti di porre in essere ogni azione possibile per garantire la sicurezza dei cittadini e la repressione dei crimini laddove vengono commessi. Fatta questa premessa, credo si possa comprendere meglio l’atteggiamento assunto dal  gruppo del Pd in Regione, nel riaffermare che non è accettabile pensare di risolvere il problema serio della microcriminalità che purtroppo assilla i cittadini e i sindaci, che sono in prima linea, semplicemente importando in Toscana un istituto come quello dei Cpr che con gli anni si è trasformato rispetto al modello che era stato immaginato, diventando luogo di detenzione e non di accoglienza.

Noi siamo convinti – conclude Ceccarelli – che la situazione emergenziale che alcuni sindaci si trovano ad affrontare sia figlia delle scelte scellerate dei cosiddetti “decreti sicurezza” firmati dall’allora ministro dell’Interno Salvini, con cui si espulsero migliaia di migranti dai percorsi di integrazione nei quali erano inseriti, scaraventandoli per strada e creando purtroppo le premesse perché queste persone disperate diventassero degli sbandati, se non manovalanza per la criminalità organizzata, anziché lavoratori da inserire in quei settori che oggi stanno pagando le conseguenze di una carenza di manodopera cui non si sa come sopperire".

Sinistra Progetto Comune: "Su CPR e droni il Sindaco "di sempre", subalterno alle destre"

"Il Sindaco di Firenze insiste. Pensa che i CPR siano un diverso tipo di carcere, in cui rinchiudere chi delinque. Non solo. Se li immagina completamente diversi da quelli descritti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Ignora persino quanto espresso dal nuovo segretario regionale del suo Partito.  Non ci stupisce. Già la Giunta in aula ci aveva detto che per questa struttura la competenza era nazionale, come dire "se Meloni e Salvini procedono, noi non ci opporremo".Invece noi chiederemo di nuovo al Consiglio comunale di opporsi a ogni ipotesi di CPR sul nostro territorio comunale. Allo stesso modo continueremo a pretendere il contrasto all'idea di "Grande Fratello buono", di cui il Sindaco aveva parlato già nel 2020 a Mosca. Videosorveglianza e droni sono strumenti di controllo e disciplinamento di cui il sistema politico e istituzionale non ha adeguata consapevolezza. Sdoganare l'uso dei droni è quanto da tempo chiedono i gruppi delle destre. A poco serve mettere "paletti". C'è una sostanza politica profonda nelle posizioni espresse su CPR e droni dal Sindaco. Una sostanza di destra".

La Lega: "Sui Cpr il Pd oltre che spaccato è anche poco informato"

“Da una parte, abbiamo alcuni Sindaci del Pd che vivendo quotidianamente i problemi derivanti dall’immigrazione clandestina non disdegnano l’idea che anche in Toscana possa nascere un Cpr; dall’altra, abbiamo il Segretario regionale Fossi ed il Capogruppo in Consiglio regionale Ceccarelli che, anche oggi, hanno ribadito di essere fermamente contrari alla cosa-affermano Luca Baroncini ed Elena Meini, rispettivamente Commissario regionale e Capogruppo in Consiglio regionale della Lega.” “Quindi, ci sembra, che più spaccato di così il Pd non possa essere, anche se con una classica e scivolosa difesa d’ufficio, puntano a dire il contrario-proseguono Baroncini e Meini.” “Ci prema anche sottolineare-precisano i rappresentanti della Lega-che i Cpr non hanno nulla a che vedere con la questione dell’accoglienza, citata da ambedue gli esponenti Dem, visto che tali strutture sono riservate a quelle persone che non hanno diritto a rimanere in Italia e che, dunque, sono in attesa dell’espulsione.” “Quindi, a nostro avviso, oltre che divisi sul delicato tema, ci pare che il Pd non abbia neanche ben chiara quale sia la funzione primaria dei Cpr; da parte nostra, lo ribadiamo per l’ennesima volta, siamo, invece a favore di questi Centri perché vogliamo che ai cittadini venga garantita la sicurezza e chi delinque deve essere adeguatamente sanzionato ed allontanato dal nostro Paese-concludono Luca Baroncini ed Elena Meini.”

Fonte: PD Toscana

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