Piano strutturale, CambiaMenti: "Scelto il consumo di suolo"
Critiche al piano strutturale dal gruppo consiliare di opposizione a San Miniato CambiaMenti. Nel lungo comunicato che segue a firma della capogruppo Manola Guazzini si leggono le critiche che da tempo vengono mosse all'amministrazione Giglioli. In particolare le previsioni sul Polo della Logistica di San Donato, sul futuro liceo Marconi che ancora a oggi non ha una destinazione certa e in generale sulla riduzione quanto più possibile del consumo di suolo.
Di seguito il comunicato.
Fin dalla primavera 2022 tutte le forze di opposizione presenti in Consiglio Comunale, a partire da un ruolo trainante del nostro gruppo, hanno a più riprese sollevato in Consiglio e nelle Commissioni la questione di un percorso partecipativo per arrivare all'adozione del Piano Strutturale Intercomunale di Fucecchio e San Miniato che non si limitasse a incontri in modalità prevalentemente digitale con tecnici e “portatori di interessi” ma prevedesse un momento di presentazione e discussione preliminare degli elaborati del Piano in sede di Commissione urbanistica e di Assemblea consiliare e un calendario di presentazione e discussione nelle sedi delle Consulte territoriali, con la partecipazione dei tecnici progettisti e della struttura tecnica del Comune.
Ciò nonostante, per precisa e pervicace scelta politica del Sindaco e della Giunta, il primo momento di confronto con i tecnici in una sede istituzionale del Consiglio Comunale è avvenuto mercoledì 28 marzo, a partire dal testo di una delibera già approvata dalla Giunta.
Il nostro giudizio sul percorso fin qui seguito è dunque estremamente critico, ed è nostra opinione che, proprio in conseguenza di questo percorso, le ipotesi che ci sono state prospettate sembrano più un tentativo di coordinare e dare un senso a richieste provenienti da interessi di vario tipo che un disegno di riorganizzazione del territorio, quale quello che si sarebbe potuto presupporre dalla lettura degli Indirizzi che furono approvati nel 2019, in cui si leggevano tra l'altro impegni per “l'attivazione di tutte le possibili sinergie per il recupero e la valorizzazione dei sistemi insediativi esistenti”; “il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio storico”; “la razionalizzazione e riqualificazione del sistema artigianale e industriale esistente” e addirittura “la riduzione dei fattori di rischio del territorio connessi alla sua utilizzazione, in particolare del rischio idraulico e della presenza di stabilimento a rischio di incidente rilevante soggetta alla normativa Seveso, con adeguamento al Piano Gestione Rischio Alluvioni (PRGA) e alla legge regionale n. 4/2018, in funzione di maggiore sicurezza e qualità di vita delle persone”. In realtà nell' “Individuazione delle previsioni oggetto di copianificazione con la Regione Toscana” di cui si è discusso il 28 marzo sono confermate tutte le previsioni di espansione edilizia previste nel 2015, e vengono aggiunte alcune previsioni di estensione dell'area edificata o edificabile, mentre poco o niente c'è per quanto riguarda il recupero e la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente: come se la crescita della sensibilità sulle questioni climatiche che si è avuta dal 2015 in poi non avesse minimamente toccato il comune di San Miniato e come se non fosse particolarmente cruciale, qui da noi, riconoscere come imprescindibile l'affermazione effettiva, e non solo verbale, del principio del risparmio del suolo, anche rivedendo previsioni presenti nel Piano Strutturale e nel Regolamento Urbanistico attualmente in vigore per evitare un'ulteriore espansione a macchia d'olio dei centri urbani del nostro territorio che devono, al contrario, puntare sul recupero di una forma urbana, di spazi di socialità, di collegamenti tra le diverse frazioni e col territorio rurale circostante, risolvendo i problemi determinati dal corridoio infrastrutturale creato dalla ferrovia e dalla superstrada FI-PI-LI.
E abbiamo notato che in molte delle schede allegate all' “Individuazione delle previsioni oggetto di copianificazione con la Regione Toscana”, nonostante si espongano delle criticità legate alle polveri sottili e all’abbassamento della falda acquifera, si vanno ad individuare zone di espansione per servizi logistici che incrementeranno traffico ed inquinamento. Ci sembra veramente paradossale che su un’area esposta a criticità si intervenga con metodi peggiorativi. Noi pensiamo che sia giunto il momento di avere una visione più innovativa e coraggiosa in linea con i dettami europei nel rispetto ed in considerazione del fatto che i mutamenti climatici in atto tenderanno sempre più spesso a rendere ordinarie situazioni metereologiche che siamo abituati a considerare come estreme; e che vadano considerate con estrema serietà le questioni del rischio idrogeologico e quelle della tutela dei cittadini dall'inquinamento.
I punti di maggiore criticità che rileviamo sono:
1) le previsioni relative al Polo della Logistica di San Donato: la conferma della presenza del Centro Intermodale e dello scalo ferroviario merci a servizio del Comprensorio va conciliata con problemi di viabilità, di accesso all'area, di controllo dell'inquinamento atmosferico, con la predisposizione di normative che permettano di recuperare standard minimi di decoro urbano, col rispetto degli attuali confini dell'abitato di San Donato, che, anche per ragioni di sicurezza idrogeologica, non può subire ulteriori pesanti espansioni edilizie, con l'esigenza di creare interventi di ricucitura tra San Donato e Ponte a Egola. Si dovrebbe evitare ogni ulteriore edificazione nell’area attualmente libera, in particolare ad ovest di Viale L. da Vinci, senza un piano che preveda uno sviluppo sostenibile dell’area;
2) Non abbiamo trovato nei documenti che ci sono stati presentati ipotesi di soluzione adeguate per consentire la trasformazione della Toscoromagnola in strada urbana attraverso il collegamento e l'adeguamento di tratti di viabilità già esistenti, che permetterebbero la ricucitura di un asse di circonvallazione a Nord. Al contrario la polarità SM3 prevede la realizzazione di interventi di viabilità a servizio di un'ulteriore area logistica e di servizi che si dovrebbe creare sulla destra dell'Egola, in prossimità dell'area sportiva di Casa Bonello. Una soluzione che prevede quindi la realizzazione ex novo di tratti di viabilità e un ulteriore consumo di territorio e che ci suscita molte perplessità;
3) Manca un adeguato approfondimento sulla collocazione del Liceo Marconi. Secondo noi non dovrebbero essere neanche prese in considerazione ipotesi che comportassero ulteriore consumo di suolo, come quella prevista negli orientamenti attuali dell'Amministrazione Comunale tra Ponte a Egola e Molino d' Egola. L'adattamento e l'ottimizzazione della sede attuale, a livello urbanistico, renderebbero necessarie solo una iniziativa di mitigazione dell'impatto sul traffico e sulla viabilità e di ricerca di compatibilità tra la sede scolastica e la frazione di La Scala, che andrebbero messe in rapporto con la priorità della trasformazione dell'asse della ToscoRomagnola in asse urbano;
4) Apprezziamo l'idea di favorire con premialità per i privati coinvolti la rigenerazione delle aree delle vecchie concerie di Ponte a Egola. Le premialità dovrebbero essere maggiori in caso di recupero dell'immobile dove esso è attualmente collocato. Nel caso che si dovesse procedere a un “atterraggio” delle superfici in altra parte del territorio comunale occorre una attenta e particolare riqualificazione delle aree risultanti dallo spostamento in maniera da non creare dei vuoti urbani che potrebbero essere peggiorativi
5) Per quanto riguarda la Polarità SM6 relativa alle attività sportive di Ponte a Egola, crediamo che essa andrebbe integrata in un disegno complessivo che tenesse conto anche del campo sportivo di Leporaia e dell'area attualmente occupata da M3 ex-ICLA, la cui acquisizione pubblica, oltre a garantire la delocalizzazione di un'azienda a rischio ambientale, secondo gli indirizzi espressi al momento dell'incarico ai progettisti, permetterebbe un'organica sistemazione degli spazi verdi, sportivi e sociali della frazione in un'area resa strategica dalla sua prossimità all'argine sinistro dell'Egola;
6) Per quanto riguarda la Polarità SM7, relativa a Borgo Canneto, pur essendo favorevoli a uno sviluppo turistico che valorizzi anche le risorse del territorio rurale del nostro Comune, riteniamo che dovrebbero essere limitate al massimo possibilità di edificazione al di fuori del recupero degli edifici esistenti, e che si dovrebbero evitare, dal punto di vista della viabilità d'accesso e delle normative, la creazione di condizioni di extraterritorialità come quelle che si sono venute a creare in Toscana in diversi borghi abbandonati e recuperati come resort turistici.
Sul Piano Strutturale intendiamo costruire momenti pubblici di discussione e di riflessione con i cittadini, partendo in primo luogo dall'informazione sui contenuti di un atto che condizionerà lo sviluppo del nostro Comune nei prossimi decenni. A questi incontri, che l'Amministrazione Comunale non ha sentito il dovere di promuovere, solleciteremo anche la partecipazione di tecnici e di persone culturalmente interessate alle prospettive di un territorio come quello sanminiatese.
In generale ci rammarichiamo perché speravamo in un cambio di passo ed in un piano che potesse rispondere alle aspettative più alte. Per l’ennesima volta corriamo il rischio di perdere un’importante occasione per cambiare il nostro territorio, per renderlo più efficiente, sostenibile e contemporaneo.
E' evidente che il nostro atteggiamento sull'adozione del Piano Strutturale dipenderà dalla serietà con cui si risponderà alle questioni che abbiamo accennato e che solleveremo in tutte le sedi istituzionali.
Chi ci chiedesse atti di condivisione a scatola chiusa se lo può scordare.